La porta aperta – Il mistero di Ladlow Hall

Charlotte Riddell 

C’è una casa che nessuno può abitare.
C’è una porta che non può essere chiusa.
C’è un caso di omicidio da risolvere.

Il giovane Phil Edlyd, impiegato in un ufficio di banditori e agenti immobiliari, vuole a tutti i costi guadagnare qualche sterlina in più per arrotondare lo stipendio piuttosto esiguo. Si propone, così, volontario per risolvere il mistero che aleggia a Ladlow Hall, che si dice essere infestata.
La porta aperta è una storia di fantasmi che fa delle atmosfere inquietanti il suo punto di forza e indaga, tra spettri e misteri, l’etica capitalistica dell’età vittoriana.

  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina rigida ‏ : ‎ 78 pagine

Recensione a cura di Fabiana Farina

Tanto il libro come la scrittrice sono una novità assoluta in Italia. Pubblicato nel 1882 nella  raccolta “Wired Stories” voleva in un certo modo essere una denuncia della precaria posizione finanziaria della donna nell’inghilterra vittoriana (Cit. Tatiana Sabina Meloni – traditrice). 

Come detto prima, la trama si svolge a punto nell’epoca vittoriana. Il giovane Phil, impiegato in una agenzia immobiliare, accetta la scommessa proposta dai suoi colleghi di far luce sugli strani fatti che succedono a Ladlow Hall, proprietà che l’agenzia immobiliare ha affittato a un abbiente uomo d’affari. 

Phil, per accettare viene costretto dal suo capo a licenziarsi  e con la scusa di indagare si rivolge all’affittuario chiedendogli un compenso per i servizi. 

Una volta accordatosi parte per la sua missione. 

Nel tempo che starà in Ladlow Hall (una settimana) farà la conoscenza di Lord Ladlow, attuale proprietario e ignaro di ciò che succede nello stabile oltre che sospettato di aver ucciso suo zio per l’eredità. 

Phil dovrà affrontare durante il suo soggiorno una serie di peripezie fino ad arrivare alla soluzione del mistero. 

In una stanza come questa può essere stato commesso qualsiasi crimine” 

È un racconto davvero delizioso, non estremamente lungo, al massimo saranno una 80 di pagine. 

Si presenta scritto in prima persona, molto dettagliato perché riporta il ricordo del protagonista. 

In realtà la trama è quasi scolastica con pochi momenti di suspence nel senso che si intuisce quasi subito chi è il colpevole e perché inscena una casa  abitata da “fantasmi” che lasciando una porta sempre aperta non permettono a nessuno di soggiornarvi. 

“Se non lo fai, le persone potrebbero pensare che non ci sia stata fonte della felicità che ti aspettavi.” 

Analizzando in fondo la lettura di questo racconto ci troviamo di fronte alla inevitabile lotta che dovevano e devono  affrontare per la sopravvivenza  le donne che diventano sole, vedove, ecc. Di come la disperazione ci porti in un senso a essere talmente ambiziosi per soldi di non riuscire a capire più niente oppure che tramite i soldi possiamo migliorare la nostra parte più umana. 

È una lettura molto veloce, scorrevole e per niente impegnativa. L’ideale da leggere in un paio di ore o come sblocca lettura. 

Io vi lo consiglio. 

Mi morse la faccia, con la sua mano libera mi strappó i capelli. Si giró, si contorse e scivoló come un serpente, ma non sentii dolore o altro, tranne un orrore mortale per la paura che le mie forze si esaudissero.” 

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