Il santuario degli eretici di Armando Comi

L’ultima profezia sta per compiersi
Anno del Signore 1350.

Su Praga, capitale dell’impero, in­combe un pericoloso eretico: il Pa­stor Angelicus. Di lui si racconta che usi la magia degli specchi per evo­care demoni e conoscere il futuro. Solo una persona può scoprire chi sia questo misterioso personaggio: Cola di Rienzo, il tribuno romano salito al potere proprio grazie a uno specchio magico e poi costretto a lasciare Roma. Sulla Maiella, dove un gruppo di eretici perseguitati chiede il suo aiuto, Cola di Rienzo incontra un banchiere tanto geniale quanto perfido, che gli racconta di una profezia che potrebbe svelare i piani del Pastor Angelicus. Il ban­chiere tuttavia nasconde qualcosa. Nel corso della sua pericolosa ricer­ca, Cola di Rienzo si imbatte nella Prophetia Merlini, un libro attribuito a Merlino, composto solo da im­magini, e misteriosamente tagliato a metà. Intanto il Pastor Angelicus lo sta aspettando alla Soglia, il luogo occulto dove gli astri parlano attra­verso gli specchi. Da questo incontro Cola potrebbe ottenere nuovamente il potere su Roma, oppure scatenare l’Apocalisse…
Profezie, inganni e demoni: per Cola di Rienzo è giunta l’ora della resa dei conti con il regno dell’occulto

Link d’acquisto

  • Copertina flessibile: 320 pagine
  • Editore: Newton Compton Editori (18 giugno 2020)
  • Collana: Nuova narrativa Newton
  • Lingua: Italiano

Recensione a cura di Sara Valentino

Cola di Rienzo, di cui pochissimo conosco e di cui altrettanto poco ho letto, al secolo Nicola di Lorenzo Gabrini visse tra il 1313 e il 1354, il thriller storico di Comi è ambientato nel 1350. Fu condottiero e tribuno, il suo sogno fu di tentare di formare una sorta di comune nella città di Roma straziata dai conflitti tra popolo e potenti, si autodefiniva “l’ultimo dei tribuni del popolo”. Nell’immaginario Cola di Rienzo, nonostante non fosse anticlericale, fu idealizzato come un eroe un po’ massone di un risorgimento della città di Roma.

Il thriller storico di Armando Comi, che segue il precedente volume “I quattro enigmi degli eretici”, è un compendio di riferimenti alla magia, all’occulto, simboli noti o meno. Apparentemente pare di perdersi dal filo della trama per voler seguire e approfondire nei dettagli tutti gli elementi che come coriandoli piovono sul lettore.

Cola di Rienzo si ritrova a vivere un’avventura, un viaggio alla ricerca del pericoloso Pa­stor Angelicus, sullo sfondo una profezia inquietante che si apre sull’abisso della fantomatica “Soglia”.

Devo dire che moltissimi elementi del romanzo sono così attuali che sarebbe un mero peccato non farne menzione e allora facciamo un breve cenno a un nuovo mondo da fondare sul potere delle banche, peste o pandemia poco importa, c’è una correlazione ben definita.

“No, cara Sybille, senza guerra non ci sono morti, senza morti saremmo in troppi, se siamo in troppi il cibo non basta…”

La fila di schiavi si avvia verso la “Soglia, unghie lunghe e lucide, usate per scoprire nel riflesso gli astri notturni e nel buio carpirne le voci, a questi si aggiungono file di bambini, più facile per loro dialogare con gli astri. Le unghie, il cielo e l’anima: per conoscere il futuro non serve altro. Ecco una lunga disquisizione sui tempi di Adamo quando non serviva che Dio, non un papa o un sultano. “Perchè allora tutto è diventato proprietà dei ricchi?”  

Durante il viaggio Cola si trova ad ammirare il rosone della chiesa di Santa Chiara, “I sei cerchi gli parvero un evidente riferimento alle sei età della storia: la creazione del mondo, il diluvio universale, la nascita di David, la deportazione babilonese, la nascita di Cristo e la fine del mondo…”  L‘eresia di Gioacchino da Fiore, l’apocalisse, una nuova Chiesa, non più di simboli ma di Spirito.

Cola però ha un compito, riprendersi Roma, per farlo deve raggiungere la Soglia, come se non bastasse incombe sulla sua testa la Phrofetia Merlini, dove si trova la seconda parte? Merlino rappresenta il profeta dei giusti, dei buoni, il giustiziere che ogni persona corretta vorrebbe scagliare contro chi commette soprusi e opere di corruzione” Gioacchino da Fiore al suo tempo ne aveva raccolto il testimone

Una scia di morti raccapriccianti, immagini di denti digrignati, calici colmi di sangue di cavallo, vassoi straripanti di vermi sono solo alcune delle immagini forti che costellano le vicende e il viaggio di Cola un fascio di orrore e adrenalina.

La catena di eventi lo porta fino a Praga, come gironi danteschi ci si affaccia sull’abisso, gli eventi sono concatenati sempre a uno scopo, Roma, la Maiella e ora Praga. Un disegno, come quello di tutti noi, che fino al compimento dello stesso non possiamo apprendere appieno.

Fatico davvero a enumerare tu

tti i grandiosi elementi che punteggiano il thriller di Comi, la Soglia? Cos’è dunque? Sarebbe anche oggi tempo di riaffacciarsi, di ripercorrere il pensiero di Gioacchino da Fiore sul tempo della fine e di correlare tutto ciò anche con la fine della leggendaria Atlantide.

Comi, proprio come il pifferaio di Hamelin suona una sinfonia che denota uno studio mastodontico, un sapere colossale.

Cola riuscirà nel suo intento? E noi? Noi sapremo “resistere, trovare il divino che possediamo dentro”?

“Con struggente lentezza il crepuscolo coprì il sole, e poi la notte coprì il crepuscolo in un gioco millenario senza vincitori o vinti”

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