Il Sultano e lo Zar: Due imperi a Confronto Di Franco Cardini

 

All’inizio dell’Età moderna, l’Impero ottomano si affaccia sul Mediterraneo con l’ambizione di dominare sull’Asia e sull’Europa. La “seconda Roma”, Istanbul, disposta su due continenti, incarna il sogno universale dei cesari che i sultani ereditano per diritto di conquista. Ma dalle fredde pianure percorse dai grandi fiumi, tra il Baltico e il Mar Nero, si levò la voce di una “terza Roma”: Mosca. E con essa, di una nuova potenza capace di incombere su Oriente e Occidente: l’Impero degli Zar. Aveva inizio una lunga lotta euroasiatica per il controllo dei grandi spazi: aveva inizio il “grande gioco”. Questo libro ripercorre la storia dello scontro frontale tra il Sultano e lo Zar, tra un cristianesimo imperiale e un Islam sultaniale. Un confronto, quello tra Russia e Turchia, che continua ancora ed è la chiave per comprendere cosa sta avvenendo oggi tra il Vicino e il Medio Oriente.

 

Recensione a cura di Eugenio Mandolillo
Se siete alla ricerca di un saggio storico “vecchio stampo” nel quale la politica e la diplomazia siano i protagonisti indiscussi, allora questo testo fa per voi.
In esso, infatti, lo storico Franco Cardini descrive con rapide eppure esaustive pennellate l’evolversi della politica estera – e le sue ricadute in politica interna – dell’Impero Ottomano dalla presa di Costantinopoli ad opera di Maometto II (A.D. 1453) fino all’avvento della Repubblica turca con Mustafa Kemal Ataturk (anni ’20 del XX secolo) e della Russia dall’ascesa del Gran Principato di Mosca con Ivan I Kalita (XIV secolo) ai primi vagiti dall’Unione Sovietica (anni ’20 del Novecento) attraverso l’affermarsi dello zarato con Ivan IV Groznij prima e la Russia imperiale di Pietro I il Grande.
Nello specifico, il Nostro si occuperà di tre grandi scacchieri:
I Balcani, dove la Mezzaluna [su cui racconterà alcuni aspetti ignoti ai più] combatterà una guerra durata quasi cinque secoli contro l’Aquila bicefala dell’Impero Asburgico (Come Sacro Romano Impero prima e come Impero d’Austria poi), con il progressivo coinvolgimento della sua corrispettiva russa,una guerra che, alla fine, distruggerà tutti i contendenti che non sopravvivranno alla Grande Guerra;
Le terre dell’antica Scizia (dalle pianure sarmate ad Occidente al Turkhestan ad Oriente), dove i signori di Mosca lotteranno per secoli al fine di raggiungere due degli obiettivi ancestrali della Russia moscovita: l’accesso ai mari caldi (il Mediterraneo attraverso il Mar Nero) e la neutralizzazione della minaccia Tartara nelle sue diverse declinazioni (Mongoli, Turchi delle steppe, …) che vedrà la Russia contrapporsi ali Ottomani, agli Inglesi e a quel mosaico di emirati e khanati sorti sulle ceneri dell’impero di Tamerlano;
L’eredità imperiale romana che, in una triangolazione che oggi apparirebbe assurda, vide Zar di tutte le Russie, Sultani di Costantinopoli e Imperatori del Sacro Romano Impero lottare con tutte le loro forze militari, politiche, persino religiose, per essere riconosciuti quali gli unici, legittimi, eredi di Ottaviano Augusto, Costantino il Grande, Giustiniano.
Punti di forza
È un testo agile ed essenziale eppure completo, và dritto al cuore degli argomenti senza superflue aggiunte di natura antro-psicologica ed economica tipiche di buona parte della storiografia attuale;
Non è un testo ideologico e l’autore tende a mantenersi neutrale rispetto agli eventi senza forzature o loro interpretazioni alla luce del “moderno modo di vedere e sentire”;
Reperire testi non universitari od accademici che trattino di ciò che avvenne ad est del Dnestr – senza cadere nella tentazione di piegare ad Occidente appena possibile – non è molto semplice;
Il curatore della collana è Alessandro Barbero (un nome, una garanzia).

Criticità
Non è un testo per neofiti ed in diverse occasioni dà per “date” alcune nozioni di carattere storico e geografico non proprio “scolastiche”;
Le, appena due, carte geografiche sono insufficienti e di qualità non eccezionale;
Sottostima il ruolo e l’impatto che ebbe Ivan IV nel trasformare il Gran Principato di Mosca da primus inter pares rispetto agli altri principati russi con lo guardo fisso ad Oriente in uno stato centralizzato – o che aspirasse a divenire tale – che guardasse ad Occidente e alle possibilità da esso offerte;
Una galleria di immagini, anche solo in bianco e nero, per mostrare l’evoluzione delle iconografie degli stati presi in esame non sarebbe stata sgradita

 

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