La randagia di Valeria Montaldi

1494. Nella vecchia casupola annidata fra i boschi di Machod, vive, sola, Britta da Johannes, una giovane, bellissima donna. Sebbene siano in molti a ricevere beneficio dai suoi rimedi erboristici, Britta suscita paura. La sua solitudine è alleviata dal legame, appassionato e furtivo, con il figlio del castellano. Quando un doloroso avvenimento mette fine alla loro storia d’amore, per Britta comincia una terribile discesa all’inferno. Maldicenze e calunnie si accumulano contro di lei, fino ad arrivare alle orecchie dell’inquisitore. Il giudizio finale è inappellabile: Britta è una strega e il suo destino è il rogo.
2014. È un gelido mattino di novembre quando Barbara Pallavicini, studiosa di medievistica, raggiunge le rovine del castello di Saint Jacques aux Bois. Lì troverà l’ultimo tassello della sua ricerca, l’iscrizione lasciata da una donna condannata per stregoneria. Nella penombra del sotterraneo, gli occhi di Barbara incontrano quelli spenti di un cadavere. Atterrita, chiama i carabinieri. Giovanni Randisi, maresciallo del Comando di Aosta, identifica la vittima: è una ragazza del luogo, ossessionata da storie di demoni e malefici. Le indagini, in lotta contro il tempo, diventano ancora più affannose quando si viene a sapere che la migliore amica della vittima è misteriosamente scomparsa. Perché una ragazza dedita all’occulto è stata uccisa fra le stesse mura che cinquecento anni prima avevano imprigionato una strega? E se la soluzione dell’enigma affondasse le radici proprio in quel lontano passato?

Copertina rigida: 431 pagine
Editore: Piemme (5 aprile 2016)
Collana: Piemme
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8856652374
ISBN-13: 978-8856652376

Link d’acquisto

Recensione a cura di Sara Valentino

“La randagia” è la seconda opera che ho  il piacere di leggere dell’autrice Valeria Montaldi. “Il mercante di lana”, che ho letto precedentemente, è un romanzo d’ambientazione storica, mentre questo è un thriller che si svolge su due piani temporali differenti, passato e presente.

L’ambientazione è la splendida Valle d’Aosta, verdeggiante e boscosa, disseminata di innumerevoli castelli, la maggior parte dei quali visitabili.

Anno 1494 

Un castellano ricco, una donna che cura con l’uso delle erbe, un lupacchiotto salvato e allevato con amore, le maldicenze, l’invidia, la malvagità. Il piatto è già servito! Possiamo ben immaginare cosa accadrà. Le valli della Val d’Aosta sono tristemente note per episodi accaduti nel Medioevo riguardanti la stregoneria, ne sono la prova gli innumerevoli processi dei quali è rimasta traccia.

“Mia unica madre è la Terra. Sarà lei ad abbracciarmi quando verrà il mio ultimo giorno”

Britta è una giovane donna che vive nei boschi, è una curatrice, il suo uomo è un castellano locale e il loro amore ha generato il frutto che la giovane custodisce in seno. Argo è un lupo, salvato da cucciolo ora vive con Britta, ammetto che questo particolare unito alla copertina ammaliante, sia stato uno degli elementi che mi ha fatto propendere in prima analisi per la scelta del libro. Il lupo è un animale meraviglioso, simbolo di fedeltà e dal forte intuito è da sempre stato considerato malvagio, incompreso e condannato. Non trovate in questa analisi un paragone con le streghe?  La grande devozione del lupo verso Britta, naturalmente è vista dal popolo superstizioso come segno inequivocabile di stregoneria. Basta poco, una cura non riuscita, l’invidia per la bellezza di Britta, la gelosia verso il potere del suo uomo e tutto precipita, il capro espiatorio è servito. Britta viene accusata e imprigionata per stregoneria. Sappiamo bene quale può essere l’esito di questa condanna, primo fra tutti l’annullamento della persona e la tortura a scopo estorsione.

La verità non può morire, deve trovare una via!

“La pietra parlerà in mia vece. Le parole pronunciate da Britta e riportate nell’ultimo verbale del processo”

Anno 2014

Barbara Pallavicini, storica in cerca di notizie si trova a perlustrare i ruderi del castello di Saint Jacques aux Bois. Scendendo le scale buie che portano ai sotterranei farà una scoperta ben più sconcertante di quanto potesse immaginare: il cadavere di una giovane donna giace sulla fredda pietra.

La polizia di Aosta, in capo al maresciallo Randisi e alla sua squadra, indaga sulla morte di Francesca, la giovane ritrovata cadavere. Si scopre che il fidanzato è da poco morto in un incidente, che l’amica Jessica è scomparsa. Si teme che ci sia un serial killer nascosto tra i cittadini, ma presto si fa strada un’altra pista che indica come adepta alle arte magiche la giovane assassinata. La polizia brancola nel buio, mentre strani fenomeni soprannaturali iniziano a manifestarsi, come se qualcuno volesse far trapelare la verità del passato.

“All’improvviso, gli tornò in mente una citazione di Seneca, uno degli autori più menzionati da suo padre: veritatem dies aperit, il tempo mette in chiaro le cose”

I capitoli brevi e il passaggio repentino da un’epoca passata e remota e una moderna rendono la lettura dinamica e accattivante. Un romanzo che ho letto con piacere per l’argomento, stregoneria e soprannaturale in simbiosi, che è tra i miei preferiti.

Essendo un thriller, non tutto è apparentemente come sembra e non tutto va come si intuisce possa andare. C’è lo spazio per vivere le indagini in parallelo alla polizia nella nostra mente e fare supposizioni.

C’è un bel passaggio che ho sottolineato e mi sento di condividere con voi in quanto sempre valido.

Storie di amori, di amicizie e anche di rivalsa naturalmente. La narrazione è fluida, ma resa ancora più veloce e intrigante dalla scelta di alternare le scene in maniera repentina tra passato e presente.

“Questa storia mi ha aperto gli occhi: abbiamo tutti bisogno l’uno dell’altro, nessuno basta a se stesso”

 

Please follow and like us:
error0
fb-share-icon20
Tweet 20
fb-share-icon20

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.