La donna in bianco di Wilkie Collins #lettura condivisa

La lettura condivisa del mese di settembre sul gruppo facebook è stata: La donna in binaco di Wilkie Collins.

trama 

Quale terribile segreto nasconde la misteriosa figura femminile che si aggira di notte per le buie strade di Londra? Questo è solo il primo di una serie di intrighi, apparizioni e sparizioni, delitti e scambi di identità che compongono la trama della Donna in bianco, tessuta con magistrale sapienza da Wilkie Collins. Nel 1860 Charles Dickens pubblicò il romanzo a puntate sulla sua rivista «All the Year Round» suscitando uno straordinario interesse nel pubblico, che seguì per un intero anno le vicende della sventurata Anne Catherick e quelle degli altri personaggi, descritti con impareggiabile abilità psicologica, come l’impavida Marian Halcombe, il coraggioso Walter Hartright e l’affascinante quanto ambiguo conte Fosco. È passato un secolo e mezzo e le cose non sono cambiate. Anche il lettore moderno più smaliziato non può che rimanere piacevolmente intrappolato negli ingranaggi di questa straordinaria macchina narrativa, che ha segnato per sempre la tradizione del mistery, facendo guadagnare al suo autore l’attributo di “padre del poliziesco moderno”. Non c’è lunghezza che tenga: di un libro del genere si arriva sempre al fondo con rimpianto. La donna in bianco è anche un musical di grande successo realizzato da Andrew Lloyd Webber.

Fabiola Màdaro
Mi è piaciuta particolarmente la struttura di questo romanzo, che si sviluppa come una raccolta di deposizioni dei vari protagonisti che si sono trovati loro malgrado a essere testimoni più o meno diretti di un delitto. La caratterizzazione dei personaggi è molto accurata, sono messe in evidenza forze, debolezze, nevrosi… tutto. Non avevo mai letto nulla di Collins, e devo dire che pur essendo molto prolisso (d’altronde tutti i suoi personaggi sono estremamente logorroici), non mi è risultato mai pesante, anzi l’uso potente di descrizioni di luoghi e avvenimenti la trovo una peculiarità del romanzo che per l’epoca in cui è stato scritto, era forse lo stile più richiesto.
Il ritmo è incalzante, la trama complessa e districata in modo efficace. L’ho trovata una lettura piacevolissima e l’ambientazione nella Londra vittoriana è descritta così bene che ci si sente catapultati in un’altra dimensione, in un altro tempo…
Sabrina Pellegrino
Condivido il pensiero di Fabiola, anche a me è piaciuta la struttura del libro con le varie deposizioni..
Nella prima parte secondo me va a rilento ‘, senza togliere però la voglia di leggere, tanti dettagli per far entrare il lettore nel contesto giusto e spiegare i vari rapporti fra i personaggi e i luoghi ..Verso l’ultima si è concentrato sui fatti tralasciandone alcuni. . La morte di Mr FAIRLEI,esempio, benché personaggio marginale, viene descritta in poche righe. MARIAN sicuramente il personaggio più amato. Le sue imprese a inizio libro sono in primo piano, scemando, purtroppo, man mano che si va avanti..per essere una donna dell’epoca, però, le è stata data molta importanza..mi è piaciuto molto come lo scrittore abbia valorizzato il pensiero femminile, a volte quasi a discapito di quello maschile
Fosco sicuramente il personaggio più misterioso e accattivante.
Secondo me, infine, si è cercato il lieto fine in questo bellissimo libro, ma penso.. anche con un finale diverso sarebbe stato stupendo.
Isabella Novelli
A me è piaciuto molto. Bella la storia, I misteri che vi sono racchiusi, bellissima la caratterizzazione dei personaggi. Un romanzo avvincente dalla prima all’ultima riga. Gran personaggio il conte Fosco, diabolico al punto giusto e Marian col suo carattere così deciso e determinato. Odioso Mr Fairley, così inutile ed inetto. Una storia che mi ha tenuta incollata alle pagine fino alla fine. Contenta di averla letta e di aver conosciuto uno scrittore che non avevo mai affrontato prima.
