Intervista a Luca Sarzi Amadè – I Gonzaga. Una dinastia tra Medioevo e Rinascimento – Editore Laterza

Benvenuto Luca Sarzi Amadè e grazie per aver accettato il nostro invito! Lieti di ospitarLa nel nostro salottino virtuale.

Sarzi Amadè, come nasce il Suo interesse per i Gonzaga?

 Dai miei soggiorni a Mantova presso i nonni, che da bambino mi portavano a visitare il Palazzo Ducale. Ricordo ancora i freddi inverni, i racconti tramandati a voce, le affabulazioni dei ciceroni. Così l’interesse è cresciuto negli anni.
Nel Suo libro, Lei associa la Dinastia dei Gonzaga al Sacro Graal. Cosa lega le due cose?
 Secondo la leggenda, il Sangue di Cristo fu portato a Mantova da Longino, il centurione che aveva trafitto il costato di Gesù. Mantova divenne dunque meta di pellegrinaggi, tappa obbligata (anche per gl’imperatori) sul cammino tra Roma e la Germania. Ciò favorì lo sviluppo economico, politico, religioso, mitografico. In questo contesto prende corpo la saga dei Gonzaga.
Cosa intende per sviluppo mitografico?
 Alludo ad esempio al ciclo del Pisanello, forse il più grande pittore del suo tempo, scoperto all’interno del Palazzo Ducale solo negli anni ’60. Esso racconta uno degli episodi più belli della Leggenda di Re Artù (legata appunto al Sacro Graal), e tuttora è intriso di misteri. Alcuni dettagli evocano la dinastia inglese dei Lancaster, altri il Tricolore.
Cosa c’entra il Tricolore con i Gonzaga?
Nella Sala del Pisanello (a metà ‘400, quella centrale della reggia) c’è la figura di un.singolare nano a cavallo, che sulle vesti reca i colori araldici della dinastia: verde, bianco, rosso (stessa disposizione quindi che sulla nostra bandiera): essi incarnano le tre virtù teologali (dunque legate ai valori sacrali connessi al Sangue di Cristo). Per caso proprio i Gonzaga furono anche signori di Reggio (dove il Tricolore, il nostro, è ufficialmente nato nel 1797!). Anzi a Reggio costruirono una grande roccaforte (demolita solo nell’800).
E’ vero che i Gonzaga sono di origine longobarda?
 Molto lo fa pensare (ad esempio il fatto che all’inizio condividessero il comando alla pari, tra fratelli). La loro storia parte però dalla corte dei conti di Canossa, i quali fondarono sul Po la celebre abbazia di Polirone, dove poi fu sepolta la contessa Matilde. Ben presto i Gonzaga, originari vassalli (ma sedicenti eredi della Contessa!), cercarono di impadronirsi della badia. Da qui cominciò il loro cammino in ascesa anche all’interno della Chiesa, raccontato anch’esso  nel libro.
Che ruolo ebbero i Gonzaga nella storia della Chiesa?
 Innanzitutto diedero un vescovo (frate) già tra ‘200 e ‘300, nei decenni “ruggenti” del francescanesimo. Questi morì in odor di beatitudine nel 1321, lo stesso anno di Dante (che certamente passò anche da Mantova). A quei tempi, cosa poco nota, i Gonzaga formarono una corte anche nell’attuale Piemonte.
E in seguito? diedero dei papi?
 I Gonzaga promossero anche i movimenti riformatori, il cui scopo era risanare la Chiesa dalla corruzione. Ciò fece di Mantova un banco di prova, sinché, nel pieno ‘400, diedero il primo cardinale. Ne seguirono altri nove. Ma nessun papa. Eppure i Gonzaga contarono più porporati di altre casate che diedero grandi pontefici alla Chiesa.
Però ebbero un grande santo.
 San Luigi, patrono della gioventù, uscì da un ramo cadetto. Ma suggerisce un parallelo, di nuovo, con la Francia: San Luigi Gonzaga ha eclissato la popolarità del re San Luigi, epico re di Francia, al quale la dinastia aveva sempre guardato come a un modello fin dagl’inizi della sua ascesa. Al punto che il primo Gonzaga che salì al potere aveva appunto il suo nome.
A proposito, è vero che i Gonzaga, quando nel 1328 presero il potere, conservarono poi il corpo del rivale in casa propria, come un trofeo?
 Non è una leggenda: è la verità. Ed è uno degli aspetti affrontati nel libro. La mummia, che recava lacerazioni e ferite del combattimento (aveva il ventre squarciato), era esposta fino almeno al 1600 all’interno della reggia. Un vaticinio diceva che finché questa si fosse conservata, la Dinastia avrebbe mantenuto il potere. Pare ciò sia realmente avvenuto.
Sarzi Amadè, chi era il rivale mummificato?
 Era il Passerino, il capo cioè dei Bonacolsi, precedenti signori della città, descritto dai vincitori come un tiranno, in realtà un grande stratega militare e politico. I figli invece furono fatti morire di fame in un castello di frontiera, dove le loro ossa furono rinvenute cinque secoli più tardi insieme a quelle di altri sventurati, i Pico della Mirandola.
Ma cosa determinò il colpo di Stato?
 Potremmo parlare a lungo di intrighi politici. Ciò che però ho notato è che un fattore scatenante (sinora stranamente ignorato) fu proprio la carestia di quegli anni e il malcontento che ne seguì. Spesso infatti a determinare le pagine di storia è la fame.
Sarzi Amadè, la sua produzione vanta diversi titoli. Tra cui “Il duca di Sabbioneta, guerre e amori di un europeo errante”. Di cosa tratta?
 E’ la biografia di un cadetto, Vespasiano Gonzaga, il quale, a dispetto della sua modesta posizione, riuscì ad assumere incarichi importanti nell’Europa di Carlo V. Pensate che mentre in Italia si affermava il dominio spagnolo, egli fu addirittura viceré in Spagna (unico italiano della sua generazione). Ma la sua fama è legata soprattutto a Sabbioneta, la borgata che egli trasformò in una città ideale, secondo i canoni del Rinascimento. Il libro è edito da Mimesis.
Pur dominando un territorio limitato e periferico, i Gonzaga sono stati una delle famiglie più importanti d’Europa, protagonisti per secoli della storia italiana. Signori di Mantova, poi marchesi e duchi, si imparentarono con gli Asburgo e annoverarono inoltre nei loro ranghi due imperatrici e una regina di Polonia. La costante promozione delle arti trasformò Mantova in una delle capitali della cultura del Rinascimento. Ai capolavori di Pisanello e Mantegna si aggiunsero nei secoli le meraviglie della Celeste Galleria e i prodigi della musica e del teatro. La cerchia letteraria poté contare su nomi come quelli di Boiardo, Ariosto e Baldassarre Castiglione. Ma come è stato possibile per questa casata ritagliarsi una simile posizione nel mondo e conservarla per quasi quattro secoli? Che origini ha avuto? E a cosa fu dovuto tanto successo? Un affresco ricco di sorprese, una storia di guerre e di congiure, una lotta per la sopravvivenza prima e per la supremazia poi, attraverso cui si dipana, come in un racconto, la vicenda dell’Italia dal medioevo delle grandi abbazie sino all’età comunale e ai principati.
  • Peso articolo : 480 g

  • Copertina rigida : 322 pagine

  • ISBN-13 : 978-8858135822

  • ISBN-10 : 8858135822

  • Dimensioni : 14.5 x 3.4 x 21 cm

  • Editore : Laterza (5 settembre 2019)

  • Link d’acquisto
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