La medica e la strega di Giancarla Erba

Saggio sulla storia delle donne a cavallo tra due mondi molto simili e separati solo dal velo della percezione: la medicina e la stregoneria. Questo interessante saggio, curato da Giancarla Erba ed edito dalla nostra casa editrice “amica” Decima Musa, propone un viaggio storico culturale attraverso i secoli, lungo le vite di numerose donne che hanno scelto di intraprendere la carriera di guaritrici e che hanno dovuto scontare il loro essere donne in una società oltranzista e maschiocentrica. Il volume da 300 pagine circa raccoglie ben oltre cento profili di donne ed è la summa di una ricerca partita come una testi di laurea e diventata poi un saggio completo ed approfondito sull’emancipazione culturale della metà gentile del cielo.

 

Copertina flessibile: 230 pagine
Editore: Decima Musa Edizioni (20 marzo 2018)
Lingua: Italiano

Recensione a cura di Sara Valentino

“Il ruolo della donna nella storia e nella medicina” questo il sottotitolo del saggio di cui parlo oggi: “La medica e la strega” di Giancarla Erba edito dalla casa editrice Decima Musa.

Prima di entrare nel vivo del tema e dell’argomento è bene che vi dica anche quanto questo testo sia curato nell’estetica. Una bellissima edizione che vede impaginato il testo corredato di immagini in bianco e nero relative agli argomenti trattati. Sotto capitoli brevi e titolati che rendono anche una possibile ricerca futura dell’argomento, che si vuole rivedere eventualmente in un futuro, estremamente semplice. Per un saggio questa è una sottigliezza importante, personalmente fa la differenza. E naturalmente il libro di diritto andrà tra quelli che tengo poi a scopo consultazione, per la sua estrema completezza.

Il tema è tra i miei preferiti, leggo spesso di stregoneria, inquisizione e di quel periodo, nemmeno breve (ammesso sia finito per davvero), in cui essere donna e avere una conoscenza era esclusivamente un buon motivo per essere eliminate. Già, perché a un certo punto della nostra storia umana, la donna, che prima era venerata, diviene così “pericolosa” da essere il capro espiatorio preferito.

Nelle religioni antiche, e stiamo parlando di civiltà risalenti addirittura al 7000 a.C., sono stati trovati resti di queste vestigia in Iraq, Siria, Anatolia e così via. In Sumeria si sono trovati reperti risalenti al 3000 a.c. dedicati a una dea chiamata Regina del Cielo. E l’Egitto? L’Antico Egitto, che amo, è stato la culla dove sono nate le divinità che conosciamo come Iside e Sekhmet, divinità guaritrice e potente dalla testa leonina. Certo gli antichi veneravano in misura identica il maschile e il femminile. Le donne ricoprivano ruoli importanti, erano sacerdotesse e non solo.

“Secondo la mitologia celtica il principio portante del mondo è quello femminile e il cosmo è retto dalla perfetta miscela di maschile e femminile, guai se questa armonia venisse spezzata”

Già, guai.. con l’andare del tempo, e il rinnovarsi di una prevaricazione maschile, si potè constatare che le divinità femminili via via vennero distrutte e la posizione sociale della donna si vede scendere  di livello, addiviene al ruolo di sudditanza dell’uomo.

Nel prologo, Irene Carossia, ci dice induce a una riflessione estremamente vera: “Abusare di una donna non significa violare soltanto il suo corpo, significa negarne il valore come essere umano, la sua dignità, il suo stesso esistere… Storicamente ogni volta che si è voluto colpire al cuore della sua evoluzione un villaggio, una città, un paese, sono state compite consapevoli violenze e stragi su donne e bambini, perché le donne rappresentano la vita, l’evoluzione, il futuro”

Oggi, non è cambiato molto, ma qualcosa si sta muovendo, eppure non siamo sempre solidali, e le une con le altre siamo le nostre stesse nemiche. All’interno di una disputa o più semplicemente all’interno delle più svariate situazioni si giustifica l’uomo e colpevolizza una eventuale donna coinvolta. Questo atteggiamento ci porta a pensare forse non siamo abbastanza, che dovremmo fare molto e di più, e si cerca un uomo con il palliativo che questo ci faccia sentire migliori. Allora è bene dare uno sguardo approfondito al passato, analizzare, come ha fatto Giancarla Erba, le molte donne che nel corso del tempo si sono battute per i loro ideali, valori. Che hanno creduto in se stesse.

Una considerazione da fare è certamente quella riguardante il parto: l’ostetricia è stata sempre donna. E l’alchimia? L’alchimia non è solo uomo, come a volte è più facile pensare. Le donne hanno in maniera importante contribuito anche in questo campo, per fare dei nomi menzionati nel testo vi ricordo Maria l’Ebrea, Cleopatra, Isabella Cortese ma sono solo alcuni esempi delle grandi, la cui storia troverete in questo saggio.

Ho amato molto leggere di Ildegarda di Bingen, forse la mia “preferita” tra le mediche di Dio menzionate da Giancarla Erba. Forse anche il suo legame con Bernardo da Chiaravalle, che ritorna spesso con coincidenze incredibile nelle mie ultime letture. In un periodo storico in cui la donna non era molto considerata, una voce le chiede di parlare e fu così che venne conosciuta in tutta Europa. Mi piace riportarvi questa parte del suo pensiero: “Secondo Ildegarda, l’uomo si ammala quando è diviso, cioè quando è in conflitto con se stesso e con gli altri, quando odia o si arrabbia”.

Il nostro viaggio nella storia delle donne mediche giunge al punto in cui alcune vengono chiamate streghe. Conoscono le erbe, e le erbe si sa che possono aiutare la vita o.. la morte, fa paura questo potere. Queste sono le donne povere, dalla parte del popolo, quelle che non avevano protettori potenti, spesso denunciate dall’ignoranza, anche dai parenti. Bastava poco per essere considerate preda del maligno. La carrellata di donne, chiamate streghe, che hanno fatto la nostra Storia e che hanno comunque contribuito in maniera speciale a tramandare l’uso delle erbe, ne ricorda diverse. Circe, Medea fino a giungere agli anni che conosciamo dell’inquisizione e alle torture indicibili, ai roghi.

Complimenti per questo saggio all’autrice che ha saputo trattare in maniera oggettiva argomenti molto spinosi, è corredato da tutte le fonti che ha consultato e sono davvero moltissime.

Prima di concludere vorrei sottolineare la presenza nel testo di alcuni antichi ricettari, alcuni rimedi sono utili e fattibili ancora oggi.

 

 

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