Giancarla Erba
Un vero romanzo ottocentesco, perfettamente integrato con il periodo del romanticismo, la donna in bianco è la storia di un amore negato. Ma l’autore costruisce attorno a questo semplice costrutto, e tutto sommato usuale per quei tempi, un piccolo giallo che tiene tutti con il fiato sospeso fino alla fine. Lo stile è tipico del suo periodo, quindi a tratti un po’ lento, ma è una piccola falla che si perdona facilmente date le caratteristiche della storia. Le falle economiche dei due personaggi negativi, Sir Percival e Fosco, creano una serie di situazioni che porteranno alla morte di una povera ragazza già provata da anni di ingiusto manicomio, e al tentativo di rinchiudere per sempre anche Laura Fairlie, colpevole di avere un discreto patrimonio utile, per tappare i buchi dei due avventurieri. Sir Percival è il classico cattivo… cattivo e basta senza sentimenti, senza sbavature, mentre il suo compare, il conte Fosco viene caratterizzato in maniera più subdola mostrando dei lati apparentemente umani e gioiosi, in una persona che ha l’unico scopo di manipolare le persone a partire dalla moglie. Il più bel personaggio della storia è senza dubbio Marian Holcombe, gentile, generosa ma determinata più di ogni altra donna della storia… sarà grazie a lei che tutto finirà bene. Decisamente un testo ben scritto e piacevole da leggere.
Sabrina Poggi
Ho letto questo libro un bel po’ di tempo fa. Riporto le considerazioni che avevo annotato: si tratta di un romanzo d’appendice, genere letterario che si è sviluppato nel XIX secolo con la diffusione dei giornali presso una più ampia utenza. Per promuovere le vendite, venivano pubblicati a puntate settimanali dei romanzi. Il genere ebbe un successo enorme, tanto per fare un esempio il termine “rocambolesco” deriva dal personaggio di Rocambole, protagonista proprio di un feuilleton francese. Molto varia la qualità degli scritti e degli scrittori, si va da storie dozzinali ad opere che sono entrate nella storia della letteratura, vi bastino come esempio Pinocchio e I tre moschettieri. “La donna in bianco” presenta tutte le caratteristiche tipiche del genere: la fanciulla in pericolo, l’eroe buono (che ovviamente se ne innamora!), i cattivi “cattivissimi”, i colpi di scena che dovevano catturare l’attenzione del lettore (nella versione originale erano posizionati strategicamente alla fine di un episodio per invogliare ad acquistare il successivo!). La scrittura è molto curata, i personaggi non sono solo stereotipati e c’è una bella figura femminile, la sorella della protagonista, donna di notevole carattere (e che rimane zitella, vorrà dire qualcosa??). Ho trovato interessante anche l’espediente narrativo di far raccontare la storia a turno dai diversi personaggi e di mostrare il dipanarsi dell’intricata matassa sotto i differenti punti di vista. Una lettura piacevole che consiglio!
Irene Milani
Io l’ho terminato ieri e all’inizio ho fatto un po’di fatica perché il ritmo delle descrizioni rallentava lo scorrimento delle vicende. Concordo con altri giudizi positivi sulla struttura di stampo giudiziaria e sull’analisi dei personaggi. Su tutti ho preferito Marian mentre Fairley mi è sembrato quasi caricaturale. Nel complesso ottima prima lettura condivisa, grazie per avermelo segnalato.
Mariella Terra
Una piacevole scoperta tra i romanzi dell’800. Tanti sono gli aspetti tipici della narrativa dell’epoca: l’ambientazione, spesso notturna (e sepolcrale) che rispecchia lo stato d’animo dei personaggi, la struttura del romanzo che potremmo definire epistolare a più voci (e questa è una eccezione particolare), la caratterizzazione di alcuni personaggi in particolare Fosco (nomen omen!) e Marian, la società borghese e aristocratica che fanno da sfondo alla storia e non mancano i riferimenti alle scoperte archeologiche e l’interesse per l’arte in generale. Certamente non abbiamo un risultato eccellente ma è notevole lo sforzo per lo più riuscito di delineare la psicologia di alcuni personaggi. Il bianco dell’abito contrasta ovviamente con il “Fosco”. Infine Fosco rappresenta in generale il concetto di “sublime” delineato da Burke e da Kant (è sublime tutto ciò che genera paura ma nello stesso tempo affascina)
Emilia Milucci Guido
Purtroppo non sono ancora riuscita a finirlo, però lo trovo intrigante e condivido i giudizi già postati
Fabiana Farina
MI è piaciuto tantissimo, tant’è che durante la lettura ho scaricato altri due libri dello stesso autore e che mi sono proposta di leggere in un prossimo futuro.
