Intervista al libro: Marco Polo. Viaggio ai confini del Medioevo di Giulio Busi

Mi chiamo Marco Polo e sono sicuro mi conoscete di fama, sono stato il primo, tra il 1271 e il 1295, ad aver viaggiato alla scoperta dell’Asia, vivendo avventure straordinarie e ad aver conosciuto il Gran Qan, l’imperatore mongolo. Tutte le mie memorie sono riportate nel Milione, il libro scritto dal mio compagno di cella a Genova, Rustichello da Pisa, a cui raccontai tutta la mia vita in quegli anni.
Ho saputo che l’autore Giulio Busi ha scritto un saggio su di me ed il mio libro, così ho chiesto a due lettrici di raccontarmi cosa ne pensano, farò loro delle domande e spero mi rispondano sinceramente, sono molto curioso!

Intervista doppia Eufemia Griffo e Cinzia Cogni. Grazie per aver accettato di essere con noi in questa rubrica e iniziativa

Siete pronte? Allora inizio:

Cosa vi ha spinto a leggere questo saggio su di me? Lavoro o curiosità?

EUFEMIA: lavoro e curiosità. Sto scrivendo un romanzo storico dedicato a te mio caro Marco Polo, ma spero di riuscire a scrivere qualcosa di nuovo. In generale però quando mi piace un tema amo approfondirlo e allo stesso tempo colleziono tutti i libri dedicati ad esso e il libro di Giulio Busi è una trattazione assai autorevole, un po’ un fiore all’occhiello per chi ama scoprire qualcosa di più su di te, mio caro Marco Polo e sui tuoi viaggi in Oriente.

CINZIA: per curiosità. A dieci anni lessi un’edizione ridotta per ragazzi del Milione e subito rimasi affascinata da Marco Polo e dai suoi racconti, vedendo il libro di Giulio Busi (che tra l’altro ha una copertina splendida ) e leggendo i commenti positivi, ho deciso di iniziarlo e già dalle prime pagine ho capito che avevo fatto la scelta giusta.

Secondo voi l’autore è riuscito a trasmettere l’emozione di questi viaggi esattamente come nel mio libro originale?

E: direi di sì, ma il mio forse è un giudizio che risente anche del fatto che in questo libro ho trovato una miniera di notizie che non conoscevo. Inoltre Busi presenta questa trattazione usando un linguaggio semplice velato da una vena ironica in modo che la lettura diventi molto scorrevole.

C: i saggi per me, sono poco emozionanti, di solito raccontano in modo oggettivo un periodo storico e la vita dei personaggi, ma senza trasporto emotivo. Al contrario Busi ,non si limita a raccontare un episodio, da la sua versione, commenta, a volte inserisce qualche battuta e pare interagire col lettore inserendo anche delle domande.
Il suo libro non solo rende omaggio a Marco Polo e alla bellezza dei suoi viaggi, ma riesce a farci calare perfettamente in quel periodo storico e a trasmettere diverse emozioni.

Quale episodio vi è piaciuto di più?

E: difficile scegliere, anche se la mia preferenza in questo momento va a uno dei capitoli iniziali, esattamente “L’olio di Gerusalemme” che descrive il momento in cui Marco fa la conoscenza del Qan. L’altro capitolo che ho amato molto è “Le lacrime della principessa” in cui Busi descrive il commiato tra Koakacin, la figlia di Qubilai Qan e i Polo.

C: c’è un capitolo che si intitola “il giardino in cui non entra mai nessuno” dove storia e leggenda si mescolano talmente bene che è davvero difficile capire dove sta la verità.
La storia è affascinante, ma lunga da spiegare ,quindi mi limiterò a dire che si parla di un giardino fatto costruire da un imperatore, talmente bello da essere descritto come un paradiso in terra, popolato da donne bellissime e che solo “alcuni” scelti dall’imperatore potevano entrare…ma non svelo di più, se siete curiosi vi conviene leggere il libro!

 Pensate che l’autore sia riuscito a scoprire il mio vero carattere?

E: in realtà ci è riuscito benissimo poiché tu appari in tutta la tua umanità, nella tua semplicità di poco più che adolescente e poi come alto dignitario di corte. Al contrario de “Il Milione” dove ti celi bene dietro al racconto di Rustichello, in questo libro di Busi appari in tutta la sua veridicità. Ps. Marco comunque sei un ragazzo assai curioso e hai una mente speciale, fervida e non dimentichi mai nulla.

C: a distanza di tanti secoli, penso sia davvero difficile carpire il vero carattere di Marco Polo, ma Busi ci prova davvero ad immaginarlo mentre parla con il Gran Qan, a pensare ciò che prova davanti a tanti visi, voci, odori e sapori differenti e così usando la logica, pian pianino ne delinea il carattere e, vero o no, ne esce davvero una figura singolare.

 A chi consigliereste di leggerlo?

E: a coloro che amano la storia in generale e i viaggi. A coloro che hanno voglia di scoprire la bellezza delle terre orientali, come erano e come si chiamavano nel XIII secolo. Dunque non solo i lettori che leggono la produzione dedicata a te, mio caro veneziano, ma in generale ai curiosi e ai lettori che vogliono apprendere qualcosa di nuovo sui tuoi viaggi e su quello che sei stato.

C: innanzitutto ad un lettore che è affascinato dal mito di Marco Polo, che ama viaggiare alla scoperta di nuove terre ma soprattutto che ha voglia di conoscere ,anche nei minimi particolari, usi e costumi, storie e leggende ,di popoli ancora oggi poco noti.
Alla fine, credetemi, ringrazierete Giulio Busi e Marco Polo,per avervi accompagnato in questo viaggio.

M. Polo:
Vi ringrazio tantissimo, ora so che l’autore si è davvero sforzato per comprendermi, donandomi un immagine più veritiera e con la speranza che anche le nuove generazioni continuino a viaggiare assieme a me

 

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