Io sono Bertha. Prima regina di Francia di Mauro Trivelli

Bertha è una giovinetta quando conosce Pipino, se ne innamora e da lui ha un figlio. Le terre di Laon divengono da subito il centro delle vicende politiche che porteranno all’ascesa di Pipino e con lui di Bertha. Il delicato gioco di equilibri politici fra potere militare spirituale, fra re e papa e anche fra re e regina, fa da sfondo alla vicenda umana di una regina la cui grandezza ne ha fatto una figura mitologica, le ha fatto meritare filastrocche e canzoni. Questo romanzo ripercorre la sua vita. Bertrada di Laon è la grande donna alle spalle di un paio di grandi (uomini) della storia: il marito e il figlio. In questo romanzo storico, Bertha ci racconta la sua vita dall’infanzia alla maturità. Mostra come sia stata l’artefice di molte scelte che hanno portato sul trono entrambi i suoi uomini.

 

Copertina flessibile: 280 pagine
Editore: Decima Musa Edizioni (26 marzo 2020)
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8831342002
ISBN-13: 978-8831342001

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Recensione a cura di Sara Valentino

Immaginate un temporale improvviso che vi costringe a rifugiarvi al più presto al coperto, immaginate di approfittare per visitare la Basilica di Saint Denis, in Francia. Al nostro protagonista accade proprio questo e così coglie l’occasione per visitare l’ultima dimora dei sovrani francesi. Antichissima abbazia fondata da Dagoberto I nel 630. La chiesa è deserta naturalmente, i lampi sembrano dare vita alle statue è un’atmosfera piuttosto spettrale. A un tratto una voce “Ehi tu! Guarda dove metti i piedi!”, immaginate quanto possa essere sbalorditivo e spaventoso, la voce proviene da una … tomba!

“Per Dio – risponde la voce – sono qui, sotto di te! Sotto questa lapide di marmo riposo da mille e duecento anni in attesa che il Cristo raffigurato lassù sulla volta della Cappella di decida a proclamare la fine del mondo… “

La voce appartiene a Bertrada di Laon, nota come Berta del Gran Piè, la prima regina carolingia dei Franchi.

Al nostro protagonista non resta, passata l’ansia iniziale, come trascinato in un vortice, cedere alle preghiere di questa voce appartenuta a una donna importante del passato. E si dispone all’ascolto di una storia incredibile.

“Ascolta la storia di una donna che è stata figlia di un principe, moglie di un re e madre di un imperatore. Una donna che è stata l’artefice dei successi di quest’uomo che mi è sepolto accanto e di suo figlio Carlo, ma che la storia, quella ufficiale, cita soltanto in poche righe.”

Bertha, quella che viene nominata con il detto “Sono passati i tempi in cui Bertha filava”, inizia il suo racconto dalla sua infanzia dalla sua nascita, l’anno 720; figlia di Cariberto conte di Laon e di Bertrada di Colonia. Racconta di come conobbe Pipino, e del nomignolo che con un pizzico di fantasia l’autore ridisegna nel significato, il breve; di come costui si insinuò nelle sue stanza, di come una sera di primavera si unirono e concepirono il loro primo figlio. Racconta della sua prima lotta per farsi sposare con il rito cristiano.

“Piansi fino a non avere più lacrime, ma mi ripromisi di non mostrare mai la mia debolezza né a mio padre, né a qualunque altro uomo”

Il carattere indomito dipinto a questa donna è un messaggio per tutte le donne, per non permettere che il loro destino venga deciso da altri, per non lasciare che i sogni rimangano tali, per inseguire la passione senza però lasciare che gli eventi si manifestino senza una guida. Non vi racconterò la storia nei dettagli perché è una storia che va scoperta un pezzettino alla volta, ma sappiate che Bertha prese di pugno le situazioni e sebbene la forza fisica non sia dalla parte delle donne lei ci dimostra che quella mentale sì, sarà scaltra e l’autore le attribuirà i meriti di alcune glorie e vittorie di Pipino.

“Non ti arrabbiare – mi disse – è tipico degli uomini. Prima fanno i disastri, poi non sanno come uscirne ed infine, quando gli risolvi i problemi, se ne dimenticano immediatamente e si autoconvincono di aver fatto tutto da soli”

Le donne, soprattutto di quell’epoca, i secoli bui, erano considerate poco più che carne da riproduzione, devote, votate alla preghiera e succubi del marito. Bertha però non accetta di essere solo questo e se il marito, in camera da letto, la tratta con freddezza e adempie nel più breve tempo possibile l’atto lei cerca altrove il piacere e forse anche l’amore.

In questo romanzo, prendendosi alcune licenze rispetto alla storia che ci è pervenuta, ma con soluzioni che paiono del tutto plausibili, l’autore dona interamente a Bertha il merito (per lo meno la mente)di  aver permesso la nascita del regno carolingio.

Questa è storia o leggenda? E’ storia, la storia che avrebbe narrato una donna audace, fuori dal comune, intraprendente, Bertha prima regina dei Franchi.

 

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