La maledizione delle ombre di Jean-Christophe Grangé

A Parigi è notte fonda. Per le strade non si scorge anima viva e i quartieri sono immersi in una spettrale immobilità. Tutti tranne uno. Nel X arrondissement, in uno dei night club più frequentati, si è da poco consumato l’omicidio di una ballerina, il cui corpo è stato orrendamente sfigurato. Il primo a raggiungere la scena del delitto è il comandante della Brigata criminale Stéphane Corso, convinto di trovarsi di fronte all’ennesima indagine di routine. Ma questa volta si sbaglia. Perché la ballerina è solo la prima vittima di un serial killer del tutto fuori dal comune: per i suoi crimini sceglie giovani donne con un passato segnato da violenze e abbandoni e con il suo modus operandi cerca di riprodurre alcuni dipinti del pittore Francisco Goya. Una mente difficile da decifrare, soprattutto se gli omicidi si moltiplicano e le prove si fanno così evanescenti da depistare la polizia. Corso e la sua squadra navigano in acque stagnanti, sempre più confusi e lontani dalla soluzione del caso, finché si fa avanti un anziano poliziotto che consegna a Corso un voluminoso fascicolo: contiene verbali di trent’anni prima che documentano un assassinio identico a quelli recenti e lasciano intravedere una nuova pista. Sulle tracce di un uomo che da presunto colpevole si trasforma ben presto in astuto antagonista, Corso affronta una progressiva discesa nel cuore oscuro dell’agire umano. Scoprirà che un assassino può nasconderne un altro e che la realtà può trasformarsi in un incubo senza fine.

Copertina rigida: 516 pagine
Editore: Garzanti (13 giugno 2019)
Collana: Narratori moderni
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8811607663
ISBN-13: 978-8811607663

Recensione a cura di Sara Valentino

Un corpo di donna rinvenuto nudo e legato con i suoi stessi indumenti intimi, il volto sfigurato in un urlo eterno a simulare un quadro di Francisco Goya, inizia così una caccia all’uomo nelle notti parigine.

Stéphane Corso si inabissa nelle indagini, con la inseparabile e insostituibile collega Catherine Bompart, alias Barbie, sua madrina oltre che superiore. Ha un passato da dimenticare, un futuro da costruire, percepiamo il suo sentirsi fallito, la sua redenzione è dare la caccia ai cattivi, si affida al suo intuito, un personaggio costruito in maniera ineguagliabile.

Gli ingredienti per attirare i mass media sono tutti molto accattivanti: sesso, sangue e mistero; bisogna trovare quanto prima il colpevole.

Un viaggio nell’ombra, nei locali notturni, strip-tease, bondage, sadomaso e vecchie conoscenze porteranno Corso a ripercorrere luoghi che forse vorrebbe dimenticare. La sua vita privata è stata a lungo tempo legata a questo ambiente, con la sua ex, madre di suo figlio, hanno raggiunto apici oltre il limite consentito.

“La violenza che travolge l’assassino da dentro, mentre passava all’azione, era sicuramente proporzionale alla calma che mostrava in superficie”

E mentre “the show must go on.. “ un’altra ragazza, un’altra ballerina ritrovata uccisa nello stesso modo, immobilizzata, deturpata, slabbrata in quell’urlo disumano.

Cosa lega le vittime del serial killer? Sembra tutto chiaro e limpido :un sospetto, un colpevole e la storia è chiusa.

No, Grangé ha la capacità di creare una trama sofisticata, intricata che conduce il lettore in un tunnel di ombre, che fa emergere i lati oscuri e dimenticati, le sofferenze che vengono da lontano, gli abbandoni.

Corso dovrà gettare la spugna? L’orgoglio, linfa vitale di ogni guerra non glielo permetterà, un viaggio a ritroso nel tempo, malinconico a volte. Analizzarsi, pensare e capire che chi vuole provare dolore, chi è interessato al sadomaso brutale è chi non si ama, chi non si ritiene degno di essere amato.

C’è molta tristezza in queste pagine, un velo che ricopre la caccia all’uomo che prosegue inesorabile perché il killer è in agguato, potrebbe colpire nuovamente, potrebbe essere troppo tardi…

“Doveva restare all’erta, la vita gli aveva insegnato che una merda sullo zerbino si trova sempre. E non sbagliava: al suo rientro lo attendeva una doccia ghiacciata”

Il linguaggio utilizzato nella narrazione dall’autore è forte, deciso, quel che serve per calare il lettore nella parte, per sentirsi vittima impotente, carnefice e inseguitore.

Violenza e crudeltà, accettazione e riconoscenza sono alcuni elementi di un romanzo corposo, ma che si legge d’un fiato. Trama ingegnosa fino al termine che spiazza il lettore in un finale eccezionale e per nulla scontato.

“Una cattiva idea è come un vizio. Una volta che la si ha è impossibile disfarsene”

E’ il primo romanzo che leggo di questo autore, ma ne sono rimasta completamente rapita.

 

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