Ho trovato molto interessante il modo in cui lo scrittore lo presenta, con una serie di deposizioni dei vari personaggi. Questi sono ben delineati, con delle caratteristiche molto marcate e che hanno permesso alla lettura di essere scorrevole.
Le atmosfere sono proprio quelle del romanzo ottocentesco.
Un libro che va assolutamente letto e che nel mio caso è stata una gradevolissima scoperta.
Bruno Pellegrino
Mi è piaciuto molto .
Ho trovato originale lo stile i personaggi anche quelli negativi … Marian e Fosco su tutti , ma ogni personaggio mi ha lasciato qualcosa …davvero bravo nella caratterizzazione anche di quelli minori , risultando piccoli protagonisti per ognuno dei racconti .
Ho faticato al contrario di molti nel finale , soffro il dilungarsi , il girare intorno per riempire gli spazi …. anch’io ho preso altri suoi romanzi.
Bellissima avventura e bellissima compagnia …grazie mille
Cinzia Cogni
Dopo aver letto tutti i vostri giudizi positivi, difficile ora essere la “mosca bianca” del gruppo, ma ho fatto davvero fatica ad arrivare alla fine di questa eccentrica storia, non sono riuscita a calarmi nell’epoca raccontata né nei personaggi, seppure riconosco la grandezza dell’autore nelle minuziose descrizioni, nel caratterizzare i protagonisti ed è sicuramente un romanzo originale e scritto benissimo.
Mi rendo conto che è un mio limite non riuscire ad apprezzare romanzi come questo, dove non ci sono personaggi o eventi storici precisi e dallo stile prolisso, infatti, solo nell’ultima parte, dal ritmo più incalzante, ho ritrovato la curiosità e la voglia di continuare a leggerlo. Sinceramente se lo avessi iniziato da sola mi sarei fermata circa a metà.
Naturalmente ho trovato anche dei lati positivi : una trama intricata,non certo banale; alcuni colpi di scena davvero inaspettati; e Marian Halcombe, la sorella della protagonista, una donna forte ed indipendente, che non si lascia condizionare dalla società maschilista in cui vive.
Al contrario, Laura Fairley, è una protagonista passiva, succube degli eventi che non ha la forza e la capacità di ribellarsi al marito, Sir Percival e all’amico, il Conte Fosco.
Quest’ultimo è un vero burattinaio che cerca di tirare i fili di tutti i personaggi che gravitano intorno a lui.
Tanti sono i misteri da svelare in questo romanzo, non c’è solo il segreto di questa “donna in bianco” scappata da una casa di cura, che cerca di avvicinare Laura perché ha delle rivelazioni
importanti inerenti suo marito, che rischierebbero di portarlo alla rovina…ogni protagonista sembra circondato da un alone di mistero, pare nascondere qualcosa, ed è questa scintilla che mi ha spronata ad arrivare alla fine.
Cristina Pozzi
Una ragazza ricca, ingenua e bellissima; un promesso sposo con tanti segreti, che non è quello che sembra; la sorella dell’ereditiera coraggiosa, forte e determinata; l’amico dello sposo di origini italiane, equivoco, criptico e malvagio; un maestro di disegno innamorato, che si trasforma in detective per scoprire la verità e l’inganno perpetrato; una misteriosa donna in bianco: questi sono tutti gli ingredienti di una splendida storia, di un classico scritto nel 1800 e considerato l’antesignano dei romanzi polizieschi.
In questo libro troviamo tanti personaggi e la bravura dello scrittore è quella di averli caratterizzati in maniera spettacolare in tutte le loro qualità e nei loro difetti. Altro elemento importante è quello della suspence, pagina dopo pagina si vuole scoprire la verità e questo porta a non considerare un ostacolo la mole del romanzo, che è davvero avvincente nonostante le lungaggini, che pur ci sono.
Sara Valentino
” E noi due, stavamo forse percorrendo due strade opposte soltanto per raggiungere, in un futuro misterioso, un punto in cui ci saremmo incontrati di nuovo?”
