Intervista a Chiara Curione

Chiara è un piacere averla qui con noi e la ringraziamo per il tempo concessoci.

Iniziamo dal principio per conoscerci meglio. Chi è Chiara Curione? Come nasce il suo amore per la storia, in prima analisi, e come questa passione diventa desiderio di divulgare attraverso i romanzi?

La storia per me ha sempre avuto un grande fascino. Sin dall’infanzia mi appassionavano i personaggi storici poiché più che vederli come aridi soggetti da studiare, cercavo di compenetrarmi nelle loro vicende pensando al loro lato umano, alle motivazioni del loro agire. Attraverso le loro vicende storiche e le decisioni prese ne immaginavo il carattere, l’astuzia, la forza, ma anche i lati negativi che potevano incidere sulle vicende, studiavo com’erano i loro nemici e come erano state sfruttate le loro debolezze. Questi particolari erano motivo di riflessione e di curiosità verso il mondo passato. Non ho mai perso questa curiosità verso la storia poiché ho sempre amato fare un confronto tra presente e passato

Il desiderio di divulgare la storia nasce dalla voglia di trasmettere fatti e vicende rilevanti insieme a valori e tradizioni con il romanzo che è un genere molto accattivante. La storia che viene messa in scena ha un fascino unico e ci racconta come l’uomo con le sue emozioni e i sentimenti non è cambiato nel tempo. Anche le numerose architetture del passato che ci circondano sono sempre lì a ricordarci quelli che eravamo. Credo nel valore educativo della storia e penso che sia una materia viva intorno a noi, basta guardarla con occhi diversi.

Ci parli dei suoi romanzi storici e di come ha affrontato la ricerca di informazioni.

Leggo tutto quello che riguarda il personaggio di cui intendo scrivere, vado alla ricerca dei particolari del luogo in cui le vicende si svolsero. Mi immedesimo nel protagonista della mia storia e studio i dettagli che riguardano i personaggi che gli sono stati vicini. La ricerca dei documenti, e delle lettere mi aiutano ad entrare ancora di più nel personaggio. Del periodo che intendo affrontare approfondisco gli usi e i costumi, la mentalità, le tattiche militari, le armi in uso. Osservo attentamente le cartine geografiche del passato faccio confronti, lo studio è molto curato poiché i miei romanzi sono puntualmente documentati.

Quali sono i periodi storici che predilige e perché?

Non c’è un periodo storico che prediligo in particolare, i miei romanzi si ispirano ai personaggi che colpiscono la mia immaginazione e possono essere di epoche diverse. Mi affascinano le figure forti, disposte a lottare fino alla morte per i loro ideali, come ad esempio nel romanzo storico sul brigantaggio “Un eroe dalla parte sbagliata” ambientato nel periodo Post-Unitario. 

Ho ambientato altri romanzi nel periodo medievale attirata da figure eroiche e coraggiose, spesso dimenticate, come ad esempio Manfredi di Svevia, il figlio prediletto di Federico II, colui che riuscì a riconquistare il regno di Sicilia e di Puglia dopo la morte del padre, proseguendo la politica paterna di sviluppo del territorio, della cultura, del commercio e dell’agricoltura. La sua ascesa al potere in Italia come capo dei ghibellini segna un breve periodo di gloria, poiché fu ostacolato dal Papa deciso a eliminare gli Svevi e richiamando in Italia il principe straniero Carlo d’Angiò, investendolo del regno di Sicilia e di Puglia. La fine tragica ma eroica di re Manfredi in difesa della sua terra non andrebbe dimenticata, poiché si richiama a ideali di onore, coraggio e lealtà.

Ha dedicato un recente romanzo a Costanza di Svevia. Cosa l’ha incuriosita e spinta a dedicargli un romanzo? Ci racconti qualcosa per incuriosirci nella lettura del suddetto romanzo.

Costanza di Svevia è un personaggio che mi ha incuriosito per le sue doti diplomatiche, ma anche per la sua forza e la capacità di mantenere gli equilibri in Sicilia durante il periodo dei Vespri Siciliani, dove c’erano lotte civili e battaglie per mantenere il controllo del territorio. 

Avendo scritto di Manfredi di Svevia nel romanzo “Il tramonto delle aquile”, avevo approfondito il suo personaggio e mi aveva colpito il fatto che desiderasse riprendere il regno del padre e vendicarsi della sua morte e della prigionia dei suoi fratelli, ma una serie di vicende non si conciliavano con un carattere prettamente vendicativo. Osservando che era stata beatificata dalla chiesa, pensavo anche ad un percorso di conversione dovuto a vicende tragiche che hanno complicato la sua vita di regina e di madre dal momento in cui lascia il regno d’Aragona per raggiungere la Sicilia, dove diventerà reggente, insieme al figlio Giacomo, in assenza del marito. 

Dalle cronache del tempo e dal testamento lasciato dal re Pietro d’Aragona si desume anche quanto fosse l’amore e il rispetto che il marito aveva per lei. Doveva essere una grande donna sicuramente. 

