Jean di Carlo Cavazzuti

Trama

La storia che state per leggere è quella di un uomo reale, o fittizio, che è vissuto in un’epoca diversa da questa. Molti avvenimenti narrati sono effettivamente avvenuti come qui riportati, altri un poco meno. Alcuni personaggi sono realmente vissuti, altri vivono solo su queste pagine. Ho tralasciato alcune consuetudini come il trasferimento da un reggimento all’altro in caso di promozione o i dettagli degli ospedali militari con le loro pratiche e piccole questioni di usanze comuni a Parigi e nelle campagne militari per non appesantire di troppa Storia la mia storia. Insomma, mi sono divertito a giocare un poco con la Storia dei libri di testo e i suoi grandi protagonisti.

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Copertina flessibile: 498 pagine
Editore: Apollo Edizioni (30 gennaio 2019)
Collana: Il tempo
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8894921700
ISBN-13: 978-8894921700

a cura di Pina Cantarella

Jean, l’eroe di questo bel romanzo storico, non sarebbe diventato tale senza Marc, e, a sua volta, Marc sarebbe cresciuto, in un periodo storico molto tormentato per la Francia, senza il conforto di Jean. Il destino volle che due ragazzi di diversa estrazione sociale fossero fratelli di latte e amici inseparabili.
Diversi fisicamente e come indole. Jean rispetta le regole imposte dalla società del tempo. Marc, incurante del suo rango, non esita a investirsi del ruolo di mentore per tirare fuori dai guai il suo amico. Un esempio? Leggiamolo insieme.
«Sei il solito fifone! Si vede che il sole nei campi ti ha scaldato troppo la testa.»
«Sei sicuro che non ci scopriranno?»
«Smettila, mi rendi nervoso. Te l’ho detto, devi imparare, anche se tuo padre non vuole.»
«Non è mio padre che mi preoccupa, ma il tuo. È il suo fucile, sua la casa, suo lo studio…»
«Tranquillo, tornerà a tarda notte o domani durante la mattinata. È uscito questa mattina, lo hai visto anche tu…

La Rivoluzione Francese sta sconvolgendo Parigi e il potere della monarchia vacilla.
“Quest’anno si annunzia con inizi molto lusinghieri per la gente dabbene: dopo tanti secoli di barbarie feudale e di schiavitù politica, si è sorpresi di vedere la parola Libertà infiammare cuori ottenebrati…”
“il popolo si sentiva mal governato, mal rappresentato dalle piccole figure di governo popolare e vessato da quelle che facevano parte di una corte che spendeva oltre ogni limite.”
Jean abbraccia la causa del popolo e Marc, nonostante la sua nobile origine, lo segue. I due fratelli si ritrovano a combattere a fianco a fianco per le vie della città fino alla presa della Bastiglia. L’ala protettrice di Marc non si tira indietro neanche quando Jean teme di perdere la sua amata Marie organizzando un matrimonio segreto pur di vederlo felice. Le vicende private dei fratelli e la carriera militare s’intrecciano con il nuovo assetto politico fino all’avvento di Napoleone Bonaparte. I due dragoni lo seguono nelle campagne militari in tutta l’Europa, lasciando mogli e amanti in attesa del loro ritorno. La maturità e le atrocità della guerra spezzeranno questo legame fraterno?

Non sempre la voce dell’io narrante si amalgama così visceralmente con quella dei personaggi.
Dopo aver letto le prime trentadue pagine, mi sono chiesta: chi scrive, oggi, ha vissuto un’altra vita nel diciottesimo secolo? La minuziosa descrizione delle finiture dei cavalli, delle armi, dei riti e delle fasi di un duello, si materializza, diventa una sequenza d’immagini di un film storico girato con le parole. Cito solo poche righe, lasciando ai lettori il piacere di cercare fra tante descrizioni il contesto in cui Carlo Cavazzuti le ha egregiamente illustrate:
«Bene, infine questo è il modo di caricare: prima la polvere, non troppa se no ti scoppia in faccia. Ricordati, la polvere da sparo fa arrugginire la canna perché assorbe l’umidità, quindi dopo averlo usato puliscilo bene, poi ti spiego come fare. Ah, ricordati di mettere la polvere anche nel bacinetto, se no quando schiacci il grilletto la pietra non ha nulla da accendere. A questo punto una stoppa, il proiettile e premi forte con lo scovolo. Tiri indietro il cane e sei pronto a spacciare chi vuoi! Facile.»
Riuscire a trasportare il lettore su un ipotetico set insieme ai personaggi non è una dote di molte penne. La passione che traspare non può essere solo frutto di ricerca accurata di termini sconosciuti ai più. Carlo Cavazzuti descrive con amore quel mondo, lo vive toccando le armi antiche, sfiorando il fianco del cavallo, o quando ci fa sentire sulla pelle dei dragoni lo strofinio della divisa..
“Una metà dei dragoni teneva occupati in un corpo a corpo i corazzieri, mentre i loro compagni, avendo capito come sconfiggere i nemici, li attaccavano da terga.”
“Jean si girava sulla sella e appoggiava sull’avambraccio destro una delle pistole della sella, senza nemmeno lasciare la sciabola scaricava un colpo alla schiena del primo austriaco a portata.”
” …l’uniforme , strappata subito sotto la spallina, lasciava vedere la camicia bianca e subito sotto iniziavano gli schizzi cremisi sulla stoffa verde. Pian piano che lo sguardo gli scendeva verso la mano, Marc impallidiva, quando poi provò a muovere le dita che ancora stringevano la sciabola e vide che schiumavano, rosse di sangue. Cadde di sella svenuto.”
Dalle ferite cola sangue vivo insieme ad afrori maleodoranti. L’autore rivive il passato insieme ai personaggi e il suo parlato si uniforma al periodo storico come una colonna sonora dai toni ironici e disincantati.

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