Ammetto che ho fatto fatica nella prima parte, un pochino meno nella seconda, ma ho risentito un po’ della narrazione tipicamente Ottocentesca.
Successivamente, forse addirittura dopo la fine della lettura, ho più piacevolmente conservato le sensazioni che mi ha lasciato. La trama, prolissa senza dubbio, è però costruita magistralmente e non mancano colpi di scena, anch’essi con il passo di una narrazione antica.
I personaggi sono delineati nel loro stato d’animo che traspare con delicatezza e fermezza nel bene e nel male.
“La più imponente delle montagne che l’occhio umano sia in grado di abbracciare è destinata a perdersi nell’oblio; mentre il più piccolo dei sentimenti che il cuore puro di un uomo possa avvertire per un altro essere umano è destinato all’immortalità”
Vi sono passaggi che meritano non solo una sottolineatura, sono perle, sono poetiche immagini.
Mi riferisco alle atmosfere del cimitero, le scene crepuscolari, tetre quasi a incupire anche noi lettori, al contempo così vivide e palpabili.
La forma è del tutto innovativa in quanto le vicende sono raccontate attraverso le testimonianze di alcuni personaggi, ognuno per ovvie ragioni vede e racconta per ciò che nutre nei confronti dei protagonisti.
La figura di questa donna vestita di bianco, quasi eterea si potrebbe pensare, dal passato oscuro e misterioso aleggia attorno alle vicende dei protagonisti. E poi c’è Marian colei che ho amato profondamente. Misteri, segreti, amori, inganni… in un poliziesco d’altri tempi
Giovanna Cosatto

grazie Sara..Che dire…hai espresso parte di quello che ho provato…anch’io ho faticato fino a quasi la metà poi mi ha letteralmente coinvolto. Grazie a tutti per questa condivisa

Mariagrazia Pazzaglia
Ammetto che questo libro mi ha richiesto un po’ di tempo per finirlo, ma mi è piaciuto molto. Una storia davvero intrigante ed originale in epoca vittoriana. Il fatto che ogni personaggio raccontasse una parte della storia dal suo punto di vista l’ho trovato molto interessante e originale. Leggendo questo libro si trovano personaggi belli che si amano molto, altri invece che li odi e potendo si strozzerebbero all’istante!!! Questo romanzo è scritto molto bene, con ottime descrizioni degli stati d’animo dei personaggi. A volte pare proprio di essere lì e provare le stesse sensazioni. Un thriller poliziesco intriso di misteri, segreti, inganni, complotti, ma anche di amore che alla fine trionfa
Maria Acosta Diaz
Innanzitutto si deve capire l’epoca in cui è stato scritto il libro, un’epoca in chi i grandi scrittori ancora non erano affermati e dovevano scrivere ogni giorno per sopravvivere. I giornali, per trarre più profitto dalle vendite, chiedevano a uno scrittore una storia lunga, che sarebbe stata messa in vendita insieme al giornale. Così sorsero molti dei romanzi più famosi (ad esempio Delitto e Castigo).
Proprio questo è successo con l’opera di Wilkie Collins. Questo romanzo è stato scritto in questa maniera e ora si comprendono meglio le 800 pagine del libro.
La vera novità del libro è la struttura con cui è stato scritto: una storia che sorge da un personaggio, che sa qualcosa di quello che è successo, ma non tutto, e per questo un altro personaggio deve continuare a raccontare quello che è successo.
Siccome è stato scritto in prima persona, con il punto di vista del testimone diretto, si fa fatica a capirlo ogni tanto, è vero.
La storia è quella propria di quell’epoca: un possibile fantasma o personaggio misterioso che è il motivo centrale del romanzo, la dama che indossa un abito bianco, che porta in sé un mistero che nessuno degli altri personaggi riesce a capire totalmente; poi il personaggio cattivo, ma simpaticone, un vero esempio del truffatore che sembra una buona persona e che inganna, che agisce a testa sua e che sembra che sarà riuscito a fare del suo meglio e cavarsela così.
E poi, c’è il malvagio stupido, quello che non riesce a nascondere durante molto tempo il suo vero atteggiamento verso la donna che vuole truffare, il personaggio antipatico che il lettore vuole che abbia il suo castigo il più presto possibile.
