La stirpe e il sangue di Lorenza Ghinelli

Anno 1442. L’esercito ottomano al comando di Murad II irrompe in Valacchia devastando i villaggi. Tra le capanne divorate dalla violenza nasce Radu, un bambino affetto da una rara forma di anemia che riuscirà a sopravvivere solo grazie alla caparbietà di Maria, sua madre, e a quella della sorella Anna. I tre sfuggono all’invasione rifugiandosi nella foresta, ma l’efferatezza dei lupi e degli orsi impallidisce dinnanzi a quella degli uomini. Anna e Maria si trovano così costrette, per resistere, a infrangere ogni regola, e insegneranno a Radu un’ostinata resistenza e una ferocia che ha l’impudenza di rivelarsi necessaria. La loro è la storia di un esilio, e di una scalata che rovescia il potere affogandolo nel suo stesso sangue. La sopravvivenza come codice morale, l’amore come unica gomena. E a legarli, sopra ogni cosa, il rito del sangue che Maria insegna a Radu e che lo tiene in vita, unendo così il suo destino di giovane uomo alla leggenda che porterà Vlad l’Impalatore, meglio noto come Dracula, a imporsi nell’immaginario collettivo.

  • Editore ‏ : ‎ Bompiani (1 giugno 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina rigida ‏ : ‎ 176 pagine

Recensione a cura di Sara Valentino

Ho conosciuto Lorenza Ghinelli attraverso la lettura di un altro suo romanzo e quando ho scoperto questa nuova pubblicazione non ho esitato, il suo stile narrativo è così evocativo che mi piace molto leggerla.

Questo romanzo è di ambientazione storica, il periodo è inquadrato nel tempo in cui visse colui che oggi le leggende ricordano come Dracula, parliamo del 1442 e del tempo di Vlad l’impalatore.

Parliamo di un romanzo racchiuso in una confezione particolare tanto è curata questa edizione a firma Bompiani.

Ma veniamo alla storia che prende avvio il 13 agosto 1442, una storia che scorre veloce tanto quanto il sangue nelle vene. Una vicenda di ambientazione storica che però si tinge di rosso e che ha quel pizzico di leggendario folklore da renderla anche molto affascinante.

Maria sta partorendo il suo secondogenito quando “Al fuoco, al fuoco!” Urla un contadino” – Il melo brucia e pare che gli dei non gradiscano questo figlio appena nato. Donne e uomini del villaggio sono assediati e bruciano come torce umane. A Maria e Anna, sua figlia, non resta che nascondersi nel cuore della foresta.

“Solo il vento è cambiato, porta voci di guerra, lontane troppo poco per non pensare che altre bestie potranno predarli, bestie in sembianze umane, comunque sanguinarie…

La foresta è il loro unico rifugio eppure i pericoli derivanti dalle bestie feroci sono in agguato. Si vede il coraggio di una donna, una madre che protegge i suoi piccoli a ogni costo.

La salvezza ha il volto di un boiardo in sella a un destriero nero, una salvezza che avrà il sapore amaro del veleno.

C’è qualcosa in quel bambino, l’ha capito nel bosco, qualcosa che chiama la morte, qualcosa che la morte ama nel bambino.”

Ciò che è particolare e cammina e striscia come un’ombra è l’appetito del piccolo Radu, quel bambino di Maria che è cresciuto grazie alle cure della sorella Anna. Difficile digerire il trattamento che il boiardo e i suoi figli hanno riservato loro, ma non tanto incomprensibile dal momento che le donne non avevano davvero alcun diritto, soprattutto da esuli.

Eppure la forza, il coraggio, la conoscenza delle erbe buone e cattive, la caparbietà e la furbizia sono ingredienti necessari per sopravvivere.

“Non è il più forte a vincere, ma il più furbo” “Il mondo degli uomini non è mai stato meglio della foresta”

Mentre le vicende di Vlad Dracul, dei boiardi e della Valacchia decorano i giorni e le pagine, Maria, Anna e Radu impareranno a loro spese quanto può essere amaro un ricatto. Ma di certo non si arrenderanno ai potenti…

Un romanzo da leggere nelle notti d’inverno in un soffio di vento.

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