La leggenda della fata Melusina di Jean d’ Arras

Melusina, una fata bellissima, che una volta la settimana, il sabato, assume la forma d’un serpente, sposa Raimondino, figlio del re dei Bretoni, ch’essa incontra in un bosco, dove egli era fuggito dopo l’uccisione dello zio, il conte di Poitiers. Per mezzo delle doti sovrannaturali della moglie, Raimondino diventa valoroso principe di Lusignano, padre glorioso di due forti cavalieri, felice nella sua vita di eroismo e di amore. Ma un sabato, rompendo il giuramento, sorprende, durante il bagno, la metamorfosi della sua donna, che per tutto il sabato si trasforma in serpente: il suo dolore per la scoperta atroce, che lo priva anche della presenza di lei, è uno dei tratti più belli del romanzo. In esso Jean d’Arras, in una prosa fatta di cavalleria e di senso fiabesco, ha raccolto per primo la leggenda della donna-serpente, derivata dalle tradizioni popolari del Poitou (storica provincia francese), intorno alla casa dei Lusignano.

Link d’acquisto

  • Copertina flessibile: 200 pagine
  • Editore: Edizioni Studio Tesi (25 giugno 2020)
  • Collana: Biblioteca contemporanea
  • Lingua: Italiano

Recensione a cura di Sara Valentino

Quanto amo le leggende… Questa in particolare l’ho letta non molto tempo fa e sul blog trovate un articolo in cui si fa riferimento alla fata Melusina.

Quale gioia scoprire che esiste un intero libro a raccontarne la storia e la leggenda.

Il testo di cui andiamo a parlare è costellato di 21 illustrazioni che sono tratte proprio dal manoscritto di Jean d’Arras, colui che per primo ha raccolto le avventure e le vicende della leggenda.

Chi fu questo Jean d’Arras? Poco si sa di lui, un editore bibliotecario del duca di Berry, per il quale manoscrisse nel 1393 il presente testo.

Il duca di Berry, Giovanni di Valois il Magnifico, grande mecenate e uomo di cultura era anche conte di Pitou dove è ambientata la leggenda di Melusina, oltre che nel castello di Lusignano.  Il duca, erede indiretto dei Lusignano, con questo scritto desidera esaltare gli aspetti mitici ed esoterici legati al suo casato.

La vicenda storica inizia con la costruzione del castello di Lusignano, d’Arras raccolse racconti tramandati in precedenza quali ad esempio le parole del monaco benedettino, Pierre Bersuire: “Nel mio paese, il Poitou, si dice che la fortezza di Lusignano fu costruita da un certo cavaliere e dalla sua sposa che era una fata; e che questa fata dette origine a un gran numero di nobili e gran signori, e da essi vennero i re di Gerusalemme e di Cipro così come i conti della Marca e di Parthenay. Si dice poi che la fata fu vista nuda dal marito e venne trasformata in serpente. E ancora oggi corre voce che questo serpente appaia nel castello ogni volta che cambia proprietario”.

Proprio di questa vicenda misteriosa e leggendaria racconta il manoscritto, in un linguaggio l’ho trovato fluido e comprensibile pur essendo un testo molto antico. Vi si narra la storia di Melusina una fata proveniente da Alba, il nome gaelico della Scozia. Il mito della fata in sposa a un essere umano travalica i secoli ed è diffuso in tutto il mondo. Melusina viene accostata alla sorgente Fontana della sete, per questo potrebbe essere una ninfa delle sorgenti.

Ciò che è importante tenere a mente è il senso profondo di questa storia, come una favola insegna che l’uomo non deve tentare di accedere a un dominio superiore dell’esistenza, pena la distruzione.

“Se mi volete prendere in moglie col vincolo del matrimonio, disse la dama, e se mi giurate che, se avremo dei figli, voi non assisterete alla loro nascita, vi obbedirò come ogni moglie fedele deve obbedire a suo marito”

Diverse le analogie esoteriche, i richiami alla simbologia, che vengono sviscerati senza tralasciare l’unione sessuale tra uomo e fata. Secondo Paracelso le Melusine sarebbero entità psichiche che attraverso l’unione carnale con un essere umano cercano di ripristinare la loro individualità umana.

“Basta mettere in bella mostra ciò che si è con tanta fatica tenuto nascosto per distruggerlo”

La leggenda di Melusina vuole che essa venga punita dalla madre Pressina con un incantesimo: tutti i sabati avrà aspetto di serpente dall’ombelico in giù e se troverà un uomo che la vorrà sposare egli dovrà promettere di non guardarla mai il sabato. Vi lascio naturalmente approfondire con la lettura del presente libro tutta la storia ma sappiate che ancora oggi, come detto sopra, è viva la leggenda del serpente.

Mi piace ora dedicare qualche riga ai consigli dettati da Melusina ai figli. Nel lungo elenco di raccomandazioni troviamo un invito a temere, servire e amare Dio, rispettare le donne, non essere orgogliosi ma umili, dolci e cortesi, non fare i padroni con i compagni, tenere alla giustizia. Bellissimo il passaggio dedicato alla parola data, quella che oggi è ancora un miraggio per molti, “Siate fedeli alle vostre promesse, mantenete la parola data, non promettete ciò che non sarete in grado di mantenere” “Figli, vi proibisco di prestare attenzione agli adulatori che vi sono tra i giullari” 

Una bella favola, densa di storia, di misteri, di miti e simbologie, fatta di adii, di tradimenti ma che ha il potere di raccontarci come siano importanti i valori, come lo sia il rispetto.

 

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