Le confessioni di Caterina de’ Medici di C.W. Gortner

A quattordici anni, Caterina, l’ultima legittima discendente dei Medici, viene promessa in sposa al figlio di Francesco I di Francia, Enrico. Allontanata da Firenze, umiliata in Francia dove il marito le preferirà l’amante Diana di Poitiers e dove per la corte rimase sempre e comunque «la straniera», Caterina seppe emergere dall’oscurità della storia e diventare una delle figure significative del sedicesimo secolo. Mecenate di Nostradamus e lei stessa veggente, accusata di stregoneria e di omicidio dai suoi nemici, Caterina in realtà combatté per salvare la Francia e I suoi figli dalla feroce guerra di religione che imperversava in Europa, inconsapevole del destino che l’attendeva. Ma nessuno lo riconobbe. Dallo splendore dei palazzi sulla Loira ai campi di battaglia insanguinati, ai meandri oscuri del palazzo del Louvre, questa è la storia di Caterina, raccontata dalla viva voce della regina. Né vittima né eroina, Caterina è la perfetta incarnazione dello spirito dei suoi tempi: una donna ambiziosa, che ha vissuto uno dei periodi più difficili della storia barcamenandosi tra opposte fazioni, combattendo per i suoi sogni e affrontando i pericoli e le manovre del potere con coraggio e tenacia. La sua vita è un avvincente romanzo d’avventura, scandita da lotte, tradimenti, intrighi e passioni.“

  • Editore ‏ : ‎ Corbaccio (24 marzo 2011)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina rigida ‏ : ‎ 465 pagine

Recensione a cura di Stefania De Leonardis

La mia passione per la Storia la devo al fatto che un giorno,nel lontano 1994, in una nota rivista, lessi un articolo che parlava del film “la regina Margot” di Patrice Chéreau che peraltro vidi al cinema, ove peraltro rimasi colpita e incuriosita alla vista della foto della vera Margot.

L’incipit delle mie letture sul genere storico!

Da Margot, sono passata poi a Caterina De’ Medici. Figure storiche che mi hanno conquistato con il loro carisma e con le loro interessanti vicende e avventure.

Questo è l’ennesimo libro che leggo su Caterina de Medici!

C.W. Gortner ci consegna una Caterina privata dove, in un diario raccontato in prima persona, si confida al lettore con una sensibilità di donna comune aprendo il suo cuore, svelandone i propositi, le sensazioni, i sensi di colpa per i tradimenti amorosi e ai propri ideali in nome del potere, combattendo anche per una Francia unita e senza guerre. Inoltre riesce a trasportare il lettore nell’ epoca descritta con un affresco che mescola in un buon equilibrio storia e fantasia e piacevole da leggere. Lo consiglio a chi, per la prima volta, si approccia alla lettura del genere storico.

Caterina de’Medici

Firenze, 13 aprile 1519–Blois, 5 gennaio 1589. Figlia di Lorenzo de’ Medici duca di Urbino e di Madeleine de la Tour d’Auvergne.

Nel 1516, il padre di Caterina divenne capo della Repubblica di Firenze con il sostegno dello zio Papa Leone X.

Francesco I di Francia, congratulandosi con lui e con la mira di un appoggio nei progetti di espansione in Italia, gli propose di unirsi in matrimonio con la principessa francese Madeleine de la Tour d’Auvergne. Così la famiglia Medici potè mescolare il proprio lignaggio di banchieri e mecenati con quello dell’alta aristocrazia francese.

Dall’unione dei due sposi nacque Caterina Maria Romola de’ Medici.

Poco dopo la nascita, la neonata rimase orfana dei genitori: la madre morì di febbre puerperale. Il padre, anch’egli malato da tempo di sifilide, la seguì.

A Roma, la neonata fu allevata da sua nonna Alfonsina Orsini e, alla morte di questa, da Clarice de’ Medici e Maria Salviati.

Un’infanzia travagliata a causa del contesto storico in cui visse che, dopo la morte della zia Clarice e un breve periodo trascorso con Maria Salviati, Caterina fu nascosta in vari monasteri fiorentini, finché non giunse a quello delle Murate, dove a otto anni fu allevata dalle suore. Mentre l’assedio a Firenze proseguiva, i ribelli proposero di esporla nuda sulle mura cittadine, o di chiuderla in un bordello.

