La Villa dei Papiri. Una residenza antica e la sua biblioteca di Francesca Longo Auricchio, Giovanni Indelli, Giuliana Leone, Gianluca Del Mastro

RECENSIONE di SARA VALENTINO

In questo spazio cercherò di raccontarvi le emozioni, quelle che avrei provato io stessa, e quelle che indubbiamente hanno attraversato le menti di chi per pura casualità si è trovato a scoprire i resti della Villa dei Papiri.

Carocci editore, una garanzia per quanto riguarda questa tipologia di testi, pubblica un libro che racchiude tutta la storia della Villa dei Papiri, dal suo ritrovamento sino ai giorni nostri.

A raccontarci e a curare l’edizione sono proprio presidente, segretario e soci del Centro Internazionale per lo studio dei Papiri Ercolanesi. Un testo di questo livello, con naturalmente parti tecniche  che riguardano scavi e recupero di corredi e papiri, è destinato agli amanti dell’archeologia.

Si trovano a metà del libro una serie di fotografie a rappresentare parte dei ritrovamenti. Alcuni reperti sono custoditi al museo Archeologico di Napoli, altri presso il Parco archeologico di Ercolano.

“Le coste campane, in particolare quelle del golfo di Napoli, furono sedi di dimore più o meno prestigiose sin dal II secolo a.C., ma è con la seconda metà del I secolo a.C.  e con l’inizio dell’età imperiale che la costruzione di ville sul mare si sviluppò in maniera decisiva ..”

llpavimento staccato dal belvedere della Villa dei Papiri di Ercolano(foto Graziano Tavan)

Dopo l’eruzione del 79 d.C. non ci fu nè a Pompei nè a Ercolano, se non in maniera molto limitata, una ripresa di vita. Ercolano, in particolare, fu ricoperta da uno strato di fango lavico spesso molti metri. Era come risaputo e tramandato che ci fossero città sepolte nel sottosuolo. Già nei secoli antecedenti al XVIII furono avviate le prime esplorazioni ma solo nel 1750, attraverso un pozzo e sotto uno strato di lava apparvero i resti di una antica costruzione. Il pavimento del belvedere della Villa è ora custodito presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

A causa di esalazioni di gas, prodotte dall’eruzione lo scavo, fu interrotto e poi ripreso ma successivamente fermato nel 1765.

Con Vittorio Emanuele II, che contribuì personalmente alle spese, si ripresero gli scavi nel 1869. Attualmente è ferma ed è stato confermato quanto detto nelle scoperte settecentesche, ovvero che “si tratta di un edificio monumentale, paragonabile a una villa imperiale, distribuito su più livelli per la migliore fruizione della posizione privilegiata che era stata scelta per la sua costruzione..”

Prima di passare all’analisi dei famosi papiri ci soffermiamo sulle sculture rinvenute, sono circa novanta (trovate diverse fotografie nel libro al centro e la collocazione ove poterle vedere). In particolare mi sono ritrovata a osservare la “Piccola Ercolanese” e la “Grande Ercolanese” ma anche le sculture che rappresentano i “Daini” e il “Porcellino femmina”.

La data storica indicata per il rinvenimento dei papiri è il 19 ottobre 1752, nel talinium. Pensate, e questo mi ha letteralmente catturata, a chi scavando si è trovato di fronte a quelli che in apparenza erano “solo” pezzi di carbone.  In effetti non capirono immediatamente che questi

pezzi contorti definiti “corna di capra” erano in realtà libri antichi. Il testo ci dice, e ve lo riporto, che i papiri ercolanesi vennero alla luce prima di quelli egizi. Si può anche mestamente immaginare lo scempio che sarà avvenuto in epoca borbonica. La sfida diveniva dunque quella di svolgerli e di cercare di leggerli in qualche modo e senza perderli. I trattamenti furono parecchi con le sostanze più varie e con i metodi più disparati tutti elencati dettagliatamente nel testo che andrete a leggere.

La seconda parte del testo è dedicata alla biblioteca della Villa e all’indagine paleografica sui papiri e sulle opere conservate e pervenute nonchè la ricostruzione di alcuni di essi.

L’ultima parte è invece dedicata al possibile proprietario della villa, ipotesi e contestazioni sull’appartenenza a Lucio Calpurnio Pisone Cesonino.

 

Dedicato interamente alla Villa di Ercolano sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., il volume tratta tutti gli aspetti di una delle più straordinarie scoperte nel campo dell’antichistica, con particolare attenzione ai papiri in essa ritrovati. Nella villa infatti, riportata alla luce nel XVIII secolo, fu rinvenuta l’unica biblioteca antica di papiri greci e latini giunta a noi. Si tratta di circa un migliaio di papiri carbonizzati, nella massima parte greci, con testi di filosofia ellenistica (soprattutto epicurea e in piccola parte stoica), e di alcuni papiri latini in condizioni molto frammentarie, con testi in prosa e in versi di contenuto vario. Le vicende dei papiri, dal ritrovamento allo svolgimento, alla decifrazione, attraverso la storia europea del XVIII e XIX secolo, sono state variamente avventurose. Oggi si assiste a un risveglio senza precedenti degli studi su questo eccezionale patrimonio culturale, per la cui migliore fruizione sono impegnate anche le ricerche della moderna tecnologia.

  • Copertina flessibile: 261 pagine
  • Editore: Carocci (27 febbraio 2020)
  • Collana: Frecce
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 8843098942
  • Link d’acquisto
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