LE NOZZE CHIMICHE DI ALEISTER CROWLEY

Itinerari letterari con la grande bestia di Franco Pezzini 

Recensione a cura di Alice Ortega

Ho iniziato la lettura di questo libro con grande curiosità: il titolo non è di quelli che passano inosservati – riprende quello di uno dei libri-manifesto dei Rosacroce – e nello sfogliarlo, la ricchezza iconografica e i tantissimi personaggi celebri citati, dai Beatles a Somerset Maugham, da Fernando Pessoa a Sciascia mi hanno fatto quasi girare la testa.

La lettura non é semplice: ci sono molti box con approfondimenti, continue citazioni di libri che inevitabilmente viene voglia di leggere e di film, molti dei quali credo di aver visto da cinefila quale sono sempre stata… ma soprattutto è lui, il protagonista di questo volume, Aleister Crowley, ad essere difficile da decifrare. 

Cresciuto in una famiglia rigidamente religiosa, costretto ad assistere alla morte della sorellina in tenerissima età, crebbe come un bambino e poi un ragazzo tormentato. La madre lo chiama “La Bestia” nel senso inteso dalla Bibbia e lui incredibilmente adotterà questo soprannome, forse avendo già chiaro quale sarebbe stato il suo atteggiamento verso la religione intesa in senso classico e verso qualsiasi forma di potere: dissacratorio, polemico e sovversivo.

Dalla cultura vastissima e poliedrica, ben oltre quella acquisita durante gli studi a Cambridge, coltivó mille interessi: dalla scrittura che praticò durante tutta la vita, alla pittura, i viaggi, l’alpinismo. Ebbe una concezione estremamente libera della sessualità, che praticava senza alcuna inibizione; era bisessuale, e forse non poteva essere diversamente. Ma il motivo principale per cui viene ricordato è il suo vivissimo interesse per l’occultismo, che studió a fondo e praticò fino a creare un culto originale:  Thelema, una sorta di filosofia magica e atea al cui centro pose l’uomo con il suo diritto/dovere di essere libero e responsabile delle sue azioni.

Ma ciò che è straordinario è la parabola di quest’uomo – eccentrico e a suo modo geniale – legata indissolubilmente a tutto un filone culturale che prende le mosse da un certo gusto vittoriano per lo spiritismo e il macabro; un itinerario che, grazie alle opere e alla personalità magnetica della Bestia, si sviluppa un passo dopo l’altro creando un “immaginario dell’occulto” (come mi permetto di definirlo), in cui si inseriscono personaggi e tematiche giunti fino ai giorni nostri: come dei «tópoi», che ormai fanno parte di un filone letterario e cinematografico che si è conquistato uno spazio ben preciso nella cultura pop. Personaggi come   l’uomo misterioso dal fascino magnetico che poi si rivela essere un ministro dell’occulto, un certo tipo di donna succube ma salvifica, la setta come fonte di pericolo, il vampirismo, la generazione o creazione “magica” di esseri eccezionali… tutti elementi che ora fanno parte dell’immaginario comune e che hanno dato origine a infinite opere letterarie e cinematografiche.

Nel libro l’autore, che si muove con grandissima disinvoltura in queste tematiche – dal livello più colto a quello più spicciolo e popolare – ci guida lungo un filo rosso che, partendo da “il Mago”, opera giovanile di Somerset Maugham il cui protagonista si ispira a Crowley (che evidentemente era già un personaggio) e che prima si intreccia con i romanzi dello stesso Crowley, poi ci porta nella Londra di Jack lo Squartatore; ci guida attraverso le opere di Dennis Wheatley (come “Il battesimo del Diavolo”, che venne definito “la cosa migliore di questo genere che sia stata scritta dopo Dracula”), i film della Hammer tratti dai suoi romanzi, i crimini di Manson e chi più ne ha più ne metta; per giungere fino ai giorni nostri, mostrandoci quanto sia vasta l’influenza della “Bestia” su questo filone culturale: quanti personaggi ispirati a lui o dalle sue opere, quante tematiche, quante trame nate da episodi della sua vita, dal suo credo, dalle sue amicizie e dai suoi amori…

