La casa dell’uva fragola – Pier Vittorio Buffa

Questa casa è qualcosa di più delle sue mura. È la nostra storia, sono le vite passate e future. Tra Varese e il lago Maggiore, a Castello Cabiaglio, che una volta si chiamava soltanto Cabiaglio, c’è un grande portone verde, il portone della Casa dell’uva fragola. Ernesta, Francesca ed Ezechiella sono le donne che hanno vissuto nelle sue stanze e nel suo giardino. Quadri, mobili, fiori, alberi raccontano le loro storie. Quella di Francesca innamorata di un uomo che è stato al fianco di Garibaldi. Quella di Ezechiella che sposa Giovanni per amore, anche se forse non lo ha mai confessato nemmeno a se stessa, mette al mondo sette figli e guarda Ernesto, il suo primogenito, partire volontario per la Grande Guerra. E, prima di tutte, Ernesta, forte e volitiva, che nella casa ha lasciato un’impronta che durerà nei secoli. La Casa dell’uva fragola, dove tutto sembra iniziare e tutto finire, ha molto da narrare e molte nuove vite da veder sbocciare. Per salvare quella dimora e i tanti ricordi che contiene, si sarà disposti a tutto. Pier Vittorio Buffa racconta la storia di una famiglia tra le guerre d’Indipendenza e la Seconda guerra mondiale, con intensità e precisione. Da un lato la vita al fronte, vista con lo sguardo disincantato di chi di guerra ha già scritto e studiato tanto, dall’altro la lunga attesa di chi resta a casa, scruta la porta aspettando notizie, trema per l’arrivo del postino. Di chi ha, comunque, un disperato bisogno di amore. Poi le feste e la mondanità, le nascite e i matrimoni che si alternano a scelte decisive e coraggiose, a momenti drammatici che segneranno per sempre la famiglia. Mentre la pianta dell’uva fragola è sempre lì, con la sua vitalità, i suoi colori, i suoi profumi.

  • Editore ‏ : ‎ Piemme (28 febbraio 2023)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina rigida ‏ : ‎ 284 pagine

Recensione a cura di Lia Angy Fiore

A Castello Cabiaglio, tra Varese e il Lago Maggiore, c’è una casa con un grande portone verde. La facciata è ricoperta da una pianta d’uva dal colore e dal profumo inconfondibili. Per tutti è la “Casa dell’uva fragola”.

“La casa dell’uva fragola, dove tutto sembra iniziare e tutto finire, ha molto da narrare e molte nuove vite da veder sbocciare.” 

I quadri, i mobili e gli alberi raccontano le storie della famiglia Porrani-Zanzi-De Maria, di generazione in generazione; esistenze che si intrecciano con la storia d’Italia, attraversando un arco di tempo che va dalla prima metà dell’Ottocento allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. 

Sono soprattutto le donne della famiglia a tessere la trama di questo appassionante romanzo storico: Ernesta, Francesca, Ezechiella e le sue figlie. E c’è una spettatrice, silenziosa e ancora presente, che ha assistito alle loro gioie e ai loro dolori: la pianta dell’uva fragola, piantata da nonna Ernesta poco prima dell’Unità d’Italia.

“Dieci anni prima aveva sentito parlare di questa uva speciale [···]. Dicevano fosse molto resistente e crescesse da sola, senza bisogno di troppe cure [···]. Ecco, aveva esclamato quando l’aveva finalmente piantata, se è davvero resistente come dicono, qui resterà qualcosa di me, se non per sempre almeno per un po’.”

Anche le donne della Casa dell’uva fragola sono forti e resistenti come quella pianta dalla quale si ricava una marmellata buonissima.

Sono donne che hanno affrontato con coraggio la morte prematura dei loro figli o fratelli, che hanno aspettato con pazienza e trepidazione che i loro uomini ritornassero dalla guerra, che hanno fatto scelte di vita coraggiose e ammirevoli, che si sono rimboccate le maniche nei momenti in cui hanno perso tutto, senza mai soccombere e con grande dignità.

Ezechiella e suo marito Giovanni hanno insegnato ai loro figli a pensare con la propria testa e a fare delle scelte consapevoli.

“Un genitore non deve appoggiare né bocciare, meglio accendere una luce sui lati più oscuri di una decisione, mettere in guardia, incoraggiare con delicatezza. Soprattutto quando si è di fronte a scelte destinate a condizionare tutta la vita.”

Un’altra maestra di vita, spietata e crudele, è la guerra…

Questa guerra è condotta senza un criterio, è un muro contro muro dove il singolo soldato è considerato una nullità, dove la morte di migliaia di uomini è messa in conto come una perdita al tavolo da gioco o un dazio da pagare per conquistare cento metri di terreno.”

 La guerra riduce in polvere i sogni, mette a dura prova gli amori appena nati, rafforzandoli o spegnendoli, ma soprattutto fa capire che la vita corre e il tempo è il bene più prezioso.

“Abbiamo ventisei anni e la vita corre, mamma, abbiamo paura che ci scappi di mano e non ci sia più tempo per fare tutto quello che vorremmo.”

Le guerre, una terribile pandemia (la Spagnola), l’avvento del Fascismo e il fallimento metteranno a dura prova gli abitanti della Casa dell’uva fragola, ma niente riuscirà a minare il loro profondo legame.

Prima di lasciare questa terra, Ezechiella ha un’unica richiesta da fare alle sue figlie.

“Questa casa per la quale abbiamo tribolato e triboliamo non lasciatela per nessun motivo. Qui dentro deve crescere e vivere chi verrà dopo di noi, deve correre sui sassi dove avete corso voi, vedere la stessa luna nello stesso posto, fare la marmellata con l’uva di nonna Ernesta.”

“La casa dell’uva fragola” è un romanzo che ha il sapore e il profumo di altri tempi, dai ritmi lenti, un po’ come la vita in quegli anni, sicuramente meno frenetica rispetto ad oggi. L’autore ha ricostruito accuratamente un mondo che non esiste più, ed è riuscito a trasportarmi indietro nel tempo. L’utilizzo di dialoghi diretti e virgolettati avrebbe reso, a mio parere, più scorrevole e ancora più coinvolgente la narrazione, ma è stata comunque una lettura intensa e ricca di emozioni. Ho apprezzato l’uso di un linguaggio semplice ed elegante, mai sopra le righe, consono al periodo storico e allo status sociale della famiglia Zanzi-De Maria.  

Si percepisce un forte legame affettivo tra l’autore e la Casa che dà il titolo al romanzo. Facendo una breve ricerca, ho letto che Pier Vittorio Buffa (e già il cognome mi suggeriva qualcosa) ha varcato, e continua a varcare, quel grande portone verde ogni estate, anno dopo anno, sin da quando era neonato. La storia della Casa dell’uva fragola è la storia della sua seconda casa e della sua famiglia, ricostruita con cura attraverso i racconti dei familiari e i registri della parrocchia. I protagonisti di questo romanzo sono realmente esistiti e le loro storie sono state riportate fedelmente, così come i fatti storici che si intrecciano alle loro vicende.

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