La superstizione è senza tempo. L’arcivescovo di Magonza

Buongiorno amici di Septem, voi siete superstiziosi?

La superstizione esiste dalla notte  dei tempi, seguendo un saggio di Massimo Centini “Il codice delle superstizioni” ne parleremo approfonditamente.

La superstizione attinge alla vita mistica ma si mescola alla vita profana. Ma cosa significa esattamente? Deriva dal latino super e stitio (star fuori o di sopra). Essa indaga la realtà. Perché l’uomo è condannato a patire? Perché qualcuno ha gettato il malocchio sul sofferente? Per i superstiziosi le cause delle anomalie sono individuabili in uno squilibrio dell’ordine naturale, che può essere determinato dall’infrazione delle regole, dalla magia, dal potere delle forze che sfuggono al controllo dell’uomo, ma che non derivano da Dio. La superstizione, e per questo anticamente la faceva da padrona, tende a radicarsi maggiormente in realtà precarie, dove regna l’incertezza, dove le calamità sembrano inspiegabili con la fede e la scienza.

Le forme concrete in cui si evidenzia la superstizione come fenomeno sono principalmente tre:

  1. l’idea che una certa azione determinerà una sorte avversa
  2.  la consapevolezza che compiendo un certo rituale si avranno risultati precisi
  3.  la pratica di interpretare i presagi per stabilire quali effetti negativi, o positivi, si produrranno.

Naturalmente l’acquisizione di nuove conoscenze rispetto al passato ha permesso di sfatare alcune arcaiche credenze.

Siamo tutti, e tutti lo sono stati, superstiziosi! Dalle Idi di marzo che la moglie di Cesare credeva nefaste, ai portafortuna di Napoleone, fino al cornetto di Totò… “non è vero ma ci credo” sono solo alcuni esempi dei condizionamenti delle superstizioni.

Forse proprio in questo 2020 così nefasto, nel suo essere un anno bisestile, nel passaggio delle comete possiamo capire quanto queste paure ataviche siano ancora molto ben radicate in noi esseri umani. Il gatto nero vi attraversa la strada? il passaggio di un funerale? tutte queste negatività sentiamo il bisogno di esorcizzarle con altrettante pratiche scaramantiche.

Storicamente, nel mondo classico, l’uomo ha sempre dedicato la massima attenzione ai fenomeni inconsueti, ai fenomeni di disordine: atmosferico, biologico, segni celesti. Anche la figura del mostro, la nascita di mostri, era vista come segno divino con un importante significato per gli uomini.

Vorrei parlare in questo primo articolo del caso dell’arcivescovo di Magonza.

Le superstizioni legate alle eclissi lunari si basavano su credenze che collegavano tali fenomeni ai sortilegi dei maghi e delle streghe. Si riteneva quindi necessaria la partecipazione di tutta la collettività, che con urla e schiamazzi avrebbe così “supportato” l’astro aiutandolo a non morire. Pare che le rituali chiassate che accompagnavano le eclissi di luna fossero piuttosto diffuse: è indubbiamente curiosa l’affinità tra l’episodio di san Massimo e un caso analogo accaduto nel IX secolo in Germania. Una notte l’arcivescovo di Magonza Rabano Mauro tra l’imbrunire e l’inizio della notte, fu messo in allarme:

…” una così spaventosa vociferazione del popolo che la sua irreligione sembrava dover penetrare il cielo. Quando chiesi loro cosa volevano ottenere con quella chiassata, mi risposero che le loro grida dovevano venire in soccorso della luna sofferente che si sforzavano di aiutare durante la sua eclissi.

Quella gente non si contentava di far chiasso, brandendo armi, tirando frecce verso la luna e scagliando torce accese verso il cielo gettava un vero grido di guerra:”vinceluna” (vince la luna).

Mi misi a ridere e mi stupii che, nelle loro semplicità, quei cristiani andassero in aiuto di Dio come se, malato e debole, fosse incapace, senza l’aiuto delle nostre voci, di difendere l’astro da lui creato. J.C. Schmitt “Religione, folclore e società nell’occidente medioevale”

Per quanto riguarda il legame tra la luna e i culti demoniaci e stregoneschi, va ricordato che spesso le divinità femminili, considerate la guida delle adepte di Satana, erano identificate con la luna; astro associato alla donna per la ciclicità con cui si manifesta, che come Diana amava la notte e che incarnava, nello stesso tempo una delle forme di Ecate, la dea della magia adorata con riti misterici, atti soprattutto ad eccitare l’immaginazione.

Tutto ciò avveniva in un momento storico ancora chiuso e legato alle tradizioni, le antiche credenze erano difficili da abbattere. Malgrado le spiegazioni dei dotti e le azioni demonizzanti della Chiesa, il popolo continuò per molto tempo a guardare il cielo come allo specchio degli umori degli dei. Le divinità erano presenza costante nella quotidianità degli uomini, nei segni della natura in quelli soprannaturali o più difficili da comprendere.

La luna sin dagli antichi egizi era guardata per i suoi legami con l’universo e con l’occulto. L’eclissi di luna corrispondeva al divoramento dell’astro da parte della scrofa celeste.

Ancora oggi si racconta che gli abitanti del villaggio di Puyvendran, in Dordogna, scontenti delle notti buie, decisero di fare imprigionare la luna piena. Una sera, mentre essa si specchiava nello stagno di un fabbro, venne fatta inghiottire da un’enorme scrofa che vi era stata attirata con della crusca gettata in acqua.

Sara Valentino

Please follow and like us:
error0
fb-share-icon20
Tweet 20
fb-share-icon20

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.