Il soffio della morte di Francesco Grimandi

Noir storico – Bologna, novembre 1325. Una serie di sanguinosi omicidi, un dilemma che inchioda chi è chiamato a investigare, un mistero difficile da risolvere. In un duello a distanza contro tutto e tutti, il vicario di giustizia Jacopo Lamberti dovrà scoprire chi si nasconde dietro l’enigmatico assassino che colpisce di notte e infierisce sulle vittime senza un motivo apparente. Jacopo tenterà a ogni costo di fermarlo, ma prima dovrà misurarsi con i demoni che albergano nel suo cuore.

Copertina flessibile: 154 pagine
Editore: Independently published (26 maggio 2019)
Lingua: Italiano
ISBN-10: 107022670X
ISBN-13: 978-1070226705

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Recensione a cura di Cinzia Cogni

“Il soffio della morte” è un thriller storico ambientato nella Bologna medioevale, nel periodo in cui imperversava la lotta fra i guelfi bolognesi e i ghibellini di Modena; ed è stata una bella sorpresa leggere di questi eventi storici accaduti nella mia Regione, sono poco noti ,ma proprio per questo ritengo incuriosiscono di più quei lettori esigenti e amanti del romanzo storico.
L’ autore però, non si è limitato a creare un semplice romanzo che riportasse tali avvenimenti, la sua originalità sta nel aver ideato un vero e proprio “giallo” attorno a degli omicidi che non hanno niente in comune con quello che sta accadendo in quel contesto.

“Bologna vantava un gran numero di torri, sparse in città. Più svettavano alte e massicce, più le famiglie che le avevano erette puntavano a esibire e a fare sfoggio del loro potere, fosse economico o nobiliare.”

I corpi di cinque uomini vengono ritrovati in strada, nudi e orribilmente mutilati ai genitali, si intuisce subito che è la stessa mano ad averli uccisi, eppure non vi è nessun legame tra loro, non si trova il movente.
Le indagini vengono condotte dal miglior “sbirro ” della città, Jacopo Lamberti, un uomo semplice, onesto, intelligente, coraggioso, il cui unico difetto è l’essere troppo sensibile al fascino femminile, un piccolo neo all’apparenza, ma che diverrà il suo tallone d’Achille.

” Chi aveva alzato il pugnale pareva lo stesso, e il suo marchio era quello di sorprendere le vittime senza concedere loro il tempo di prepararsi a una morte dignitosa. Un segno di spregio, si attardò a riflettere, o un fatto casuale?”

È Fulgerio da Calboli, il capitano del popolo, ad aver scelto Lamberti per questo caso, sa che la sua razionalità non si accontenterà di dare la colpa alla stregoneria o alla rivolta politica di quel momento ( siamo in pieno medioevo e queste erano le cause principali a cui venivano attribuiti gli omicidi inspiegabili); no Lamberti è un uomo testardo, vuole scoprire la verità attenendosi agli indizi, senza lasciarsi influenzare dal ceto delle persone sospette, anche se rischia in prima persona.
Fulgerio da Calboli, tra l’altro, è un personaggio realmente esistito e come lui, altri nomi importanti che hanno contribuito alla storia fra Bologna e Modena nel 1325, vengono inseriti rendendo questo romanzo ancor più credibile.
Anche le donne hanno un ruolo importante, ognuna ha delle caratteristiche fisiche e psicologiche ben precise; sono figlie del loro tempo ma forti e determinate, particolari che ho molto apprezzato perché emergono così dialoghi vivaci ed interessanti.

“Al rimorso ci avrebbe pensato se mai si fosse presentato. Ora che tutto era finito, aveva solo voglia di bere vino e divertirsi, anche se la sua vittoria recava i tratti macabri della morte.”

Una scrittura chiara e lineare, un ritmo incalzante che va crescendo fino alla fine del libro, una storia che si legge velocemente e che aumenta la curiosità di sapere chi e’ l’assassino e le sue motivazioni; insomma,un vero trhiller ma con una particolarità: è ricco di sentimento, si percepisce la passione che l’autore ha messo in quelle pagine e non mi riferisco solo alla sua passione per la storia.
Francesco Grimandi è stato davvero una piacevole scoperta e penso di non sbagliare nel consigliare “Il soffio della morte” agli amanti di questo genere.

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