C’è la coppia che soffre, gli innamorati; il personaggio egoista, le comparse che cercano di capire cosa sta succedendo, e anche la donna coraggiosa, ardita, Marian, forse il personaggio più caro a me, che crede che la giustizia sia il più grande valore per cui si debba lottare.L’argomento dello scontro tra il Bene e il Male. E come al solito, a volte il Male ha una bella faccia, una personalità accattivante, il conde Fosco.
Ma il Male non può vincere, non deve vincere, la amicizia, la bontà, il coraggio devono prendere il sopravento, anche se la sofferenza dei personaggi buoni è così incredibile, ma non eterna, e finalmente il Bene riesce a castigare il Male.
Questo tipo di storie sono quelle che piacciono ai lettori del XIX secoli e anche ai lettori del XXI secolo.
Giorgia Anella
Ho gustato tutti i vostri corposi commenti, e proprio dal fatto che abbiate speso più di 3 righe, vuol dire che nel bene o nel male, vi ha colpito lasciandovi qualcosa. Anche per me Collins è stata una scoperta (nel mio caso solitaria), che mi ha folgorato, e anche io come molti di voi leggerò altro di suo. Concordo con ogni commento fatto e vi ringrazio per avermi accolta da esterna
Fabiana Martinicca
Un romanzo che ho apprezzato moltissimo per l’originalità della trama e per l’atmosfera di tensione continua e crescente (resa possibile dai numerosi intrighi e colpi di scena) che l’autore ha saputo creare e mantenere per tutto il corso della storia. Un aspetto, questo ultimo, non semplice se si tiene conto del cospicuo numero di pagine dell’opera. Innovativa la modalità con la quale è narrata la vicenda. Collins, infatti, sceglie una narrazione a più voci, con la quale i diversi protagonisti, attraverso delle testimonianze, riportano la propria versione dei fatti. Questo espediente permette al romanzo di assumere quasi la forma di un vero e proprio racconto corale. Ma, soprattutto, consente al lettore di conoscere direttamente i differenti punti di vista dei vari personaggi, i sentimenti che li animano, senza filtri, senza mediazioni o interferenze da parte di narratori esterni.
I personaggi, siano essi buoni o cattivi, principali o secondari, sono tratteggiati con magistrale sapienza. Di ognuno di essi Collins mette in risalto pregi e difetti, vizi e virtù. Sono rimasta incantata dell’affascinante e ambiguo conte Fosco, abilissimo nell’arte della manipolazione e dell’intrigo; ho ammirato Marian, una donna non avvenente e ricca come la sorellastra Laura, ma dotata di grande acume e coraggio; ho trovato estremamente buffo Mr. Fairlie, indifferente di fronte a tutto ciò che lo circonda e concentrato esclusivamente sui suoi fragili nervi, sempre pronti ad andare in mille pezzi al minimo rumore.
Un romanzo che, pagina dopo pagina, anche grazie ad un linguaggio forbito e raffinato e a descrizioni accurate e fortemente evocative, affascina e coinvolge.
Jessica Pennini
Sono riuscita a terminare oggi. A mio parere mi è risultato un po’ lento durante la lettura forse per le descrizioni o perché magari non ho avuto molta concentrazione. In ogni caso è stata una lettura piacevole, una bella scoperta. I personaggi sia positivi che negativi mi hanno colpita per come sono stati delineati e ognuno di loro mi è rimasto impresso. Tra intrighi, misteri, complotti e amore sono riuscita a calarmi in un Ottocento misterioso e affascinante.
Giordana Guadagnini
È un libro altalenante tra scorrevole e illeggibile per la prolissità nelle descrizioni di luoghi situazioni o personaggi . È perfetto rappresentante dello stile letterario dell’ epoca , anche troppo..Misogino a livelli troppo spesso insopportabili . Fa tenerezza nella descrizione di crimini efferati e cattiveria dei personaggi : la lettera scritta “anonima” scritta con grafia contraffatta e praticamente firmata è il top . Libro classico ma troppo datato . Il personaggio preferito in assoluto il Conte Fosco.
Mariagrazia Dicarlo
Bella lettura, molto scorrevole, anche se alle volte prolisso, mi sono piaciute le descrizioni, ogni personaggio è ben delineato. La storia bella all’inizio… poi man mano si perde ma non si perde la voglia di continuare a leggere… quindi come ho detto… una bella lettura
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