Innanzitutto si deve capire l’epoca in cui è stato scritto il libro, un’epoca in chi i grandi scrittori ancora non erano affermati e dovevano scrivere ogni giorno per sopravvivere. I giornali, per trarre più profitto dalle vendite, chiedevano a uno scrittore una storia lunga, che sarebbe stata messa in vendita insieme al giornale. Così sorsero molti dei romanzi più famosi (ad esempio Delitto e Castigo).
Proprio questo è successo con l’opera di Wilkie Collins. Questo romanzo è stato scritto in questa maniera e ora si comprendono meglio le 800 pagine del libro.
La vera novità del libro è la struttura con cui è stato scritto: una storia che sorge da un personaggio, che sa qualcosa di quello che è successo, ma non tutto, e per questo un altro personaggio deve continuare a raccontare quello che è successo.
Siccome è stato scritto in prima persona, con il punto di vista del testimone diretto, si fa fatica a capirlo ogni tanto, è vero.
La storia è quella propria di quell’epoca: un possibile fantasma o personaggio misterioso che è il motivo centrale del romanzo, la dama che indossa un abito bianco, che porta in sé un mistero che nessuno degli altri personaggi riesce a capire totalmente; poi il personaggio cattivo, ma simpaticone, un vero esempio del truffatore che sembra una buona persona e che inganna, che agisce a testa sua e che sembra che sarà riuscito a fare del suo meglio e cavarsela così.
E poi, c’è il malvagio stupido, quello che non riesce a nascondere durante molto tempo il suo vero atteggiamento verso la donna che vuole truffare, il personaggio antipatico che il lettore vuole che abbia il suo castigo il più presto possibile.
C’è la coppia che soffre, gli innamorati; il personaggio egoista, le comparse che cercano di capire cosa sta succedendo, e anche la donna coraggiosa, ardita, Marian, forse il personaggio più caro a me, che crede che la giustizia sia il più grande valore per cui si debba lottare.L’argomento dello scontro tra il Bene e il Male. E come al solito, a volte il Male ha una bella faccia, una personalità accattivante, il conde Fosco.
Ma il Male non può vincere, non deve vincere, la amicizia, la bontà, il coraggio devono prendere il sopravento, anche se la sofferenza dei personaggi buoni è così incredibile, ma non eterna, e finalmente il Bene riesce a castigare il Male.
Questo tipo di storie sono quelle che piacciono ai lettori del XIX secoli e anche ai lettori del XXI secolo.
Giorgia Anella
Ho gustato tutti i vostri corposi commenti, e proprio dal fatto che abbiate speso più di 3 righe, vuol dire che nel bene o nel male, vi ha colpito lasciandovi qualcosa. Anche per me Collins è stata una scoperta (nel mio caso solitaria), che mi ha folgorato, e anche io come molti di voi leggerò altro di suo. Concordo con ogni commento fatto e vi ringrazio per avermi accolta da esterna
Fabiana Martinicca
Un romanzo che ho apprezzato moltissimo per l’originalità della trama e per l’atmosfera di tensione continua e crescente (resa possibile dai numerosi intrighi e colpi di scena) che l’autore ha saputo creare e mantenere per tutto il corso della storia. Un aspetto, questo ultimo, non semplice se si tiene conto del cospicuo numero di pagine dell’opera. Innovativa la modalità con la quale è narrata la vicenda. Collins, infatti, sceglie una narrazione a più voci, con la quale i diversi protagonisti, attraverso delle testimonianze, riportano la propria versione dei fatti. Questo espediente permette al romanzo di assumere quasi la forma di un vero e proprio racconto corale. Ma, soprattutto, consente al lettore di conoscere direttamente i differenti punti di vista dei vari personaggi, i sentimenti che li animano, senza filtri, senza mediazioni o interferenze da parte di narratori esterni.
I personaggi, siano essi buoni o cattivi, principali o secondari, sono tratteggiati con magistrale sapienza. Di ognuno di essi Collins mette in risalto pregi e difetti, vizi e virtù. Sono rimasta incantata dell’affascinante e ambiguo conte Fosco, abilissimo nell’arte della manipolazione e dell’intrigo; ho ammirato Marian, una donna non avvenente e ricca come la sorellastra Laura, ma dotata di grande acume e coraggio; ho trovato estremamente buffo Mr. Fairlie, indifferente di fronte a tutto ciò che lo circonda e concentrato esclusivamente sui suoi fragili nervi, sempre pronti ad andare in mille pezzi al minimo rumore.
Un romanzo che, pagina dopo pagina, anche grazie ad un linguaggio forbito e raffinato e a descrizioni accurate e fortemente evocative, affascina e coinvolge.
Jessica Pennini
Sono riuscita a terminare oggi. A mio parere mi è risultato un po’ lento durante la lettura forse per le descrizioni o perché magari non ho avuto molta concentrazione. In ogni caso è stata una lettura piacevole, una bella scoperta. I personaggi sia positivi che negativi mi hanno colpita per come sono stati delineati e ognuno di loro mi è rimasto impresso. Tra intrighi, misteri, complotti e amore sono riuscita a calarmi in un Ottocento misterioso e affascinante.
Giordana Guadagnini
È un libro altalenante tra scorrevole e illeggibile per la prolissità nelle descrizioni di luoghi situazioni o personaggi . È perfetto rappresentante dello stile letterario dell’ epoca , anche troppo..Misogino a livelli troppo spesso insopportabili . Fa tenerezza nella descrizione di crimini efferati e cattiveria dei personaggi : la lettera scritta “anonima” scritta con grafia contraffatta e praticamente firmata è il top . Libro classico ma troppo datato . Il personaggio preferito in assoluto il Conte Fosco.
Mariagrazia Dicarlo
Bella lettura, molto scorrevole, anche se alle volte prolisso, mi sono piaciute le descrizioni, ogni personaggio è ben delineato. La storia bella all’inizio… poi man mano si perde ma non si perde la voglia di continuare a leggere… quindi come ho detto… una bella lettura