Intervista: Daniela Pizzagalli

Buongiorno, oggi ho il piacere di ospitare una storica, e una delle più affermate autrici di biografie femminili. Oggi però parliamo dei saggi storici, biografie storiche che ha dedicato alla famiglia dei Visconti. Si tratta di una trilogia, i primi due volumi sono stati già pubblicati con la casa editrice Rizzoli.

Grazie dottoressa Pizzagalli per aver accettato questa intervista sul nostro blog Septem literary dedicato alla Storia e ai libri che la narrano. 

Ci racconti qualcosa di Lei, della sua passione e professione dedicata allo studio e alla divulgazione della nostra Storia.

Ho insegnato per tanti anni italiano e storia alle scuole superiori, e ho sempre cercato di raccontare i personaggi del passato facendoli balzare fuori dai libri testo, mettendo a fuoco le loro personalità e le loro motivazioni, in modo che i fatti non risultassero noiosi esercizi mnemonici, ma fossero inseriti in un quadro politico e sociale fatto di relazioni, di sviluppi, di obiettivi da raggiungere. E’ quello che cerco di fare anche nei miei libri: mettere in primo piano le persone, calate nel loro tempo e quindi mosse da valori magari diversi dai nostri, ma guidati dalle stesse emozioni. Per questo svolgo le mie ricerche soprattutto negli epistolari, ufficiali e privati, che mi permettono di ascoltare la voce dei protagonisti colta nel suo tempo, non mediata da studi critici o interpretazioni non sempre obiettive. 

Il Suo taglio è un saggio storico romanzato, ha mai pensato di scrivere un romanzo?

All’attività di insegnante ho affiancato quella di critica letteraria per quotidiani, riviste e radio, che mi ha permesso di tenermi aggiornata sulle novità in uscita: leggo molto anche i romanzi storici, soprattutto quelli inglesi, e mi rendo conto della grande difficoltà che si incontra nell’invenzione del linguaggio. E’ la ragione principale per cui non mi sentirò mai di scrivere un romanzo: non riuscirei a scrivere dialoghi che si svolgono nel passato in lingua moderna, d’altra parte scrivere nel linguaggio di secoli fa sarebbe improponibile, grottesco. Il mio scopo è raggiungere un compromesso: raccontare in modo piacevole, quasi in presa diretta, come se assistessi da contemporanea ai fatti, restando sempre aderente alla storia e facendo parlare i personaggi solo occasionalmente e con citazioni tratte da documenti originali, per dare un’idea, diciamo così, dello “zeitgheist”, lo spirito dei tempi. Ad esempio, quando lo scomunicato Matteo Visconti recita il Credo nel duomo di Milano e poi si rivolge al popolo dicendo: “Questa è la mia fede e così l’ho mantenuta per tutto il tempo della mia vita”, il lettore sa che sono le parole autentiche che pronunciò e il personaggio torna a vivere, creando un emozione che secondo me nessuna frase inventata potrebbe dare.   

Parto dalle ultime pubblicazioni, oggetto di una recensione che ho avuto il piacere di pubblicare proprio alcuni giorni fa. I volumi dedicati ai Visconti sono tre, due dei quali già pubblicati. Le chiedo di presentarceli, di raccontarci quali parti di storia sono già state raccontate nei volumi: “I visconti: le battaglie della vipera” e nel successivo “I Visconti: il potere feroce”. Qualche anticipazione sul terzo volume?

Finora avevo scritto storie di donne, le grandi dimenticate dalla Storia, e quando il mio editore mi ha proposto una trilogia sui Visconti sapevo di andare incontro a un’ardua sfida, ma non potevo dire di no a una storia che riguardava Milano, la mia città, che amo moltissimo. Il periodo storico va dal 1277, quando Ottone Visconti viene nominato arcivescovo di Milano, al 1447 quando muore Filippo Maria, il dodicesimo e ultimo dei Visconti. E’ un periodo di guerre ininterrotte: quello dei Visconti fu veramente un trono di spade! Un’idea del lavoro che ho fatto può essere resa da un’immagine: pensate a dodici uomini ritratti in primo piano mentre dietro di loro scorrono scene di battaglie, tornei, castelli, banchetti. Raccontando le vite dei Visconti ho cercato di ricostruire anche la storia che si svolgeva contemporaneamente nei vari stati italiani e nell’intera Europa, con cui Milano intesseva intensi rapporti diplomatici, commerciali, culturali.