Alla fine Firenze si arrese, finendo poi sotto il dominio pontificio, tanto che la giovane Caterina fu libera di raggiungere lo zio papa Clemente VII a Roma.

Così Clemente VII si premurò di organizzare per lei un matrimonio vantaggioso. Furono presi in considerazione molti candidati da tutta Europa. Il re di Francesco I, preparandosi già da tempi remoti a queste trattative matrimoniali, propose il suo secondogenito Enrico, duca d’Orléans. Onorato della proposta, Clemente VII accettò.

Il 23 ottobre 1533 Caterina de’ Medici giunse a Marsiglia, dove conobbe il suocero e il giovane Enrico, suo futuro marito, suo coetaneo, e, dopo cinque giorni furono celebrate le nozze con grandissimo sfarzo.

Blois, 1589Non sono una sentimentale. Neanche in gioventù ero incline a malinconia o rimorsi. Raramente mi sono guardata indietro, o mi sono fermata a rimuginare sul tempo che passava. Si potrebbe dire che io non conosca il significato della parola rimpianto. Anzi, se si vuole dare credito a miei nemici, i miei occhi guardano sempre avanti senza battere ciglio, concentrati sul futuro; sulla prossima guerra da combattere, il prossimo figlio da esaltare, il prossimo nemico da sgominare. Quanto poco mi conosco, tutti quanti. Forse è sempre stato il mio destino vivere in solitudine. Il mito della vita, essere testimone della leggenda sbocciata attorno a me come un fiore velenoso. E nel corso degli anni sono diventata molto più di quanto gli altri si fossero aspettati da me, sebbene la mia solitudine fosse sempre presente; come un fedele segugio alle mie calcagna. La verità è che nessuno di noi è innocente. Abbiamo tutti dei peccati da confessare.”

Caterina, ormai anziana e prossima alla fine della vita, consegna i fogli contenenti la sua storia alla sua fedelissima Lucrezia.

Si racconta,lei, Caterina: giovane, incerta, confusa da quanto sta accadendo appena arrivata in Francia all’ età di quattordici anni, adulta già insediata al trono di Francia e anziana dove fa un bilancio della sua intera vita.

Il trasferimento da Firenze alla corte di Francesco I passo importante nella vita di Caterina; un grande cambiamento che si rivela deludente perchè viene additata come straniera e figlia di mercanti facendole attirare le antipatie dei sudditi francesi e il promesso sposo, Enrico di Valois, non si degna nemmeno di venire alla sua presentazione ufficiale. Orfana di entrambi i genitori, Caterina trova in Francesco I un padre, un consigliere e un amico, e stringe un’amicizia duratura con le figlie del sovrano: l’intrepida e vivace Margherita e la timida e riflessiva Maddalena di Valois.

Caterina non riesce a comprendere il comportamento scontroso di Enrico nei suoi confronti; scoprirà così la ragione di tale comportamento quando Enrico si presenterà, sfrontato, a corte con Diana de Poitiers, la sua amante. Purtroppo la coppia reale dovette subire l’intrusione di Diana in ogni aspetto della loro vita.

Caterina ha lottato duramente anche per avere dei figli, raggiungendo perfino ad un compromesso con Diana: tollerando la situazione, solo perché si diceva che fosse Diana a convincere Enrico a dormire assieme alla moglie. Questa relazione a tre durò fino alla morte di Enrico nel 1559.

Difese i suoi figli ai quali trasmettere in eredità il trono e lotterà ancora di più per evitare che questi vengano influenzati dalle manipolazioni del’algida e interessata Diana de Poitiers. Infatti Diana prenderà talmente tanto il controllo sulla corte che Caterina verrà relegata all’umiliante ruolo di animale da riproduzione, prendendo tutte le decisioni al posto suo. Diane de Poitiers avrà una notevole influenza psicologica anche sui figli di Caterina, proteggendoli così tanto e spaventandoli a tal punto da renderli incapaci, un domani, a governare.

Caterina avrà la sua vittoria su Diana solo quando le sopravviverà.

Ci sono le amiche ad allietare la sua permanenza in quella Corte ostile; oltre a Margherita e Maddalena, Caterina ha come care amiche Lucrezia e la nana Annamaria. Fedeli servitrici che rinunciano alla loro vita sentimentale, servendola fino alla fine dei suoi giorni.

