La cieca di Sorrento – Francesco Mastriani

1840. Nelle sale di anatomia dell’Ospedale degli Incurabili di Napoli, Gaetano Pisani, studente di medicina, si improvvisa professore di fronte al corpo di sua sorella Caterina, morta di tubercolosi. Ai presenti racconta una storia di povertà e malattia che gli fa conquistare la stima di tutti. Il giovane, determinato a diventare un noto e ricercato medico, porta su di sé la vergogna e l’infamia per la morte di suo padre Nunzio, impiccato per furto e assassinio, e cerca in tutti i modi un riscatto sociale e morale. Ma il destino gli scompiglia le carte: l’incontro con Beatrice, una giovane e bellissima donna divenuta sfortunatamente cieca, lo mette di fronte a una nuova verità e il suo piano di riscatto si tramuta in vendetta. Un intricato romanzo a tinte gialle e fosche ma allo stesso tempo ricco di suggestioni sentimentali. Tra i più noti della produzione di Francesco Mastriani, scrittore definito da Croce “il più notabile romanziere del genere”, “La cieca di Sorrento” ha goduto di un successo strepitoso e ora ritorna nelle librerie per essere ancora apprezzato dai lettori di oggi.

  • Editore ‏ : ‎ Scrittura & Scritture (9 dicembre 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 350 pagine

Recensione a cura di Sara Valentino

Ringrazio la casa editrice Scrittura & Scritture per la sua collana VociRiscoperte che ci permette di poter nuovamente assaporare grandi classici ormai scomparsi dalle scene. E’ il caso de “La cieca di Sorrento” che, ammetto, ho sentito spesso nominare come opera teatrale e ancora più utilizzato quale “detto”.

Mi sono avvicinata a questa lettura con tanta titubanza, il mio timore era quello di trovarmi dinanzi a un testo difficile da comprendere a anche da seguire come trama. Quanto mi sbagliavo!

Indubbiamente il lavoro di “svecchiamento”, come esse stesse lo definiscono nelle note, ha contribuito a riportare sulle scene un testo meritevole ma anche con un linguaggio più vicino al contemporaneo. Senza aver per questo in alcun modo alterato la trama e mantenendo anche alcuni vocaboli propri dell’autore, la casa editrice ci regala un monile, tal quale in effetti si preannuncia dalla sua veste grafica.

La storia mi ha coinvolto immediatamente, pare un giallo per certi versi, per altri una commedia romantica e drammatica. Un bel mix che coinvolge dalla prima all’ultima pagina.

C’è un delitto che due uomini compiono per denaro, resta di questo terribile fatto una cassettina di gioielli, un uomo condannato a morte, uno strascico doloroso in chi rimane coinvolto lateralmente.

C’è un uomo, ha con sè una bambina cieca, sua figlia, vive per lei, null’altro gli resta. La cecità è stata come un treno in corsa, sfrecciante, stridente nelle loro vite. Un evento tragico, un dramma così forte da causare un trauma tanto evidente.

C’è un giovane, poco più che bambino, nella sua mente un sogno, diventare uno straordinario medico. Orfano dei genitori si prende cura di sè, di sua sorella e della nonna. Lavora presso un uomo gretto, meschino, avido, appare un po’ lo Scrooge uscito dalla penna di Dickens. E’ un notaio di Napoli.

E’ inconcepibile come la malnata avarizia offuschi la ragione e la metta al di sotto dell’istinto brutale: è inconcepibile ma pure è vero che gli avari non solamente del loro denaro e delle loro sostanze sono tiranni, ma sembrano voler risparmiare o, meglio, negare a loro stessi anche le due cose che Iddio dispensa ugualmente con profusione a tutto il genere umano: la luce e l’aria”

Queste vite così apparentemente lontane in realtà saranno le ruote di uno stesso ingranaggio, il meccanismo si metterà in moto e saprà stravolgere e sconvolgere le certezze di tutti loro.

L’avaro avido vecchio troverà una vendetta sulla sua strada e tanto sarà il dolore, perchè il giusto girone dantesco gli sarà affidato dalla sorte.

La bellissima Beatrice, colei che nel buio dove l’ha costretta il fato e la cecità ha imparato a vivere e a vedere a suo modo, incontrerà un salvatore o forse un angelo della morte? Ci sono dolori tanto grandi che non ci permettono più di chiudere le porte del passato. Giusto o sbagliato non sta a noi giudicare, ognuno sa vivere la vita come può, come vuole e anelare a ciò che desidera. Il velo che ci cela il mondo a volte è meglio non sollevarlo mai. Ci sono verità che non sempre siamo in grado di sopportare o accettare.

Il minuto secondo che succede al presente ci è nascosto da tenebre densissime, contro le quali si frange tutta l’umana superbia; eppure noi fabbrichiamo sull’avvenire come su salda rupe”

E il giovane Gaetano Pisani potrà coronare il suo sogno? La vita era stata tanto dura da non avergli concesso il lusso di poter curare la sorella, aveva dovuto lasciarla all’Ospedale degli Incurabili. Le strade della vita fanno dei giri immensi e poi ritornano, lo dice anche una canzone. Gaetano porterà un peso enorme ma tornerà anche per rimediare a colpe non sue. Sono criptica, ve lo consento, ma questo libro va letto e assaporato senza avere anticipazioni. La luce di un mattino gli regalerà un bagliore di felicità, la durata di un battito d’ali di farfalla. Questo è vero per tutti. No? La vendetta chiama sangue a gran voce, dipende chi è disposto a ascoltarla e assecondarla.

“Gli avvenimenti, il pianto e il riso, la vita e la morte passano come passa un sospiro di vento sull’elce secolare, come passa l’ombra di una nuvola sulla cresta di un colle, come passa l’uccellino sulle canne di una palude”

Un romanzo emozionante e commovente come non ne leggevo da parecchio tempo.

Molti penosi momenti della nostra vita ci saremmo risparmiati se ci fossimo astenuti dal giudicare e dal condannare”

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