LE APPARENZE DELL’INVISIBILE di Chiara Montani

Un avvincente romanzo storico in cui arte, coraggio e sentimenti si intrecciano in una trama dal ritmo serrato.Finalista al Premio Argentario 2018, “Le apparenze dell’invisibile” è un grande affresco d’epoca da leggere tutto d’un fiato, arricchito da “sapienti ambientazioni e atmosfere che la scrittrice ci offre con maestria consumata”.Lago di Garda, estate 1942. Un misterioso quadro coperto di nero, sepolto da secoli sotto un camino, viene riportato alla luce. Una giovane restauratrice di nome Aida, rimossa la patina scura, si ritrova fra le mani una scena di sconcertante violenza, ma tanto potente e geniale da suggerirle l’ipotesi che possa essere ricondotta alla mano di un grandissimo artista.Da qui prende le mosse la vicenda, che si dipana dapprima in una Venezia ingrigita e cupa, ma ancora ispiratrice di profonde suggestioni artistiche, e poi sulle sponde del Lago di Garda, divenuto nel frattempo il quartier generale della Repubblica Sociale.Nel drammatico scenario dell’Italia occupata, dove la difesa dell’arte dalle distruzioni e dai furti nazisti diventa una delle molte facce della Resistenza, il percorso di Aida si snoda in uno stretto intreccio tra fantasia e realtà. Passioni, misteri, brucianti perdite, tradimenti e imprese disperate si susseguono in un crescendo di colpi di scena, combinandosi poco a poco come le tessere di un mosaico a disegnare una verità drammatica e imprevedibile, in cui nessuno è veramente ciò che sembra.

Copertina flessibile: 382 pagine
Editore: Independently published (15 luglio 2019)
Lingua: Italiano

Recensione a cura di Alice Ortega

Ingrid Bergman, attrice svedese (Stoccolma, 1915 – Londra, 1982)

Un romanzo che inizia in sordina. Certo, entra subito nel vivo dell’azione con un lungo flash-back, ma poi veleggia tranquillo con la protagonista, Aida, che torna a casa dopo una lunga assenza, siamo nel luglio del ‘42. La presenza della guerra si sente tutt’intorno, ma lei non si nega una pausa lungo il cammino che decide di percorrere a piedi:
“Caro Ettore, la benzina di questi tempi è come l’oro. Ti sembra sensato sprecarne per venire fino a Brescia quando con il tram si arriva comodamente a Salò e da lì si può prendere il battello?”
Mentre, appunto, si è appena bagnata nel lago come quando era bambina incontra un vecchio amico che le confida di volersi unire ai partigiani, e non solo… A poco a poco conosciamo i magnifici paraggi in cui abita, da dove “si intuisce la penisola di Sirmione”, e la sua famiglia…
“Eravamo talmente simili, io e mio padre, che a volte dimenticavo di non essere realmente sua figlia. Mia madre lo aveva sposato pochi mesi dopo la mia nascita, non molti mesi più tardi della scomparsa del mio vero padre, nella Grande Guerra. La nostra intesa però era sempre stata così profonda da superare qualsiasi legame di sangue.”
Ma proprio quando cominciamo a chiederci dove l’autrice voglia andare a parare, una tela misteriosa riemerge dal passato…
Quando il quadro e la sua probabile attribuzione fanno la sua comparsa, il romanzo cambia radicalmente; la penna della scrittrice da il suo meglio quando descrive i dipinti di Aida, i suoi lavori di restauro, quando racconta i tesori artistici di cui si prende cura o di cui è semplice spettatrice: sembra di vederli. E così, attraverso la straordinaria scoperta e le emozioni che suscita in chi la guarda conosceremo nell’intimo la nostra protagonista, la sua storia d’amore, la sua irruenza e la passione con cui decide di dare il suo contributo alla causa della tutela dei beni culturali in tempo di guerra; ancora, la straordinaria audacia con cui decide di combattere la sua personale battaglia contro l’oppressore, mettendo talvolta in pericolo chi le vuole bene ma riuscendo alla fine, dopo una serie di colpi di scena del tutto inaspettati, a raggiungere almeno in parte i suoi obbiettivi e a non scendere a troppi compromessi con se stessa.

Aida è una protagonista a tutto tondo, un’eroina che a tratti mi ha fatto pensare a certi personaggi interpretati da Ingrid Bergman, donne intelligenti e volitive che non rinunciano però alla propria femminilità e agli affetti, e a vivere con onestà e fino in fondo secondo i propri principi; senza dimenticare che non tutti siamo uguali e che ciascuno ha il suo modo di attraversare le tempeste della vita. Ho amato in particolare il duetto con Vittorio, dove conosciamo una Venezia segreta e si è inevitabilmente spinti a riflettere sull’importanza di un comune sentire nell’equilibrio di una coppia; nonché l’ambientazione storica e artistica sempre puntuale ed equilibrata a dare la giusta lettura delle vicende narrate, strettamente legate al periodo storico in cui si svolgono.
Ugualmente, di questo libro mi è piaciuto il parallelismo tra il fuoco racchiuso nella tela che si rivela essere di un grande maestro del passato, quello che arde nell’animo della protagonista e quello che inevitabilmente la guerra scatena sia in senso metaforico che letterale. Ho amato molto anche la suspence che non mi aspettavo in un romanzo di questo tipo – anche se i colpi di scena ad un certo punto sembrano non finire mai – e la scrittura fluida e sicura che non scade mai nel banale, pur con qualche piccola imperfezione ma che davvero si nota appena. Nel complesso, un’opera notevole: a maggior ragione se teniamo conto del fatto che si tratta di una pubblicazione indipendente, in cui l’autore si sobbarca un’incredibile mole di lavoro, andando ben oltre la semplice redazione del testo.
Grazie a Chiara Montani; a questo punto credo che mi affretterò a leggere le altre sue opere, passate o future.

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