Un altra umiliazione che subì Caterina fu l’accusa di stregoneria viste le sue simpatie verso il veggente Nostradamus e l’astrologo Cosimo Ruggeri; inoltre lei aveva il Dono della chiaroveggenza che non sviluppò appieno né mai lo seppe padroneggiare.

“…«Perché ho avuto questa…questa visione? » gli domandai.

«Solo Dio sa la risposta, però vi avverto, potrebbe non essere l’ultima. Per

certe persone simili visioni sono comuni. Per altre compaiono nei momenti di

pericolo.»

..«E se io invece non lo volessi?» domandai. «Se ne andrà?»

Inarcò le sopracciglia. «Il dono della chiaroveggenza non può essere

rinnegato. Non avete idea di quanti sarebbero pronti a vendersi l’anima pur di

avere qualcosa di cui voi vorreste invece sbarazzarvi così in fretta».

«Voi lo possedete?» gli chiesi, lusingata dal fatto di essere dotata di qualcosa di così ambìto.

Sospirò e alzò gli occhi per guardarsi attorno. «In tal caso, credete forse

che avrei bisogno di tutto questo? No, Duchessina, io ho solo la capacità di

leggere gli astri e di interpretare nel loro corso un cammino per gli uomini.

Ma i cieli non sono sempre così espliciti. ‘Quod de futuris non est

determinata omino veritas’: Nessuna verità può essere determinata per certo,

per ciò che concerne il futuro».

Riflettei un lungo istante prima di rispondere: «Se lo volete, io ve lo

regalo».

Ridacchiò, con un buffetto alla mia mano. «Bambina mia, anche se poteste

regalarmelo, io non potrei assolutamente imparare a padroneggiarlo, nel

breve tempo che mi è rimasto da vivere».”

Amava si, le scienze occulte, ma le usava per il bene della Francia consultando gli astri assieme a Cosimo Ruggeri, figlio di quel famoso Ruggeri di Firenze.

Subirà inganni, tradimenti e complotti soprattutto da parte di due personaggi come il Balafré-Guisa per l’ambizione al Trono e il temuto protestante Ammiraglio Coligny per le divergenze religiose.

Caterina combatterà contro queste divergenze, ossia la continua lotta tra Cattolici e Ugonotti.

La seconda metà del 1500, vede l’Europa venire sconvolta dalle dottrine di Calvino e Lutero, e le lotte dei sovrani per mantenre una fede cattolica avranno il loro epilogo contro i protestanti nella terribile Notte di San Bartolomeo, nella quale verranno uccisi a Parigi più di 30.000 Ugonotti.

Ancora oggi si discute sulle responsabilità di quel massacro. Una di queste la si attribuisce a Caterina, ma altre sulla volontà del giovane re Carlo di discostarsi dall’influenza della madre e dalla sua politica di tolleranza. Questo massacro, infatti, peserà tremendamente sulla popolarità di Caterina nella Storia.

Dopo la morte di Caterina e del re Enrico III, verrà proclamato re di Francia Enrico di Navarra che regnerà a lungo portando finalmente la pace in Francia e molti eredi al trono.

Conclusione:

Secondo una leggenda araba, il giorno e il modo in cui avverrà la nostra morte sono già predestinati e non c’è niente che noi possiamo fare per cambiarli. Io non ho mai riposto fede nei detti degli infedeli né addirittura nella promessa della nostra chiesa di una vita eterna. Ho assistito a troppe perfidie perpetrate nel nome della religione.

Tuttavia ho avuto abbondanti opportunità di riflettere su questa invisibile entità che guida il nostro cammino e di domandarmi perché abbia ritenuto giusto mettermi così tanto alla prova. Non ho forse lottato quanto tutti gli altri per il mio sangue? C’è chi, pur avendo vissuto meno anni di me e realizzato neanche una minima parte delle mie imprese, ora siede incoronato con un’aureola attorno alla testa, mentre io sprofondo come un essere spregevole nella calunnia.

Mentre attendo l’inevitabile, rivedo i morti. Il primo duca di Guisa, il pericolo Belafré; Giovanna di Navarra; Coligny; e Maria Stuarda, a volte miei nemici o complici, ciascuno martire per la propria causa. Per quanto siano stati importanti in vita, è tramite la morte che sono diventati leggenda.

                                                E io mi chiedo: “Quale leggenda scriverà la Storia per me?”

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