La dama delle lagune di Marcello Simoni

Anno Domini 807, foce del fiume Padus. In seguito a una violenta tempesta, le lagune di Comaclum restituiscono un antico sarcofago di piombo che custodisce, al suo interno, il corpo incorrotto di una fanciulla. Un miracolo, secondo il vescovo Vitale. Un cattivo presagio, invece, per l’abate Smaragdo, che si troverà diviso tra l’obbligo morale di svelare il mistero e la necessità di proteggere un segreto legato alla sua famiglia. Il contrasto tra questi due religiosi coinvolgerà le vite di persone molto diverse tra loro, come il magister piscatorum Bonizo, il giovane orfano Eutichio, il falegname Gregorios e l’arrogante Grimoaldo, mentre tra le insulae dell’abitato inizierà ad aggirarsi l’ombra di una ragazza. Forse uno spirito inquieto, forse una fuggiasca in cerca di protezione. Proprio nel momento in cui le tensioni tra l’imperatore Carlo Magno e la lontana Bisanzio minacciano di attirare un vento di guerra sulla piccola Comaclum. “Marcello Simoni è l’unico erede legittimo di Umberto Eco (ma è più divertente del maestro).” – Antonio d’Orrico, La Lettura Marcello Simoni torna con un Medioevo lagunare quanto mai enigmatico e ricco di suggestione.

  • Editore ‏ : ‎ La nave di Teseo (17 marzo 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina rigida ‏ : ‎ 480 pagine

Recensione a cura di Cinzia Cogni

Lo scrittore Marcello Simoni, per i lettori  appassionati di romanzi storici, da molti anni ormai è una garanzia, le sue storie hanno trame originali, fedeli in ogni particolare al contesto storico in cui si svolge il romanzo, e sono intriganti, intrepide,ricche di suspence e di misteri.
Nel suo ultimo romanzo intitolato “La dama delle lagune” l’autore ci porta a conoscere la sua terra natia, Comacchio, chiamata Comaclum nel periodo medioevale e nata dall’unione di 13 piccole isole intersecate dalla foce del Po di Primaro col mare, il cui sviluppo economico e urbanistico fu dovuto solamente ad un un’unico elemento: l’acqua.
Ed è proprio l’ acqua delle lagune ad essere la protagonista di questa storia che ha inizio nell’Anno Domini 807 quando, dopo una violenta tempesta, emerge un sarcofago antico di piombo che contiene il corpo senza vita, ma integro, di una ragazza.
Il magister piscatorum Bonizo e il figlio Grimoaldo sono i primi ad avvistarlo, e mentre i paesani gridano già al miracolo, il vescovo Vitale e l’abate Smaragdo  del monastero dell’Aula Regia, iniziano una disputa per decidere il destino della teca e della fanciulla che giace al suo interno.

Per il Santo, era ora!” Tornò a farsi sentire Bonizo…  ” Mazulo, va dai monaci. Dì loro di venire con il carro, per trasportare la teca.”
Teca, ripeté dentro di sé Gregorius, indirizzando un’occhiata d’intesa verso Eutichio. Un’occhiata destinata a non essere corrisposta…
Il falegname incrociò lo sguardo di Bonizo. “Cosa guardi, foresto?”… “vattene prima che ti venga a prendere a calci, e non azzardarti a far parola con nessuno di quello che hai visto…o quant’è vero Iddio, per te saranno guai.”

Sono gli anni in cui il potere della Chiesa non viene certo messo in discussione dal popolo e le reliquie dei santi sono un mezzo per rafforzare la fede nelle persone; ma sono anche gli anni in cui la gente crede nella magia e  nella superstizione e le dispute per stabilire cos’è sacro o profano sono all’ordine del giorno.
Per questo è di vitale importanza decidere se
la fanciulla ritrovata nel sarcofago è un miracolo, un segno divino, o al contrario, una maledizione e un oscuro presagio…

“...saremmo al cospetto di due presunti miracoli. Miracoli niente affatto diversi da quelli che si raccontano ogni notte alla taverna della Fuscina. Miracoli di poco conto, che riguardano gente piccola. Gente che indulge in riti pagani e in credenze superstiziose senza nemmeno rendersene conto. Perché mai dovrebbero meritare la nostra attenzione?” … ” Non capite, mio signore? Fate finta di aver appreso questa storia non dalla mia bocca…bensì da un monaco, durante un’omelia…ebbene, che effetto vi farebbe?”

Parallela a questo mistero però, ci sono le vicende storiche legate a Comaclum,  siamo nell’epoca dell’imperatore Carlo Magno e
le lotte tra Bisanzio e la Repubblica di Venezia insanguinano anche il territorio di queste piccole lagune; a combattete ci sono i milites,  guerrieri senza cavallo che si muovono  tra i fitti canali, su apposite imbarcazioni. La descrizione dell’attacco inaspettato via mare, contro gli abitanti di Comaclum è davvero coinvolgente, si percepisce il terrore e la paura dei protagonisti, e per un attimo ho avuto la sensazione di essere lì e assistere alla battaglia…
Chi è quella gente?”… ” Invasori “…” ma quali nemici oserebbero mai attaccarci?”…” parlano greco”…” …o il guardiano del faro ci ha traditi o è stato ucciso prima che potesse dare l’allarme.”
“Significa che in questo momento,  a Comaclum,  nessuno è al corrente di quanto sta accadendo?”… Gregorius annuì “questo è il mio più grande timore…ed è anche il motivo per cui voi dovete correre a dare l’allarme. “

Se la trama colpisce per la sua originalità e per le scene così ben descritte, in realtà sono i personaggi il vero punto di forza. Inanzitutto non ci sono eroi, ma semplici uomini e donne
con caratteri diversi e complessi, ognuno con una storia particolare e affascinante da raccontare, che ci aiuta a comprendere  meglio la loro psicologia, anche se intorno alle figure principali aleggia sempre un alone di mistero.

Il mondo però,  era solito pensare Bonizo, aveva bisogno anche di gente che sapesse chinare la testa. “Ho un lavoro per te… un lavoro per cui dovrai  tenere la bocca chiusa”.
“E il compenso?” Si rianimò a quel punto il maniscalco. “Dipende… da quanto ti dimostrerai bravo ad aprire una grande teca di piombo.”

“La dama delle lagune” è un viaggio nel tempo, in una zona la cui storia è poco nota, lo stesso scrittore infatti, confessa a fine romanzo nella nota d’autore, la difficoltà a reperire informazioni storiche dell’antica Comacchio; a oggi non si conosce ancora la lingua parlata né gli usi e costumi, né tantomeno com’era organizzata la vita sociale e militare in quel periodo.
Eppure Simoni riesce ancora una volta a mescolare la realtà con la fantasia, ideando un romanzo storico credibile e assolutamente inedito per i temi trattati.
Consigliatissimo!!!

Sotto quella terra odorosa di marciume si nascondeva il suo segreto.
Il segreto che avrebbe cambiato non solo la sua vita,  ma quella dell’intera Comaclum. “

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