 Il primo volume, “Le battaglie della vipera”, racconta le avventure dei primi sei Visconti: Ottone, suo nipote Matteo e i figli di lui, Galeazzo – con il figlio Azzone – Luchino e Giovanni, arrivando fino alla morte dell’arcivescovo Giovanni nel 1354. Il secondo, “Il potere feroce” è incentrato sui nipoti di Matteo I: Matteo II, Bernabò e Galeazzo II, fino al 1385, quando Bernabò viene imprigionato e fatto assassinare dal nipote Gian Galeazzo. Il terzo, che dovrebbe uscire a fine anno, s’intitolerà “Il sogno della corona” e avrà come protagonisti Gian Galeazzo e i suoi figli Giovanni Maria e Filippo Maria. Questa lunga saga familiare ad ogni pagina riserva incredibili avventure fra papi e antipapi, re prigionieri e condottieri traditori, dame guerriere e infiammati predicatori, in una sorta di arazzo fiabesco che ha però la garanzia di una rigorosa documentazione storica.

I suoi testi sono biografie, dunque non parliamo di romanzi ma di testi dedicati a figure storiche e alla loro vita. Ci può raccontare la scintilla che l’ha indotta a scrivere dei Visconti e le fonti a cui ha fatto riferimento?

Ho scritto le biografie di una decina di donne, di varie epoche, ma quella che sento più “mia” è la prima, Bianca Maria Visconti: è per lei che sono diventata scrittrice, più di trent’anni fa. Ecco perché non avrei potuto dire di no alla saga dei Visconti, perché quella famiglia era nel mio destino fin dall’inizio! Nel 1984 per preparare una trasmissione radiofonica su Ludovico il Moro, cercai in biblioteca una biografia di sua madre Bianca Maria, ma non trovai che scarse notizie. Incuriosita, mi recai all’Archivio di Stato e vi trovai tutta la sua corrispondenza, addirittura le pergamene originali (che pochi anni dopo sarebbe state microfilmate e non più concesse in visione). Toccare quelle lettere mi diede un’emozione fortissima, ho deciso di studiarle, imparando con fatica a leggere nell’antica grafia, ed è stato inevitabile poi voler raccontare la vita di quella donna straordinaria e misconosciuta. La prima edizione è uscita nell’88 con il titolo “Tra due dinastie”, poi, dopo il successo di “La dama con l’ermellino”, è stata ripubblicata come “La signora di Milano”, arricchita con nuovi documenti che avevo trovato, e ha avuto sempre nuove edizioni, l’ultima qualche mese fa nella nuova collana BUR Rizzoli “La storia le storie” , che ospita anche nuove edizioni de “la Dama con l’ermellino” e de “la signora del Rinascimento” su Isabella d’Este, dov’è pubblicata anche la nuova trilogia dei Visconti. Devo riconoscere che Bianca Maria mi ha portato fortuna!

La ringrazio per la disponibilità e le lascio uno spazio per un messaggio ai lettori sull’amore per la Storia.

Penso che chi legge questo blog sia già un appassionato di storia e quindi condivida il mio entusiasmo nell’accostare tanti personaggi del passato da cui ci giungono testimonianze per noi importanti, perché vediamo come hanno reagito di fronte alle sfide del loro tempo, una testimonianza sempre attuale perché il nostro mondo è quello che loro ci hanno lasciato. E vorrei aggiungere che l’amore della Storia è essenziale soprattutto per noi italiani, che siamo depositari della più vasta eredità artistica e storica dell’umanità e dobbiamo conoscerla noi per primi, per farla conoscere e apprezzare dagli altri.

Grazie è stata una chiacchierata estremamente interessante. La ringrazio per il tempo che ci ha dedicato

Sara Valentino

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