Trama. “L’Assiro” è un’epopea d’amore e di guerra ambientata nel VII secolo a.C. Due uomini, amici intimi e rivali, nati da madri diverse ma entrambi figli del re, crescono per governare il mondo. Assiria, VII secolo a.C. Ninive è la splendida e temuta capitale di un vasto impero nel quale convivono sofisticata raffinatezza e primordiale brutalità. Nell’imponente palazzo, dimora del potente re Sennacherib, signore dei Quattro Angoli della Terra, i due fratellastri Tiglath Assur, guerriero assiro figlio del re e della concubina greca Merope, e Asarhaddon trascorrono serenamente l’infanzia e l’adolescenza in profonda amicizia, comunicandosi piccoli segreti, speranze e illusioni. Insieme scoprono la tumultuosa vita della grande città, dalle innumerevoli vie affollate di gente proveniente da tutto il mondo. La loro amicizia viene però incrinata da un’antica profezia, secondo la quale uno dei due è destinato al trono imperiale – e al conseguente matrimonio con un’affascinante principessa – e l’altro a diventare un guerriero di leggendario valore. Il romanzo ricostruisce le vicende del periodo in cui l’impero assiro toccò l’apogeo seguendo la diversa prospettiva di Tiglath Assur, che narra in prima persona gli eventi fin dalla sua infanzia. Nel racconto si alternano personaggi storici realmente esistiti, come Sennacherib, la regina Naq’ia e suo figlio Asarhaddon, ad altri di pura invenzione.

Recensione a cura di Isabella Novelli

L’Assiro romanzo epico ambientato in Mesopotamia, narra la storia di Tiglath, raccontata in prima persona e delle sue vicissitudini, dall’infanzia alla maturità, insieme al fratellastro Asarhaddon. Tiglath porta una stella rosso fuoco impressa sulla mano destra, un segno degli dei sul suo destino e che molti considerano come il segno di Assur, Dio degli Assiri.

Tutto il romanzo si snoda tra le varie vicende di Tiglath un ragazzo a cui “Tutto era stato predetto, un segreto che è rimasto chiuso nel mio cuore durante questi lunghi anni, una nera visione di ciò che doveva essere”. Così si snoda la sua vita, tra battaglie ed eventi di ogni genere e tipo, a partire dalla sua infanzia passata all ‘interno della casa delle donne:“La casa delle donne era una prigione, una gabbia dalle sbarre dorate, perché nessuno poteva entrare o uscire senza l’ordine del gran re.Ma un bambino non sa niente di tutto ciò e il nostro giardino, circondato sui quattro lati dalle mura delle abitazioni di mogli e conoubine, era per me un luogo incantato”.

Di importanza fondamentale per il racconto sarà l’amore per “la bella Esharhamat, il cui ricordo fa sciogliere le mie viscere come argilla inumidita sotto la mano del vasaio, con quali parole riuscirò a rendere anche soltanto la più lontana idea della sua splendente bellezza?”. La vita scorre al fianco del fratello nella  casa della guerra nella quale Tiglath afferma:” Asarhaddon e io superammo prove così esaltanti? Là imparai a cavalcare e a guidare il carro, a combattere con la spada, il pugnale,l’arco e il giavellotto.Imparai l’etichetta militare, imparai la tattica, la disciplina e il comando degli uomini.”

La loro amicizia verrà  però incrinata dal fatto che uno dei due sarà destinato a diventare re e a sposare una ricca e bella principessa e l’altro a diventare un guerriero importante famoso . La storia è narrata con una documentazione storica precisa e minuziosa che arricchisce il racconto e fa tenere tutti, con il suo ritmo, con il fiato sospeso. Un romanzo che  ricorda molto  le vicende de “l’Atzeco” di Gary Jennings, per la crudezza nel descrivere battaglie e usi e costumi del posto. Un libro avvincente che coinvolge il lettore sino alla fine con la bella caratterizzazione dei suoi personaggi che continuiamo ad amare e a seguire con trepidazione sino al termine della narrazione. Un grande classico che non dovrebbe mai mancare nella nostra biblioteca.