La maledizione di Palazzo Marino – Milano

Oggi parliamo di una maledizione del milanese e lo facciamo con una milanese: Alice Ortega e con la sua fotografia, quale madrina. Fotografia, che ricordo è stata scattata per il contest organizzato sul nostro gruppo Facebook, #scattaloradelmistero

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Palazzo Marino fu eretto nel ‘500 dal conte genovese Andrea Tommaso Marino per amore di una donna. Ma fu causa di sofferenze e soprusi a danno dei milanesi. Per questo, un frate gli scagliò contro una terribile maledizione.

A proposito dell’attuale sede del Comune di Milano, c’è una filastrocca che si tramanda e recita come segue:

Ara, bell’Ara discesa Cornara,

de l’or fin, del cont Marin
strapazza bardocch,
dent e foeura trii pitocch,
trii pessitt e ona massoeura,
quest l’è dent e quest l’è foeura

(Ara, bell’Ara della famiglia Cornaro, dai capelli di oro fino, appartieni al conte Marino strapazza preti, dentro e fuori di casa ci sono tre bravi, con la mazza e i tre pesciolini, questo e dentro e questo e fuor)

 

Il Ducato di Milano aveva una capitale considerata la più ricca d’Italia e faceva gola a molte monarchie straniere, il banchiere al servizio degli spagnoli, Tommaso Marino era un uomo senza scrupoli che aveva al soldo un esercito di bravi (la cui condotta era esattamente quella descritta da Manzoni ne I promessi sposi). Innamoratosi di Arabella Cornaro, figlia di un nobile veneziano, la chiese in sposa ricevendo, come risposta dal padre, l’ingiunzione a costruire un palazzo bello come quelli veneziani dove ospitare la figlia.

Per questo motivo Marino inizia i lavori per la costruzione di un palazzo sontuoso come non se ne erano ancora visti in tutta Milano. Il palazzo porta ancora oggi il suo nome. Fu incaricato della costruzione del palazzo l’architetto Galeazzo Alessi e la prima pietra fu posta nel 1558. Per la costruzione espropriò e fece radere al suolo tutte le case che sorgevano in quell’area.

I milanesi lo odiavano e narra una leggenda che Palazzo Marino crebbe sotto il peso di una maledizione:

Congeries lapidum
multis constructa rapinis
aut uret, aut ruet, aut alter raptor rapiet
(Accozzaglia di pietre, costruita grazie a molte ruberie, o brucerà, o crollerà, o sarà rubata da qualche altro ladro).

La bella Ara fu costretta a sposare Marino, fu trovata impiccata nel baldacchino del letto di una casa di campagna e Marino morì coperto dai debiti, lasciando incompiuta la costruzione del palazzo.

Le prime profezie si avverarono il palazzo cadde in rovina a causa della vita dispendiosa del Marino, che diede presto fondo all’ingente ricchezza accumulata, perdendo pure la fiducia del Governo e di altri facoltosi clienti; poi venne confiscato dagli Austriaci, che si aggiudicarono il dominio del Ducato di Milano nel 1706, durante la guerra di successione al trono spagnolo. I milanesi ora attendono con paura l’avverarsi del terzo anatema.

Un’altra leggenda narra che a Palazzo Marino venne alla luce Marianna, nipote di Tommaso Marino e futura Monaca di Monza.

 

Fonti: https://www.milanoweekend.it/articoli/leggende-di-milano-fantasmi-streghe/ https://digilander.libero.it/leggendeitaliane/leggende/lombardia

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