Intervista a Cristoforo Gorno

Bentrovati nel nostro spazio virtuale dedicato alle interviste.

Oggi ho il grandissimo piacere e onore di avere ospite, nel salottino di Septem Literary, Cristoforo Gorno.

Grazie per aver accettato il nostro invito e per il tempo che ci ha dedicato rispondendo alle nostre curiosità.

E’ da poco in libreria il suo ultimo libro: Cronache dall’Antichità – dieci storie dalla guerra di troia al tramonto degli dei”, ne parleremo nel corso dell’intervista

E’ autore e conduttore televisivo. Quando e come è iniziata la sua carriera? 

Mi sono laureato in lettere classiche ma non ero abbastanza studioso per la carriera accademica, allora mi sono buttato sulla tv, ho lavorato prima in produzione poi sono diventato autore facendo un po’ di tutto, dai concorsi di bellezza ai varietà comici alle rubriche letterarie. Con il tempo ho capito che mi interessava la divulgazione e ho cercato di fare solo quella. Per anni sono stato autore di programmi condotti da amici e colleghi come Valerio Massimo Manfredi e Mario Tozzi, qualche anno fa, quasi per caso, ho fatto una prova davanti a una telecamera ed è iniziata l’avventura.

In cosa le serie di Cronache, dall’Antichità, dal Rinascimento, dal Mito, si differenziano dagli altri programmi storici?

Si differenziano per alcune scelte decise: le puntate sono girate sui luoghi dove si sono svolti i fatti facendoli vedere così come sono oggi, senza effetti speciali, non ci sono interviste agli esperti, non ci sono attori che impersonano, secondo me spesso in modo grottesco, i personaggi, si usano soltanto ritratti, quadri, sculture, immagini storiche. Ma la novità più importante è l’uso continuo delle fonti antiche o contemporanee agli eventi per scandire il racconto

In una puntata di Cronache dall’Antichità ci parla e racconta di Socrate, ci conduce in maniera elegante e anche frizzante proprio nei luoghi del processo. Ci vuole parlare dei Suoi viaggi, di questo in particolare?

Sono contento le sia piaciuta la puntata sul processo a Socrate perché è stata una delle più difficili, niente fatti travolgenti ma una battaglia di idee. Tutto avviene nell’agorà di Atene , lì c’era il Portico del Re, dove l’arconte basileus notificava agli accusati i procedimenti, la bulè, il parlamento dove Socrate, come tutti i cittadini liberi ateniesi, aveva svolto attività politica, la bottega del pellaio Simone, dove Socrate si dava appuntamento con i suoi allievi, l’Eliea, dove si celebravano i processi nell’arco di una giornata. E’ stato emozionante esplorare quei luoghi e vedere come uno degli avvenimenti cardine nella storia del pensiero si sia svolto nello spazio di pochi passi, quasi la scena di un teatro. Altri luoghi pieni di fascino sono Micene, dove ho raccontato il ritorno di Agamennone, le Termopili, Delfi per i miti di Apollo, Selinunte per quelli di Demetra e Persefone, la Firenze dei Medici per la congiura dei Pazzi, ma anche la prima puntata di Cronache, in cui si ripercorre il cammino di Cesare la mattina delle Idi di marzo, da casa sua al teatro di Pompeo dove verrà ucciso. E’ un piccolo viaggio che consiglio agli appassionati, poche centinaia di metri da dare con le fonti alla mano.

Parlando di Cesare, il suo libro precedente è un romanzo dedicato proprio a Gaio Giulio Cesare, addirittura la sua autobiografia immaginaria, Io sono Cesare- memorie di un giocatore d’azzardo. Come ha deciso 

di scriverla? 

