La sposa di Roma di Debra May Macleod

RECENSIONE DI SARA VALENTINO

“La sposa di Roma” è il primo romanzo di una saga dedicata alle potentissime sacerdotesse di Roma, le vestali.

Il loro culto, dedicato alla dea Vesta, risale ai tempi di Romolo o al successore Numa Pompilio, prevede che le vestali, vergini sacre, custodiscano il fuoco sacro sempre acceso a salvaguardia della città.

Un sacrilegio imperdonabile per le vestali era quello di intessere relazioni sessuali, la verginità doveva durare per tutto il periodo dell’Ordine. La punizione per questa empietà era la fustigazione e conseguente sepoltura da viva, con la sola compagnia di una luce e una piccola provvista di acqua e cibo, nel Campus sceleratus, il suo nome cancellato, la sua memoria soppressa.

Il romanzo inizia proprio con la sepoltura della vestale Licinia nel 113 a.c..

L’autrice, per sua stessa ammissione nelle note storiche, ci anticipa che nel corso della narrazione ha dovuto inserire alcune licenze, sulla Storia per come è avvenuta, al fine di rendere il testo una lettura romanzata ma al tempo stesso riportare i lettori indietro nel tempo a conoscere il culto delle sacerdotesse di Vesta.

“L’apertura era una candida luna piena in cielo nero. Il cuore le rimbombava… le bende attorno al corpo erano tanto strette.. Pietrificata nelle tenebre, sentì le zampe di un insetto sul piede… Aveva paura… Stavano sigillando la sua tomba”

L’inizio ha un sapore davvero amaro ed è solo il preludio per la storia che andremo a conoscere ambientata 68 anni dopo, ai tempi di Gaio Giulio Cesare.

E’ stato per me un viaggio nell’Antica Roma, ma anche nel mio amato Antico Egitto alla corte di Cleopatra. Viene narrata la storia, che tutti conosciamo bene, il di lei fascino intramontabile, la sua astuzia e arguzia e immensa cultura. Una storia d’amore, di un amore importante sì ma senza mai perdere di vista il lato politico e l’ambizione di potere.

“I romani non sono abituati alle donne erudite, maestà. E nemmeno alle regine. A prescindere da quale sarà il lupo a uscirne vincitore, tenteranno di distruggere le tue opere. Una donna li fa sembrare deboli”

Le vestali, avevano un potere non indifferente nella politica romana e come si può ben immaginare i sotterfugi e gli inganni erano quasi all’ordine del giorno, ai soli fini dello sfruttamento personale. Non è cambiato davvero molto oggi come al tempo.

Attraversiamo i lastricati romani per essere testimoni silenziosi e attoniti della congiura verso Cesare. Furtiva la vestale Pomponia si affretta ad aprire l’anta nel muro dove è conservato il testamento di Cesare.

“Come un’onda, l’emozione travolse il mare di gente. Non avevano mai visto il grande generale in quelle condizioni e il suo dolore divenne il loro”

Le emozioni si rivelano tra le pagine, quelle di commozione e quelle di odio per chi ha dovuto fuggire da Roma, dal nuovo Cesare, perchè tra le schiere sostenitrici degli assassini.

Mentre Cleopatra trama ancora per realizzare il suo sogno chiedendosi perchè se un generale romano e una regina egizia potevano essere amanti, allora perchè Roma e l’Egitto non potevano essere alleati?

Mentre le cerimonie delle calende di marzo proseguono e il fuoco sacro viene rinnovato, un amore sboccia ma non può esistere, doloroso rinunciarvi, vissuto sulle ali di pergamene poi bruciate con la sola testimonianza del profumo della cera d’api di una candela.

La gelosia, vecchia come il mondo, striscia inesorabile divenendo un grido e una maledizione. La vendetta, sua sorella, si ritorce spaventevole tessendo trame oscure, nell’ombra. Veleno, morte, accuse.. L’Ordine delle vestali sarà messo a dura prova.

“Una donna d’onore si sarebbe tolta la vita”

Mi sono emozionata, arrabbiata, ho rabbrividito dall’inizio alla fine. Un romanzo che ho pensato fosse per le donne e sulle donne: Cleopatra, Pomponia, Fabiana, Medusa, Livia Drusilla, Valeria. Sono solo alcune, le principali, ma che sono in grado di rappresentare anche il nostro mondo attuale. I sentimenti di odio e invidia, chi falsamente trama alle spalle, l’amore, l’amicizia, il dovere, l’onore scorrono tra le pagine.

“Ma Veritas striscia sempre fuori dal pozzo oscuro verso la luce del giorno”

Roma, 

50 a.C. Sei potentissime sacerdotesse hanno il compito di custodire la Fiamma Eterna, nume tutelare della città: sono le Vergini Vestali, venerate come divinità fin dai tempi di Romolo e Remo. Ma il loro potere è soprattutto politico, in un mondo fatto di privilegi, cospirazioni e tradimenti. Un potere che Pomponia, la Vestalis Maxima, gestisce con grande abilità e che la pone al centro degli intrighi di palazzo, tra due schieramenti in aperto conflitto: da un lato, Marco Antonio e Cleopatra e, dall’altro, Ottaviano e la moglie Livia che si contendono il suo appoggio e i suoi consigli.
Tuttavia Pomponia, delicato ago della bilancia, custodisce segretamente un affetto: quello per Quinto, sommo sacerdote di Marte e soldato di Cesare. Così, quando un’accusa di adulterio – un voto di castità infranto – viene mossa contro le Vestali, su di lei incombe la punizione più spietata: essere sepolta viva nel campo del Male. Pomponia sa che il destino dell’ordine è nelle sue mani. Ma la sua astuzia, il suo fascino e la sua abilità politica saranno sufficienti per ristabilire il rispetto dovuto alle donne più importanti di Roma?

  • Copertina flessibile : 300 pagine
  • ISBN-10 : 8867025805
  • ISBN-13 : 978-8867025800
  • Dimensioni e/o peso : 16 x 2.6 x 23.2 cm
  • Editore : TRE60 (2 luglio 2020)
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