Intervista a Luca Arnaù 

Oggi abbiamo il piacere di ospitare Luca Arnaù, autore del thriller storico “Le dieci chiavi di Leonardo” qui la nostra recensione: RECENSIONE

Il 22/07/2022 uscirà il nuovo thriller: “L’enigma di Leonardo”

Raccontaci un po’ di te e della tua passione per la Storia e per la scrittura. 

Prima di tutto grazie a te, Sara e ai lettori di Septem Literary. Voi siete fondamentali per aiutare noi autori a farci conoscere da chi legge. La mia passione per la scrittura ha radici lontane… sono uscito dal liceo scientifico rendendomi conto di aver sbagliato scuola. Mio padre era un ingegnere e avrebbe voluto che io seguissi le sue impronte. Ma la matematica non fa per me. Uscii da quella scuola con due sole certezze, amavo suonare rock e amavo scrivere. Da piccolo leggevo di continuo: ho letto tutti gli oltre ottanta libri di Emilio Salgari. E suonavo il basso in tutte le band hard rock che trovavo. Sai, capelli lunghi, chiodo di pelle nera, aria sempre incazzata. Pensa che sono persino citato nell’Enciclopedia del Metal italiano. Ma non ero abbastanza bravo per guadagnarmi da vivere suonando. Così provai a entrare nel quotidiano di Genova, il Secolo XIX. Ebbi il mio primo contratto… e poi ho fatto il giornalista tutta la vita. Riguardo la storia, beh, sono nato e ho vissuto tra i vicoli medievali di Genova… ho respirato storia tutta la vita! 

Ho letto lo scorso anno durante le vacanze il primo romanzo che hai dedicato a un detective d’eccezione, Leonardo Da Vinci. Un thriller adrenalinico ambientato a Firenze. Perchè hai deciso di utilizzare le doti del grande genio del Rinascimento quale indagatore per il tuoi thriller?

In realtà mi reputo più uno scrittore di gialli che di romanzi storici. Nel senso che Le dieci chiavi di Leonardo, con pochi cambi, potrebbe avere come teatro Milano oggi, o New York. Ma mi affascinava l’idea di mettere Leonardo e Dante nello stesso libro. E creare un serial killer cattivissimo. Insomma. Prima di partire c’erano già gli ingredienti per il romanzo che ho scritto. Avendo lavorato come giornalista di cronaca nera per anni, poi, sono sicuramente facilitato. So bene di cosa si parla, trattando scene del crimine, omicidi e indagini. Mi è capitato di seguire come giornalista grandi serial killer reali, come Donato Bilancia, Maurizio Minghella… insomma, quando parlo di queste cose mi sento a casa.

Raccontaci brevemente i fatti salienti del nuovissimo thriller “L’enigma di Leonardo” che vedrà ancora il nostro artista alle prese con efferati omicidi all’ombra di Santa Maria del Fiore

Sicuramente è un libro diverso rispetto a Le dieci chiavi. Più avventuroso, meno thriller… ci sono grandi viaggi, arrembaggi in mare, battaglie, agenti segreti e, sì, anche una bella storia d’amore che nel primo libro era assolutamente out. Diciamo che è un omaggio a Sandokan, al Corsaro Nero…se il primo è Il Silenzio degli Innocenti questo è 007. Ovviamente con tanti omicidi come contorno. Comunque tutto nasce da un dato storico importante: nella seconda metà del XV secolo cominciano ad apparire le prime armi da fuoco degne di tale nome. E la cosa mi ha incuriosito: perché non mettere in scena un omicidio compiuto per mezzo di un archibugio? Ovviamente cambia tutta la storia: un conto è un pugnale, il veleno, una freccia. Un conto è una pallottola che arriva da dove non ti aspetti… Ma il 1482 per Leonardo da Vinci è anche un anno fondamentale dal punto di vista storico. L’anno in cui il Genio abbandona Firenze per andare a Milano alla corte di Ludovico il Moro nelle vesti di ingegnere militare…

Quanto tempo ha occupato la ricerca storica che ti ha permesso la stesura dei tuoi romanzi?

Io ho un mio metodo, che è preso proprio dai miei trent’anni di lavoro come giornalista. Cerco cioè di concentrarmi su quello che mi serve per scrivere un testo corretto dal punto di vista storico. Quindi studio il singolo personaggio, il singolo periodo, il singolo fatto storico: dopo questo libro so tutto sugli archibugi del 1400, sulla polvere nera, sui viaggi per nave… diciamo che posso fermarmi a studiare un singolo particolare per giorni interi. Ma cerco di non allargare troppo l’orizzonte per concentrarmi solo su quello che mi serve. 

Hai in cantiere altre opere che seguiranno il filone oppure ti stai dedicando ad altro? Per quanto ovviamente puoi dirci

Il 22 luglio esce L’Enigma di Leonardo. Nel frattempo Newton Compton ha deciso di ristampare Le dieci chiavi come tascabile. E io sono già al lavoro sulla terza indagine di Leonardo – L’Arcano di Leonardo – che dovrebbe uscire, nelle mie intenzioni, la prossima primavera. Nel frattempo ho scritto un altro romanzo storico a cui tengo tantissimo e che uscirà a dicembre per Altre Voci. Si intitola Yeshua ed è una romanzone alla Ben Hur che si svolge negli anni dell’infanzia di Gesù tra Gerusalemme e Roma. In questi mesi mi sono poi dedicato a scrivere sceneggiature: a dicembre uscirà il mio primo film al cinema “La banda del Buffardello e il manoscritto di Leonardo da Vinci” per la regia di Mario Chiavalin e su Chili Tv c’è una mia serie di documentari che si intitola Italians. Insomma, cerco di muovermi su più fronti.

Leggo che sei Genovese di nascita e Milanese di adozione. Hai mai pensato di scrivere un thriller ambientato tra le due città?

Chi ti dice che non l’abbia già fatto? Come ti ho detto L’enigma di Leonardo partirà da Firenze. Ma Leonardo si troverà a visitare molti altri luoghi…  spoiler… tra cui Genova. O meglio, la Superba Repubblica di Genova.

Quanto di te hai racchiuso nei personaggi dei tuoi thriller?

Nei miei romanzi finiscono soprattutto i miei amici. Io preferisco starne fuori, non rispecchiarmi troppo in nessuno. Uno, perché poi rischio di restarci male se il personaggio muore, poi perché voglio conservare un punto di osservazione terzo su di loro. Io scrivo molto “di pancia”, senza pensare, senza correggere, senza rileggere mai. Non faccio mai uno schema sulla futura trama del libro, i colpi di scena nascono sul momento. Vado, insomma, dove mi porta il cuore seguendo un canovaccio che ho in mente, ma che è passibile di cambiare in ogni momento. Non so mai come finirà un libro prima di averne scritto tre quarti. Quindi quasi tutti i caratteri del romanzo hanno dentro qualcosa di mio, ma cerco di fare in modo che non sia mai troppo marcato. 

Grazie per averci raccontato un pochino di te e del tuo mondo, congratulazioni per la nuova uscita

Grazie a te, Sara e a tutti voi. Appuntamento in libreria dal 22 luglio. E per favore fatemi sapere sempre cosa ne pensate!

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