Intervista a Tiziana Silvestrin- Autrice

Benvenuta tra noi Tiziana e grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande. I lettori saranno curiosi di approfondire la tua conoscenza.

Ecco una breve presentazione per conoscerla meglio…

Tiziana Silvestrin vive e lavora a Mantova

Entrata a far parte di una compagnia di teatro amatoriale inizia a scrivere commedie. Alla passione per la recitazione e per la lettura si aggiunge la curiosità per l’arte e la storia.

Laureata in lettere con indirizzo artistico all’Università di Verona

Nel 2007 al concorso letterario Voci di donna vince il premio speciale A.M.M.I. con il racconto Amina.

Nel 2009 esce il suo primo romanzo I leoni d’Europa, al quale sono seguiti nel 2011 Le righe nere della vendetta, nel 2014 Un sicario alla corte dei Gonzaga, nel 2017 Il Sigillo di Enrico IV enel 2018 La profezia dei Gonzaga.

 

La domanda di rito. Quando hai capito che era il momento giusto per iniziare a diventare una scrittrice? Qual è stata la scintilla che ti ha fatto prendere questa decisione?

Mi è sempre piaciuto inventare storie, a volte le tenevo per me, semplici sogni ad occhi aperti, altre volte diventavano racconti che riempivano fogli e fogli. Il momento in cui ho pensato che forse questa mia attitudine poteva diventare qualcosa di serio è stato quando mi sono iscritta ad un corso della regione Lombardia su come creare storie partendo dai documenti d’archivio. Ho capito che era quella la mia strada in quanto univa alla scrittura le altre mie passioni per la storia e l’arte.

Prima che autrice sarai senza dubbio una lettrice. Qual è il libro che ricordi come quello che ti ha iniziato a questo mondo?
Certo, leggo e ho sempre letto moltissimo, ma non c’è un libro in particolare che mi ha influenzato, sono stati tantissimi, soprattutto i romanzi di grandi scrittori che porto nel cuore come “La montagna incantata” di Thomas Mann, “Delitto e castigo” e i “Fratelli Karamazov” di Dostoevskij, “Il maestro e Margherita” di Bulgakov, “Il conte di Montecristo” di Dumas e l’elenco potrebbe continuare.

Che rapporto hai con la televisione? Ci sono programmi che trovi ancora interessanti da seguire?
Guardo poco la televisione, giusto il telegiornale e i documentari di Piero e Alberto Angela. A volte vedo qualche film storico.

Puoi descrivere il luogo dove crei le tue storie? Scrivi direttamente a pc oppure hai un quaderno con le bozze? magari con qualche disegno…
No, come disegnatrice sono una catastrofe! Scrivo direttamente sul pc e ho sul cellulare, oppure le trovo su internet, le foto dei luoghi in cui ambiento le varie scene. Scrivo in una stanza chiamata “dell’orso” perché su una sedia in stile medioevale è adagiato un grosso orso di peluche. Oltre al divano e a mobili pieni di libri vi è la mia scrivania, con davanti una comoda sedia sul cui schienale la mia gatta Heloise controlla quello che scrivo. Il tavolo al centro è sempre pieno di libri e di mappe delle città in cui i miei personaggi vivono le loro avventure.

I tuoi romanzi sono ambientati nel 1500 a Mantova. Quanto tempo hai dedicato alla ricerca prima di iniziare la saga dedicata a Biagio Dell’Orso e alla famiglia Gonzaga?
Immagino, naturalmente, che tu abbia studiato continuamente vista la poderosa mole di nozioni storiche che possiamo trovare nei tuoi romanzi.
A scrivere il primo romanzo ho impiegato circa tre anni che non sono stati solo di studio, ma anche di ricerche e di viaggi nei luoghi in cui sono vissuti i miei protagonisti. Ho sempre dato molta importanza all’ambientazione, mi sono preoccupata di conoscere il modo di vivere non solo dell’aristocrazia, di cui sappiamo quasi tutto, ma anche del popolo, delle persone di cui gli studiosi difficilmente si occupano. Le donne soprattutto hanno catalizzato la mia attenzione, la storia purtroppo l’hanno sempre scritta gli uomini e anche pittrici e letterate intelligenti e talentuose sono state trascurate.

