Intervista Septem: Andrea Oliverio

Buongiorno Andrea e grazie per l’intervista che hai concesso a noi di Septem Literay

Chi è Andrea Oliverio? Come nasce la sua passione per la storia e la scrittura?
Sono nato a Milano dove vivo, da poco papà di una splendida “monella” che mi costringe agli straordinari! Amo la storia da sempre, in particolare quella di epoca romana, a scuola era l’unica materia assieme a geografia che non mi pesava mai studiare, anzi! Per la scrittura è un interesse che avevo sin dagli anni del liceo, quando scrivevo racconti destinati a ragazze che mi interessavano (al posto della ormai fuori-moda lettera d’amore, io includevo nella lettera un racconto breve per fare colpo con le parole). Poi crescendo il tempo è venuto meno e ho abbandonato quella passione.

Ogni autore è prima di ogni altra cosa un lettore. Quali sono gli autori del passato a cui ti sei ispirato?

Direi che gli autori che mi piacciono sono tutti autori più che presenti! Il primo romanzo storico che ho letto è stato uno di Simon Scarrow, mi aveva colpito la copertina, e l’effetto è stato devastante: immersione totale! Da lì ho letto tutti i suoi libri, sono diventato un suo fan accanito. Poi ho scoperto Massimiliano Colombo, che reputo bravissimo, e infine ho letto con piacere anche Andrea Frediani.

L’inviato di Cesare è il tuo primo romanzo. Raccontaci la sua nascita e da dove è nata l’idea di dedicarti a questo periodo storico e a questo personaggio in particolare.

L’idea del libro è nata circa due anni fa. La spinta a cimentarmi con la scrittura me l’hanno data due amici scrittori. Dopo anni trascorsi a leggere di tutto sull’Antica Roma, avevo in mente di scrivere qualcosa di mio, sul periodo su cui mi sentivo più ferrato. Ho iniziato a ragionare su una storia che fosse fuori dai consueti scenari bellici del periodo di Cesare e della guerra civile.

Quanto tempo hai impiegato e come ti sei documentato per la stesura del romanzo?

A scrivere il libro ho impiegato circa 6/8 mesi, poi ho voluto affidarmi alle cure di un editor freelance che mi ha sgrezzato il lavoro, insegnandomi alcuni trucchi del mestiere. Quello è stato il periodo più lungo, un viaggio che però mi ha aiutato a capire molte cose. Per quanto riguarda la documentazione sono partito da internet (non mi vergogno a dirlo), poi sono andato ad affinare e approfondire con la lettura di saggi e/o fonti classiche: a partire dal De Bello Civili” di Giulio Cesare (un vero manifesto delle sue gesta!). In aggiunta ho voluto far revisionare l’accuratezza storica a un paio di rievocatori esperti del periodo tardo repubblicano. Si sono prestati con grande entusiasmo anche se non sapevano nemmeno chi fossi. Ho apprezzato molto.

Quanto Andrea c’è in “L’inviato di Cesare”? Ti sei immedesimato in un personaggio in particolare?

Non saprei dirlo, nel senso che ho cercato da amante dei giochi di ruolo di creare personaggi che fossero molto diversi da come sono io, ma è ovvio che sono presenti delle contaminazioni non solo dei miei precetti ma anche del contesto con cui mi interfaccio ogni giorno. Il personaggio in cui mi sono immedesimato di più è quello che ho creato ad immagine di un amico che è scomparso tragicamente all’epoca della stesura del libro. E’ stata dura, ogni volta che dovevo fargli fare qualcosa mi tornava alla mente lui.

Hai in progetto un seguito oppure ti dedicherai ad altro argomento nel futuro?

L’Inviato di Cesare nasce come il primo capitolo di una trilogia che ripercorre gli anni sanguinosi della guerra civile tra Cesare e Pompeo. Sto già lavorando al seguito, ho terminato la prima stesura e adesso sto approfondendo alcuni buchi narrativi. Poi ho altri “plot” nel cassetto, ma sono solo linee guida, macro-idee nebulose, prima mi dedicherò a terminare questa trilogia.

Raccontaci l’emozione di vedere il tuo libro pubblicato.

Indescrivibile! Avevo visto i vari pezzi (impaginazione, copertina, ecc…) senza rendermi conto del risultato finale. Non riesci a immaginarlo, o anche se lo fai non è mai come quando lo tieni tra le mani. All’improvviso tocchi con le tue dita le fatiche di mesi di lavoro.

Quali sono i tuoi hobby al di fuori della lettura?

Ho molto hobby, forse troppi: come già detto amo i giochi di ruolo, i giochi in scatola in compagnia, mi piace il cinema, suono le tastiere e fino a due anni fa seguivo anche una squadra di football americano. Di natura sono molto curioso, ma devo fare i conti con il tempo limitato a mia disposizione.

Se tu ci dovessi invitare nella tua città, che cosa ci consiglieresti assolutamente di visitare? Quale piatto dovremmo non farci scappare?

Milano è molto più bella di quello che sembra. A volte viene etichettata come la capitale economica e della moda. Ma c’è molto altro: è una città in continuo fermento, con angoli incantati che spesso (e purtroppo aggiungerei io) sono sconosciuti agli stessi milanesi. Vi consiglierei di visitare i sotterranei del Castello Sforzesco, si potrebbero imparare un sacco di cose e aneddoti divertenti sulla mia città. La storia è bella, va valorizzata e se si trovano le leve giuste ascoltarla diventa puro diletto.
Piatto tipico? Bella lotta… Contrariamente a quello che uno si aspetta non consiglierei la cotoletta alla milanese. Perché? Semplice, quello che è considerato il piatto tipico della città, in realtà è una eredità della dominazione austriaca. Quindi direi l’ossobuco.

Grazie per il tempo che ci hai dedicato, intervista che ho trovato appassionante e toccante e grazie per le chicche sui tuoi futuri lavori.

Qualche notizia sul tuo romanzo storico appena uscito:

L’inviato di Cesare

Roma contro Roma, Cesare contro Pompeo: mezzo secolo prima della nascita di Cristo, nella guerra civile che lacera la Repubblica, a nessuno è consentito di rimanere neutrale. Lucio Servilio Verre ha deciso da che parte stare e seguirà il proprio generale, uscito vittorioso dalla campagna di Gallia, nella sua lotta contro lo strapotere del Senato e dell’aristocrazia capitolina. Non tutti però hanno compiuto la stessa scelta: dall’altra parte della barricata il valoroso centurione troverà, oltre a individui senza scrupoli, vecchi compagni d’armi, decisi a sbarrargli il passo. Prima che sui campi di battaglia, la contesa si consuma all’ombra dei sette colli, ma anche in Africa, tra i vicoli angusti e pericolosi di Leptis Magna. Un messaggio da consegnare, un piccolo tesoro da custodire: per portare a termine la sua missione, Verre dovrà districarsi tra funzionari corrotti, miserabili spie, sicari sanguinari e donne misteriose

Link d’acquisto: QUI 

Copertina flessibile: 254 pagine
Editore: Aporema Edizioni (15 maggio 2019)
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8832144220
ISBN-13: 978-8832144222

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