Mi è venuta l’idea e per prima cosa ho verificato che non ci fossero autobiografie romanzate di Cesare in circolazione, non ne ho trovate. Poi andava vinto il pudore: perché mai tale Gorno si azzarda nel ventunesimo secolo a far scrivere Cesare in prima persona, considerando anche il fatto che lui scriveva benissimo di se stesso in terza persona? Le fonti sono venute in mio soccorso, Svetonio racconta che il dicio

ttenne Gaio Ottavio è ad Apollonia quando riceve la notizia della morte del prozio alle Idi di marzo, contestualmente viene anche a sapere di essere l’erede principale di Cesare e di essere stato adottato. Tutti, la mamma , il patrigno, gli amici, gli consigliano di rinunciare all’eredità, di volare basso, se hanno ammazzato lui, che era lui, figurati cosa faranno a te che sei un ragazzino. Svetonio dice che Ottavio si prende del tempo per riflettere poi decide di accettare l’eredità e l’adozione, assume il nome di Gaio Giulio Cesare Ottaviano, torna in Italia e nell’arco di qualche tempo metterà tutti nel sacco e diventerà Augusto. Ecco, se il tempo di riflessione fosse stato occupato nella lettura di un messaggio del prozio? Se Cesare, sentendo tirare una brutta aria attorno alla sua persona, poco prima delle idi di marzo avesse deciso di scrivere un memoriale segreto per il nipote ed erede? Un memoriale in cui gli affidava i ricordi di una vita titanica e gli dava consigli su come governare un impero? Cos

ì ha preso forma il romanzo.

Ora è in libreria Cronache dall’Antichità – dieci storie dalla guerra di troia al tramonto degli dei, dal titolo si intuisce un rapporto stretto con il programma tv.

Sì, documentandomi, cercando le storie per le puntate e poi scrivendole, mi rendevo conto che la durata di mezz’ora del programma mi costringeva a lasciare fuori molti fatti e dettagli che meritavano di essere approfonditi, Railibri mi ha dato l’opportunità di recuperarli e di riscriverli arricchendoli, completandoli, inserendo dei riferimenti contemporanei, per esempio, lo sapeva che c’è un legame tra Laurie Anderson, musicista americana, vedova di Lou Reed, e la battaglia delle Termopili? Leggendo il libro lo scoprirà.

Come ha scelto le dieci storie?

Ho scelto dieci storie in modo da abbracciare tutta l’antichità greco-romana, si comincia con i ritorni di Agamennone e Odisseo, in mezzo ci sono la fondazione di Roma, le Termopili, la battaglia di Canne, la morte di Cesare e così via, episodi decisivi che nel racconto vengono legati l’uno all’altro. Si finisce con l’ultima grande storia pagana, l’amore tra Adriano e Antinoo, che nel libro seguita da un epilogo che va da Marco Aurelio agli editti di Teodosio, che sanciscono il Cristianesimo come religione di stato l’unica consentita, che interrompono i giochi olimpici, chiudono l’oracolo di Delfi, spengono il fuoco delle Vestali, tre simboli che per più di un millennio avevano unificato il mondo mediterraneo ellenico e latino. Il mondo antico finisce per editto.

C’è una storia a cui è affezionato in modo particolare?

Sì, una storia inedita, che in tv comparirà nella nuova serie in onda da fine ottobre e che si chiamerà Cronache dall’Impero, è la storia di Giulia Agrippina Augusta, meglio nota come Agrippina Minore, sorella, moglie, nipote e madre di imperatori, una definizione un po’ maschilista, lei , sono convinto, avrebbe preferito si dicesse Caligola, fratello di Agrippina, Claudio, zio e marito di Agrippina,  Nerone, figlio di Agrippina. E’ un personaggio tragico ed eroico, degno delle grandi figure femminili del mito, che mi ha affascinato e di cui mi sono, confesso, un po’ innamorato.

Grazie ancora e approfitto per lasciare ai lettori i link d’acquisto dei suoi libri:

Io sono Cesare. Memorie di un giocatore d’azzardo

Cronache dall’antichità. Dieci storie dalla guerra di Troia al tramonto degli dei

 

Sara Valentino

 

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