Il regno del ragno. Via da Sparta di di Carlo Menzinger

Recensione a cura di Alice Ortega

In questo secondo volume della trilogia, l’avventura di Aracne e dei suoi amici procede prendendo pieghe inaspettate. In fondo le cose non vanno così male: la giovane fuggiasca si ritrova di nuovo schiava ma la sua padrona è Nymphodora, spartiata dalla mentalità molto aperta e dall’indiscutibile fascino, tanto che Aracne è felice di diventarne l’amante, pur chiedendosi se mai avrebbe potuto rifiutarne le “avances”, trattandosi della sua padrona… 

“Aracne”, la tessitrice, di Óscar Carballo Vales

Poco dopo il suo incontro con Nymphodora, aracne dà alla luce un bel bambino e tutto sembra andare per il meglio: la vita di Aracne è radicalmente cambiata e in meglio, è rimasta vicina ai suoi amici e anche le sue padrone la rispettano e le permettono di godere di tutte le comodità che un’ilota potrebbe mai sognare a Lacedemone, la capitale dell’impero di Sparta. La giovane comincia a chiedersi se abbia senso continuare a seguire il suo sogno di fuggire, tanto più che adesso ha un figlio, e come schiavo di Nymphodora il fanciullo avrebbe potuto vivere un’infanzia tranquilla e ricevere un’educazione di tutto rispetto. Questi e altri dubbi etici affliggono la protagonista e in realtà percorrono tutto il romanzo, il cui aspetto più interessante è proprio l’analisi di certe problematiche confrontando il punto di vista spartano con quello odierno, dall’idea di maternità al trapianto d’organi, al concetto di guerra…

Anche questo secondo capitolo della trilogia mi sembra però un po’ appesantito dalla meticolosità dell’autore nel precisare di volta in volta, come del resto anche nel primo, quali dettagli della narrazione siano presi pari pari dalla storia di Sparta e quali invece siano frutto della fantasia dell’autore: purtroppo, queste note che continuamente spezzano la narrazione disturbano l’universo ucronico che il lettore sta cercando di costruirsi nella mente: o almeno, questo è successo a me. Avrei preferito leggere tutte le interessantissime informazioni alla fine del volume, o anche all’inizio, secondo le preferenze dell’autore; ma non nelle note a piè di pagina che dovrebbero essere riservate alle informazioni importanti da conoscere prima di proseguire nella lettura. Anche le molte domande dirette hanno avuto su di me l’effetto di rallentare il ritmo, malgrado gli interrogativi abbiano un ruolo importante nella narrazione; forse, l’interrogativa indiretta avrebbe reso la lettura più scorrevole e le argomentazioni più interessanti e convincenti.

Malgrado ciò, il romanzo è pieno di colpi di scena e pone molte questioni interessanti sul modo di vivere spartano, sulla libertà, sulla sessualità, sull’essere umano in generale… Chissà che cosa succederà nell’ultimo episodio alla nostra Aracne, che ha appena scoperto il significato del ragno che ha tatuato sulla fronte? E non può non esserne profondamente turbata…

Trama.Sparta ha costruito un grande impero che dura ancora ai giorni nostri, in un mondo divenuto del tutto diverso dal nostro, violento e spietato. La giovane e bella schiava Aracne, con la sua padrona, amica e amante Nymphodora, fugge all’inseguimento di un sogno, della libertà e della vita per sé e per suo figlio, nato dall’ennesimo stupro da lei subito. Tra mille avventure scopriranno, a loro rischio e pericolo, alcuni segreti dell’Impero di Sparta, luoghi sconosciuti a molti, che rivelano l’anima nascosta di questo stato in costante guerra. Aracne porta con sé, senza saperlo, uno di questi letali segreti, che riguarda la sua stessa esistenza.

  • Editore : PSEditore (8 novembre 2018)
  • Copertina flessibile : 314 pagine
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