Nel Medioevo era difficile per le donne poter emergere. Considerate esseri fragili da proteggere, la loro vita era sottoposta all’uomo, al padre prima e al marito poi. Le donne nobili erano destinate a matrimoni vantaggiosi per sancire alleanze e la loro vita era destinata alla procreazione. Pochissime le donne in quel periodo che sono riuscite a emergere grazie alla consapevolezza della loro forte personalità o quelle che hanno potuto esercitare professioni che erano unica prerogativa maschile, come la professione del medico.

In questo romanzo ho voluto quindi affiancare a Costanza di Svevia la figura di altre due donne dalla forte personalità, una è Macalda, la spregiudicata baronessa che vuole rivaleggiare con la regina in amore e in politica e l’altra è Imelda che rappresenta la donna medico dell’epoca. Una figura rara, infatti le poche donne medico provenivano dalla Scuola Medica Salernitana. 

Nel romanzo vengono evidenziati anche personaggi maschili dal carattere determinato, di astuti e prodi guerrieri. Non mancano battaglie leggendarie di un periodo storico in cui la Sicilia con la guerra dei Vespri diventa teatro di intrighi, ribellioni e tradimenti e dove la regina Costanza, in assenza del marito, deve affrontare ogni tipo di avversità dando prova di coraggio e di saggezza.

Scrive anche per ragazzi, la trovo una cosa molto bella perché sono così freschi e aperti, ancora non hanno subito il forte influsso della società. Come si rapporta a loro attraverso la scrittura? In particolare con le fiabe di Federico Il sono molto curiosa di scoprire come lo racconta.

Scrivere per ragazzi significa cercare di vedere il mondo con i loro occhi, un po’ diventare bambini. 

Riguardo Federico II è un personaggio che mi ha sempre affascinato per quello che si narra di lui e per le tante leggende legate ai castelli da lui edificati o ristrutturati su preesistenti fortezze normanne. Soprattutto mi ha sempre attirato la leggenda di Bianca Lancia, la sua quarta moglie e l’unica donna che abbia amato, legata al castello di Gioia del Colle.

Raccontare di lui come in una fiaba è stato semplice perché la sua vita sin da bambino è come una fiaba: nasce in una tenda al centro del paese di Jesi invece che in un castello, a tre anni diventa orfano di padre, e a quattro perde anche la madre. Pur essendo figlio di un imperatore e di una regina rimane solo al mondo. Di qui comincia il suo percorso difficile. Sottoposto alla tutela del Papa, tuttavia diventa ostaggio di coloro che volevano detenere il potere in Sicilia, esposto a numerose insidie, costretto a guardarsi da tutto e da tutti. Per poter superare queste difficoltà nelle mie fiabe racconto che Federico ha avuto vicino un grande amico: il falco parlante. Infatti il titolo del libro è “Il falco parlante e il re bambino”. 

L’idea di creare il personaggio del falco parlante è nata osservando i codici miniati dove lui è sempre rappresentato con il falco poiché amava andare a caccia con questo animale straordinario. 

Raccontare ai bambini del suo grande coraggio e l’astuzia per riprendersi ogni terra e castello che gli era stato sottratto, riuscendo ad affermare il potere prima nel regno di Sicilia e di Puglia fino a riconquistare il regno di Germania ed essere incoronato Imperatore, insegna che ogni pericolo e ogni avversità si possono affrontare mettendo in luce il carattere e le doti migliori che ognuno possiede.

Sta lavorando a qualcosa di nuovo? Ci può o vuole anticipare il periodo storico?

Sto lavorando al seguito del romanzo Costanza di Svevia, esattamente quello che accadde dopo la morte del re Pietro e tutte le dinamiche familiari che si scatenarono per la successione, soprattutto le dispute tra i figli di Costanza Giacomo e Federico. Oltre questo, sto scrivendo per ragazzi una raccolta di leggende pugliesi. 

Se dovesse abbinare un piatto al romanzo di Federico Il e uno a quello di Costanza di Svevia quali sceglierebbe e perché?

Federico II era un personaggio singolare, amava le violette candite che condivideva con il suo falco. Tuttavia c’è un piatto medievale che si abbina benissimo a lui: Frittelle dell’imperatore (fettine di formaggio fresco passate nell’uovo sbattuto e poi nella farina e pinoli, fritte e spolverate di zucchero). L’imperatore amava i piatti semplici come il formaggio fresco, anche se ordinava banchetti sontuosi, mangiava poco ed era molto attento a nutrirsi in maniera sana. 

Riguardo il piatto che si abbina alla regina Costanza, scelgo la cassata siciliana perché è un dolce dall’aspetto elegante come lei e dal gusto unico che si distingue da tanti altri dolci per la raffinatezza.

C’è un autore o una autrice del passato a cui si ispira?

I classici della letteratura sono i libri che ho sempre amato leggendo e rileggendo alcuni autori, come Tolstoy, Dumas, Tomasi di Lampedusa o Federico de Roberto. Ma quello a cui più mi ispiro è Walter Scott.

Le lascio uno spazio libero per una citazione da un suo libro o un messaggio per i lettori di romanzi storici

Ringraziandovi per l’intervista vi lascio con questa citazione del mio romanzo che descrive in pochi tratti il carattere della protagonista.

“In voi ci sono due anime, madre. Siete religiosa e pia, ma non dimenticate nessun torto subito e parlate di vendetta”   

Grazie mille 

Grazie a Chiara Curione per essere stata con noi nel nostro salottino virtuale.

Sara Valentino

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