Intervista a Valerio Castelli, autore de “La quarta Maria”

Inizia oggi la nuova rubrica che abbiamo pensato per raccontare un libro da diversi punti di vista.

Questa settimana abbiamo il piacere di avere con noi Valerio Castelli, autore del romanzo “La quarta Maria” edito da Arpeggio Libero. Speriamo che la novità vi piaccia! Fateci sapere

Apriamo quindi le danze con l’intervista all’autore.

Valerio grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande e di partecipare alla nostra novità il book blog adventure. Raccontaci di te e della tua passione per la storia e per il teatro classico.

Prima è nata la passione per il teatro, alla fine degli anni 70 con un corso triennale di teatro e la partecipazione a una compagnia filodrammatica. Negli anni successivi, e ancora oggi, mi piace qualche volta all’anno assistere a spettacoli di teatro classico. L’interesse per la Storia ce l’ho da sempre, ossia da quando ho capito che per comprendere chi siamo dobbiamo scoprire chi eravamo, ma la voglia di approfondire i fatti nasce quindici anni fa in seguito a una ricerca che ho fatto sulle origini della mia famiglia, e ho cominciato a calare nomi e persone nei rispettivi contesti storici. Ovviamente non tutti i periodi storici mi affascinano allo stesso modo e prediligo la storia dell’antica Grecia e il periodo medievale dal VII al XIV secolo.

Il tuo ultimo romanzo, pubblicato anch’esso con la casa editrice Arpeggio Libero, come nasce? come ti è venuta l’idea?

Nasce dalla voglia di raccontare qualcosa di un personaggio femminile quasi dimenticato della storia di Torino e dell’Italia: Adelaide da Susa, vissuta nell’XI secolo e artefice del famoso incontro di Canossa tra Enrico IV e papa Gregorio VII. Non volendo scrivere un saggio sulla sua vita, ho costruito una storia in un’abbazia benedettina nelle alpi piemontesi, e Adelaide sarà una protagonista dei fatti. In parallelo, essendo un ammiratore di Eco, ho voluto scrivere una storia che in alcune parti ricalcasse l’impianto narrativo de “Il nome della rosa” senza ovviamente copiarne trama e personaggi. In ogni caso, se un lettore trovasse analogie tra il capolavoro di Eco e il mio romanzo, dico che il tutto è assolutamente voluto.

 La ricerca storica per poter scrivere un romanzo storico è senza dubbio poderosa. Tu hai all’attivo tre romanzi, ci puoi dire quanto tempo occupa la ricerca e nello specifico per questo ultimo come ti sei informato?

La ricerca rigorosa è un dovere che non sempre viene rispettato, ma io la ritengo basilare per dare credibilità alla storia anche nelle parti di fantasia. Oggi abbiamo la fortuna di avere internet che consente di attingere a ogni tipo di informazione e possiamo disporre di cronologia, elenchi, usi e costumi di ogni periodo storico, e li possiamo avere in pochi minuti invece di passare giornate intere in biblioteca. Per questo specifico romanzo le fonti bibliografiche sono alcuni saggi sul medioevo centrale di Jacques Le Goff, Edmond Pognon e Alessandro Barbero. Volendo dare un’idea del tempo che occorre per documentarsi posso dire che per scrivere una sola pagina in cui descrivo la lavorazione del ferro in un’officina dell’epoca ho passato un’intera giornata a studiare.

Il tuo periodo storico preferito qual è? e perché lo prediligi?

Prediligo quella parte del medioevo che inizia quando vengono fondati i primi monasteri benedettini in Europa, ossia intorno al VII secolo e che termina con la peste nera del 1350. La preferisco perché credo che sia la fase storica che più di ogni altra ha gettato le basi dell’Europa attuale e di buona parte del mondo occidentale. Molte cose che noi facciamo o pensiamo oggi (l’orario e la frequenza dei pasti, per esempio) sono frutto delle esperienze di quei secoli e non per nulla Benedetto da Norcia è da molti definito come il padre dell’Europa.

Se tu avessi la possibilità di una gita in barca con un personaggio storico, chi sceglieresti e di cosa ti piacerebbe parlare?

Non ho dubbi: Federico di Hohenstaufen, che tutti conosciamo come Federico II di Svevia detto “Stupor mundi”. Tra i tanti grandi della Storia è uno di quelli che meglio ha saputo coniugare potere e magnificenza. Non credo che proporrei argomenti di conversazione, lo lascerei parlare di quel che desidera e cercherei di imparare qualcosa. In alternativa, come già detto, gradirei Adelaide da Susa e a lei chiederei come abbia fatto a regnare incontrastata per decenni in un periodo in cui i principi regnanti erano tutti uomini.

 In questo ultimo romanzo “La quarta Maria”, si parla di un mistero e non lo sveleremo ovviamente per non spoilerare, ma per te i misteri e le leggende che peso hanno?

Senza leggende e misteri saremmo più poveri. Se tutto si riducesse a fatti e persone reali e incontrovertibili forse ci sarebbero meno equivoci, ma la vita sarebbe terribilmente noiosa. Per noi di oggi è importante saper distinguere la Storia dalla leggenda, ma dobbiamo anche tenere in conto quale sia l’importanza delle cose non certe, e soprattutto perché sono nate così tante leggende e tanti misteri che ancora oggi non riusciamo a svelare. Per chi scrive romanzi tutto questo è una fonte d’ispirazione infinita e il successo che ha la letteratura del mistero dimostra che l’argomento piace e non smette di affascinarci.

 Invogliaci a leggere il tuo romanzo con tre parole chiave.

Tre singole parole non mi bastano, direi tre caratteristiche del lavoro: Storia di un tempo dimenticato, verità apparenti e domande senza risposta.

 Se puoi, e vuoi, parlaci dei tuoi futuri lavori e studi.

Al momento sono impegnato in uno studio sulla dinastia di casa Savoia e lo sto facendo per futuri progetti che ho in mente. Non so se il tutto si tradurrà in un romanzo, ma la possibilità esiste.

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