La città dei labirinti senza fine di Kate Mosse

Carcassonne 1562. Minou Joubert ha diciannove anni e passa le giornate rintanata nella bottega di suo padre, un libraio cattolico. Un giorno riceve una misteriosa lettera anonima, sigillata con un timbro di ceralacca che le è familiare in un modo che non sa spiegare. Dentro la lettera sono scritte solo cinque enigmatiche parole: “Lei sa che sei viva”. Mentre Minou si arrovella per decifrare il senso di quell’avvertimento, l’incontro con un ugonotto, Piet Reydon, stravolge completamente la sua vita. Piet, infatti, ha una missione pericolosissima da portare a termine e ha un disperato bisogno dell’aiuto della ragazza per uscire vivo dalla città. Mentre le tensioni religiose si fanno sempre più violente in tutto il sud della Francia, Minou e Piet dovranno fare affidamento solo su loro stessi per sopravvivere alle minacce che si moltiplicano. Perché segreti antichissimi stanno allungando la loro ombra su tutta la regione.

Link d’acquisto

Copertina rigida: 474 pagine
Editore: Newton Compton Editori (26 settembre 2019)
Collana: Nuova narrativa Newton
Lingua: Italiano

Recensione a cura di Cinzia Cogni

L’ultima fatica letteraria della celebra scrittrice di romanzi storici, Kate Mosse, è una storia incentrata in Francia, tra le città di Carcassonne, Tolosa e Puivert; intorno al 1562, anno in cui le rivolte fra cattolici e ugonotti sfociarono in vere e proprie battaglie.
Nella metà del XVI sec. infatti, protestanti francesi, chiamati successivamente ugonotti, si staccarono da una parte della dottrina della Chiesa Cattolica, non condividendo molti aspetti fondamentali della liturgia cattolica romana e seguendo il movimento di Lutero prima e quello Calvinista poi.
Nel incipit del libro la storia dell’ascesa e del declino degli ugonotti è ben spiegata, un accortezza molto gradita sia come ripasso, sia per entrare preparati nel romanzo, affresco preciso di quel periodo storico.

“Soltanto le fiamme possono cancellare i peccati…il male sarà sconfitto. Il regno terreno di Dio sarà di nuovo purificato. Scacceremo gli eretici e i bestemmiatori e chiunque contravvenga alle Sue leggi.”

La protagonista è Minou Joubert, abita a Carcassonne dove aiuta il padre a gestire una libreria, orfana di madre si occupa anche dei due fratelli più piccoli: Aimeric e Alis.
Una vita serena quella di Minou, fino al giorno in cui le viene recapitata una lettera anonima dal messaggio incomprensibile: ” Lei sa che sei viva”. Minou la nasconde, non la mostra a nessuno, convinta sia stato uno sbaglio di qualcuno; non può sapere che il suo destino dipenderà da quella lettera, che in quelle poche parole si cela un importante mistero.

” In un villaggio non esistono segreti. Anche se il tempo sbiadisce i ricordi, alla fine c’è sempre qualcuno che parla. Blandito da una moneta, da una verga puntata alla schiena, dalla rotondità di un seno sotto una sottoveste leggera. Col passare degli anni le storie che sarebbero dovute restare segrete si confondono con quelle di pubblico dominio.”

Gli scontri religiosi nel frattempo, si fanno sempre più violenti, il padre di Minou manda lei e il fratello a vivere dagli zii, ferventi cattolici, a Tolosa, convinto di metterli al sicuro.

“Mio padre direbbe che la religione di un uomo è un affare privato, a patto che egli rispetti le leggi del Paese. E anche quella di una donna, perché il gentil sesso è dotato di intelletto e devozione quanto gli uomini…il conflitto attuale è alimentato più dalla sete di potere che da autentica fede. È questo che ha scatenato la rivolta di ieri, non l’amore per Dio.”

Tolosa invece, è una città divisa in due, le rivolte sono all’ordine del giorno e ben presto Minou dovrà scegliere da che parte stare: chi seguire? La famiglia o il cuore?
Già, perché nel frattempo Minou si è innamorata di Piet Reydon capo degli ugonotti, inseguito dall’inquisizione e da Monsignor Vidal, un tempo suo amico, che spera di catturarlo vivo per sottrargli la reliquia più importante e preziosa al mondo…

Piet si sedette accanto al fuoco e provò a dormire. Osservò il biondo salire in cima alla barricata con il moschetto in mano, le ignobili parole del legato pontificio che continuavano a rimbombargli nella testa.
” Uccideteli tutti. Dio riconoscerà i suoi.”

I misteri si infittiscono col rapimento di Alis, la sorellina di Minou, da parte di Blanche de Bruyere, castellana di Puivert, che rilascerà la bambina solo se la sorella si presentera’ al Castello… pian pianino Minou capisce che proprio a Puivert ci sono le risposte che sta cercando e senza pensarci troppo va incontro al suo destino.

” Quando l’amore si tramuta in odio, diventa la più forte e violenta di tutte le emozioni.”

Inventare un romanzo con personaggi di fantasia che si fondono completamente all’epoca storica sopra citata, non dev’essere facile; ma se l’autrice eccelle poi in ricerca storica, con descrizioni e dialoghi perfetti fin nei minimi particolari, ecco che si spiega il successo di questo libro.
Il fanatismo religioso è il perno di questo romanzo, eppure l’autrice riesce a far passare il messaggio della libertà di culto e di idee e a trovare pregi e difetti da entrambe le parti; è l’aspetto che ho apprezzato di più. Quando si trattano certi temi infatti, si fa presto a lasciarsi andare a opinioni soggettive attraverso i personaggi, Kate Mosse invece, è rimasta fedele alla storia raccontandola in modo oggettivo.

” Eppure Piet era logorato dai dubbi. Non sapeva spiegarsi come mai aveva ordinato di realizzare una copia. Se non che, per quanto la sua anima ugonotta avrebbe dovuto aborrire il culto delle reliquie, Piet non era riuscito a dar via un cimelio antico di tale bellezza.”

Questo romanzo è un viaggio nel tempo fra intrighi e misteri, un viaggio fra idee opposte alla ricerca della verità e soprattutto un viaggio fra l’odio e l’amore che emerge prorompente e forse, un viaggio che aiuta a comprendere meglio l’animo umano.

Vidal scosse la testa.“La gente vuole i miracoli, Piet. Vuole le reliquie e la magnificenza di un Dio imperscrutabile “.

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