Ipazia di Roberto Castiglione

La ricerca di Valente, l’imperatore scomparso dal campo di battaglia di Adrianopoli, continua senza sosta. I cinque legionari, guidati da Aulo Persio Severo, sbarcano sulle coste della Cirenaica e qui si unirà alla piccola pattuglia un’insolita compagna di viaggio. La nuova arrivata li condurrà fin nel remoto regno di Himyar dopo aver percorso l’intero Mar Rosso a bordo dell’ammiraglia della flotta dell’impero Indiano dei Gupta. Nei deserti infuocati dell’Arabia si concluderà la ricerca di Valente, ma il Principe Nero, il vero avversario, pare essere sfuggito. L’ultima battaglia si combatterà molto più indietro nei secoli, ma sarà soltanto il primo degli scontri tra l’Eletta della Grande Madre Terra e la Regina Oscura. Il tempo stesso perderà la sua continuità di fronte al loro potere.

 

Copertina flessibile: 180 pagine
Editore: Antipodes (1 gennaio 2019)
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8899751900
ISBN-13: 978-8899751906

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Recensione a cura di Sara Valentino

E’ il secondo romanzo che leggo di Roberto Castiglione e a mio parere si riconferma grandioso per come riesce a scrivere un fantasy storico lasciando che la Storia resti rigorosa.

In questo romanzo, come nel precedente che ho letto, si sposano miti, personaggi storici esistiti, inventati e mitologia. La parte puramente di fantasia è perfettamente incasellata, ammetto che io ho una predilezione per alcune tipologie di fantasy. In questo caso mi sono immedesimata in maniera incredibile nell’eletta della Grande Madre terra.

Andiamo con ordine, perché in questo romanzo c’è una bambina prodigiosa, colei che conosciamo per essere diventata una grande matematica, astronoma. Si tratta di Ipazia di Alessandria, figlia di Teone Alessandrino e nata intorno al 370. La piccola Ipazia, che ha potere di leggere libri proibiti ai comuni mortali deciderà di accompagnare Aulo Persio Severo e i suoi legionari in una avventura pericolosa e prodigiosa. La protezione di Aulo verso la piccola sarà una promessa fino alla fine dei di lei giorni, e sappiamo che non sarà un esito roseo. Ma nel romanzo si narrano le storie di uomini impavidi che sulle tracce di Valente, l’imperatore scomparso da Adrianopoli, si scontrano con una potenza oscura, la dea Nera. Siamo nei giorni del 25-27 agosto del 378 d.C. e i legionari ci conducono a bordo delle loro navi, con le vele gonfie verso luoghi impervi e a volte meravigliosi, ma ci troviamo ad affrontare pericolosi esseri assomiglianti a granchi giganteschi.

“Spiega come risvegliare una Dea Nera sepolta sotto una piramide di mattoni d’argilla e fango!”

“E’ un libro particolare, Aulo. Se lo leggessi tu, non troveresti queste notizie, ma altre! Dipende dalla tua mente!”

La dea Nera ha un conto in sospeso con Aulo e la sua compagna, già tempo addietro il loro scontro l’aveva relegata nuovamente nel suo sepolcro, ora è tornata per vendicarsi.

In un mondo parallelo, intanto, “.. il grande lupo grigio fiutò la presenza della creatura che si aggirava furtiva al limitare della foresta..” c’è un bosco, una foresta incantata, un gruppo di donne, a capo la Magistra, la Padrona, la nemica della dea Nera. Si scatena una guerra tra il branco di lupi a difesa delle serve della grande madre terra e i demoni inviati dalla dea Oscura. Chi è in realtà la Magistra e quale legame ha con Aulo?

“La Grande Madre concede i suoi favori solo a chi lo merita. Non lo scordare mai!”

Un romanzo denso di significati importanti, il valore dell’amicizia, della fede, il potere dell’amore e per i valori autentici. Gli ideali per cui combattere fino all’ultimo sangue, quelli che oggi si sono persi purtroppo in virtù di un dio piuttosto effimero. Quella parvenza di potere che pare ci dia l’avere un po’ di denaro.

“Per te il denaro conta veramente poco.”

“E’ soltanto metallo fuso con qualche incisione sopra. Secondo me non merita tutta l’attenzione di cui gode e quando posso ne elargisco a chi non ne ha”

Le descrizioni dei luoghi, immaginari o reali è accurata e permette al lettore un viaggio nel tempo e nello spazio. Immedesimarsi e volare tra le scogliere, di porto in porto, nelle navi o nella foresta è un viaggio che mi ha entusiasmato.

Aulo ha una rabbia feroce, rappresenta un po’ tutti noi, deve domare quella rabbia perché su questo lato le tenebre puntano per vincere. Deve tendere verso chi lo ama veramente, verso l’amore che è l’unica salvezza.

“Capì quanto fosse vana la gloria degli uomini”

 

 

 

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