Ho iniziato la lettura senza avere la minima idea di chi fosse Aleister Crowley: ora invece mi pare di conoscerlo da sempre, tanto è grande il segno che ha lasciato nella nostra epoca. Quando si parla di occulto, di zombie, di horror in generale, non potrete più evitare di ravvisare certe somiglianze, di notare determinati dettagli e analogie… e di sorridere scoprendo dettagli che non avevate mai visto prima. Infatti il Nostro muore nel 1947, ma la maschera gli sopravvive ed è ben presente in numerosissime opere in cui lo troviamo citato da scrittori del calibro di Pennac o Eco, o in cui compaiono suoi epigoni come nei famosi horror della Hammer; oppure che riprendono la sua filosofia o i suoi temi preferiti, propiziando il grande revival dell’occulto che percorrerà gli anni ’60 per poi tramontare verso la fine degli anni ’70. Ma dopo una breve pausa, con l’avvento di internet, assisteremo al suo immancabile ritorno e a quello del suo vate: grazie alla tecnologia, infatti, a partire dagli anni ’90 il Grande Vecchio dell’occultismo moderno “rivive” letteralmente come personaggio di film o serie televisive, ne risentiamo additittura la voce… e la sua influenza pervasiva torna a manifestarsi raggiungendo persino i fumetti.

Cos’altro dire su “Le nozze chimiche di Aleister Crowley”? … posso solo aggiungere che è una vera miniera di informazioni, quasi un ipertesto per chi ama questo filone della cultura pop – e quindi per moltissimi di noi – e che ci fornisce una chiave interpretativa davvero straordinaria, una bibliografia sterminata per tutti gli amanti del genere; oltre, come ovvio, a farci conoscere in profondità un personaggio incredibile, la Bestia, che con la sua cultura, ironia e un pizzico di geniaccio, come dice l’autore, si è conquistato un ruolo fondamentale nell’immaginario magico odierno, dove è quasi ubiquitario. Credetemi, dopo aver letto questo libro lo amerete, lo vedrete dappertutto e, a proposito… chissà… non avrà mica ispirato anche il personaggio dello zio Fester della famiglia Addams?

Trama. Mago e profeta del credo pagano del Thelema (la “vera volontà” del singolo), iniziato coltissimo, alpinista, viaggiatore, letterato, uomo dalle energie spaventose e senza alcun freno morale, forse agente segreto, Aleister Crowley ha impattato quanto pochi altri sull’immaginario del suo tempo; e oggi giganteggia nella cultura pop in un Sabba di riedizioni delle sue opere, saggi critici, camei in romanzi, comparsate in film. Un aspetto affascinante e assai meno esplorato di Crowley riguarda il suo rapporto con la letteratura, come scrittore ma soprattutto come personaggio. Le sue apparizioni da un lato sfidano la letteratura alta, da Somerset Maugham a Pessoa, da Hemingway a Sciascia e Consolo; dall’altro persino nelle opere popolari si aprono a questioni di ampio interesse, sia nei rapporti con altri letterati di fama (Yeats, Isherwood…) sia verso cerchie culturali e artistiche di svariatissimo genere. A monte di questa pletora di apparizioni troviamo alcune opere curiose, quasi variazioni su un unico mito, che fungeranno da filo rosso per gli itinerari qui proposti. Storie dove la Bestia incontra la Bella e dov’è trasposta in forma narrativa la complessa dialettica sul “femminile”, sospesa tra le teorie di Crowley e la sua prassi di magnetico sciupafemmine (peraltro bisex). Storie di nozze chimiche tra mago ed eroina, dove s’incontrano alchimia e una fantasia febbricitante, lisergica, riscoperta proprio negli anni acidi del revival magico. Mentre lui, come in ultima fila sulla copertina di Sgt. Pepper’s dei Beatles, si diverte a occhieggiare.

  • Editore : Odoya (26 novembre 2020)
  • Lingua : Italiano
  • Copertina flessibile : 333 pagine
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