Biagio dell’Orso, questo capitano di giustizia non solo uomo attraente e aitante, ma anche arguto e attento, nonchè di animo nobile. Com’è nato nella tua mente? Ti sei ispirata a una persona conosciuta oppure è frutto della tua fantasia?
Biagio dell’Orso era il capitano di giustizia al tempo di Guglielmo Gonzaga, di lui ho letto alcune relazioni all’archivio storico di Mantova. Non so quale sia stato il suo vero aspetto ma, credo che le lettrici capiranno, avendolo scelto come protagonista dei miei romanzi ho voluto immaginarlo affascinante per rendere più piacevole la scrittura.
Sono stata troppo sincera?

Dal 1582 al 1596 i tuoi gialli-thriller storici attraversano un arco temporale di circa quindici anni. Io li ho letti tutti naturalmente e credo che si possa dire che gli stessi personaggi siano cresciuti con il tempo e con noi lettori. Cosa ne pensi? C’è un personaggio che più di ogni altro ti sta a cuore? oppure in base ad ogni avventura riesci ad essere in empatia con uno diverso di volta in volta?

In ogni personaggio c’è un po’ dello scrittore, del suo carattere e delle sua ambizioni; un personaggio, anche questo realmente vissuto, che amo particolarmente è Colorni, questo geniale truffatore per il quale la vita è una continua sfida, che “si nutre di adrenalina” diremmo oggi. Sempre in viaggio da una città all’altra alla ricerca di nuovi pericoli da affrontare. Ecco mi sarebbe piaciuto essere come lui, o meglio, come sua figlia Estella.

Non scendo nei particolari per evitare qualsiasi tipo di spoiler ma senza dubbio posso affermare che nei tuoi romanzi si può stare comodamente e al caldo seduti nelle locande o con i commensali ad assaporare i piatti tipici della zona. Riesci a descrivere persino i profumi. Sei un’amante della cucina? Un piatto tipico che ci vuoi consigliare?
Sarei un’amante della cucina se non fossi sempre a dieta o quasi. Faccio l’impiegata e a casa mi siedo di nuovo a scrivere, per forza di cose devo stare attenta a quello che mangio.
Un piatto tipico di Mantova sono i tortelli di zucca; la pasta ripiena di carne, verdure e ricotta veniva già preparata nel 1200, sicuramente anche i tortelli ripieni di zucca risalgono a quel periodo anche se non abbiamo nessun documento che lo provi. Ottimo anche il bussolano con l’uva fragola e fantastica anche la torta sbrisolona.

Mantova, una città molto affascinante che vorrei visitare. C’è un luogo imperdibile che ci consigli?

Mantova è un museo a cielo aperto, è bello camminare per il centro storico e godersi la vista di antichi edifici, imperdibili sono palazzo Ducale, con il castello di San Giorgio dove si trova la camera degli sposi di Andrea Mantegna e palazzo Te con i meravigliosi affreschi di Giulio Romano.

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Grazie per la tua disponibilità, è stato davvero un piacere poterti ascoltare e leggere.

A presto e nel frattempo lasciamo ai nostri lettori, se desiderano approfondire, i link d’acquisto ai tuoi romanzi editi da Scrittura & Scritture

I leoni d’Europa

Le righe nere della vendetta

Un sicario alla corte dei Gonzaga

Alla corte di Enrico IV

La profezia dei Gonzaga

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2 Risposte a “Intervista a Tiziana Silvestrin- Autrice”

  1. L’autrice ha scritto della “Locanda del cane che abbaia alla Luna”; io ho trovato un riferimento del 1895, in un originalissimo diario di viaggio da Ghemme (NO) a Venezia in bicicletta (dal 10 al 16 agosto 1895). Passando da Mantova scrive: “Nel ritorno, stante la grande confusione, si prende una vettura che ci porta a Mantova alle 10,50. Il vetturino ci porta all’Albergo Nazionale dei Trentossi dove ci satisfammo abbastanza. A Mantova sono famosi per i titoli degli Alberghi. Vista un’insegna “Stallo del Cane che abbaia alla Luna”. Era il 14 agosto 1895.

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