La Bibbia ferita. Cronaca di tre stragi religiose di Emanuele Fiume

A cura di Claudia Renzi

Delicato è il periodo della Guerra dei Trent’anni, e intricatissimo: Fiume ne spiana le asperità con rara capacità di sintesi e una padronanza che non scade mai nel nozionismo.

Tre sono i punti salienti del suo saggio:

IL SACRO MACELLO – VALTELLINA, 1620

In territorio valtellinese la presenza di “riformati” italiani era già attestata molti anni prima del cosiddetto “Sacro Macello”, capeggiato dal filospagnolo cavalier Robustelli: basti pensare che molti di quelli che avevano aderito al movimento degli Spirituali, una volta perseguitati come eretici alla stregua dei Protestanti, si rifugiarono lì già nella seconda metà del Cinquecento, a partire da padre Vergerio. 

Gli Spirituali sono cosa diversa dai luterani, tuttavia avevano qualcosa in comune:

Interrogato se volesse tornare al cattolicesimo, Paravicino rispose affermando di essere

«della fede Cattolica Romana antica, quale fu predicata da Santo Paolo, Che l’huomo è 

salvato per gratia mediante la fede, e non per le opere, acciò niuno si glori»

Allora gli venne chiesto se considerava il papa capo della chiesa, e il sarto rispose: 

«No, imperoche Christo solo è il Capo della Chiesa, secondo la promessa, io sarò 

con voi fin’ al fine del mondo ». Paravicino fu arso sul rogo a Caspano il 15 agosto. [p. 53] 

Dopo anni di relativa tranquillità – le due confessioni, cattolica e luterana, condividevano a turno gli stessi templi –, tuttavia, l’equilibrio si ruppe, sotto la pressione della Controriforma cattolica e degli interessi della Spagna, che al tempo governava il Ducato di Milano. La Valtellina costituiva un appetitoso corridoio tra la cattolicissima Spagna e i possedimenti asburgici in Austria, e i protestanti del luogo, tanto prosperi, una pericolosa spina nel fianco da estirpare. 

Discutere sull’origine biblica della messa intesa come ripetizione del sacrificio di Cristo

sulla croce. L’argomento è un leitmotiv di tutto il XVI secolo nei rapporti tra riformati e cattolici 

Solo due anni prima la cosiddetta “defenestrazione” di Praga aveva dato il via alla Guerra dei Trent’anni, che avrebbe piagato l’Europa fino al 1648.

Nel 1620 la situazione precipitò: con il pretesto di liberare la Valtellina dalla tirannia dei Grigioni, la Spagna invase la Valtellina. Tra il 19 e il 23 luglio del 1620 furono massacrati circa 400 protestanti, e altri 200 costretti all’esodo.  Un episodio ancor oggi vivido nella memoria degli abitanti.

Ne restano evidenti e tenaci testimonianze soltanto negli stipiti

delle porte delle case antiche, sui quali i riformati incidevano

versetti biblici in italiano, ben visibili oggi come allora.  [p. 59]

LA ROCHELLE, FRANCIA 1628

Ampio spazio è dato nel saggio alla nota presa di La Rochelle, roccaforte ugonotta sbaragliata dallo spregiudicato, potentissimo cardinale Armand-Jean du Plessis de Richelieu: è la sua la figura che emerge, nonostante Fiume cerchi di essere più oggettivo possibile. La Rochelle era quasi uno stato nello stato, fiera, indipendente e decisamente troppo simpatizzante con ugonotti e, soprattutto, con la nemica Inghilterra. Sarà nella persona di George Villiers duca di Buckingham che la cittadina troverà uno dei più affidabili alleati, che tuttavia non potrà far nulla per salvarla al suo destino… lo stesso Duca coinvolto nel cosiddetto affare dei diamanti di dumasiana memoria, sempre contro Richelieu.

L’estremo tentativo di La Rochelle mantenere la propria indipendenza perfino rispetto al suo stesso re, Luigi XIII, le sarà fatale: spietato l’assedio che, in quasi sei mesi, ridurrà gli assediati letteralmente alla fame se non, non ne siamo certi, al cannibalismo, per poi doversi comunque piegare al pugno di ferro del Primo Ministro Richelieu.

Richelieu poté quindi dare il via alle operazioni, non dimenticandosi di chiedere 

sostegno morale e soprattutto economico al papa [Urbano VIII, n.d.r.], lasciando 

intravedere agli ambienti cattolici piú reazionari la chance dell’estirpazione 

dell’eresia. 

MAGDEBURGO, GERMANIA 1631

Il Sacco di Magdeburgo, o “lo stupro della Vergine” fu un episodio sensazionale della fase svedese della Guerra dei Trent’Anni: durò dal novembre del 1630 fino al fatidico 20 maggio 1631. Il titolo del saggio si deve ad un episodio qui avvenuto: un gruppo di lanzichenecchi croati, fatta irruzione in chiesa, aggredì il pastore Andreas Kramer con un colpo di sciabola; il religioso ebbe tuttavia lo spirito farsi scudo con un libro: si trattava di una raccolta di testi biblici ordinati secondo il lezionario luterano, con introduzioni dello stesso Kramer, stampata a Magdeburgo nel 1617. La lama penetrò nel libro, e l’ufficiale imperiale riconobbe in Kramer un suo vecchio insegnante: si fermò e riuscì a trattenere la soldataglia intenzionata ad ucciderlo. Kramer e la sua famiglia ebbero salva la vita.

Nello slang dei lanzichenecchi, assediare una città era detto andare a nozze. 

La turpe analogia sessista indicava che la città assediata avrebbe avuto 

due alternative soltanto: aprire volontariamente le sue porte al “corteggiatore”, 

con una capitolazione che avrebbe accontentato l’assediante; oppure resistere,

nel qual caso la malcapitata città sarebbe stata presa a forza e nessuna violenza

 le sarebbe stata risparmiata. 

Rotto dopo mesi un già delicatissimo equilibrio pare che il sacco fosse dovuto al furore delle truppe cattoliche, ormai fuori controllo. Si stima che morirono circa 20.000 persone, una cifra shock, considerando anche la tecnologia militare dell’epoca.

Una stampa dell’epoca raffigura la vergine di Magdeburgo che giace in una bara

sormontata da un albero pieno di armi e un sole che sorgeva in basso al centro. 

La didascalia riprende una frase della Bibbia: «La ragazza non è morta, ma dorme.»

(Matteo, 9 24). Sono le parole di Gesú Cristo prima di resuscitare la figlia di Iairo.

Un saggio esaustivo su episodi di intolleranza e violenza tanto, troppo simili ad alcuni dei giorni nostri. 

Trama.Il colpo di sciabola che avrebbe dovuto trafiggere il cranio di Andreas Kramer, rifugiatosi nella chiesa di S. Giovanni dove lo trovarono i lanzichenecchi croati, fu frenato dal corposo volume che il pastore luterano teneva tra le mani, una raccolta di testi biblici e di commenti alle scritture. Era il 1631 e in Europa infuriava la guerra dei Trent’anni. La lama squarciò ma non distrusse quella bibbia, simbolo di un conflitto religioso la cui ferocia sarebbe rimasta insuperata fino al XX secolo. Questo libro racconta la storia di tre luoghi perduti, tre episodi della violenza che si abbatté sulle popolazioni di fede protestante nel cuore del continente: la strage di Valtellina (1620), l’assedio di La Rochelle (1627-’28) e quello di Magdeburgo (1630-’31), dove persero la vita ventimila uomini in poche ore. Tre catastrofi che scossero profondamente l’Europa del tempo e che interrogano ancor oggi la nostra coscienza.

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