Le ossa parlano – Antonio Manzini

Un medico in pensione scopre nel bosco delle ossa umane. È il cadavere di un bambino. Michela Gambino della scientifica di Aosta, nel privato tanto fantasiosamente paranoica da far sentire Rocco Schiavone spesso e volentieri in un reparto psichiatrico, ma straordinariamente competente, riesce a determinare i principali dettagli: circa dieci anni, morte per strangolamento, probabile violenza. L’esame dei reperti, un’indagine complessa e piena di ostacoli, permette infine di arrivare a un nome e a una data: Mirko, scomparso sei anni prima. La madre, una donna sola, non si era mai rassegnata. L’ultima volta era stato visto seduto su un muretto, vicino alla scuola dopo le lezioni, in attesa apparentemente di qualcuno. Un cold case per il vicequestore Schiavone, che lo prende non come la solita rottura di decimo livello, ma con dolente compassione, e con il disgusto di dover avere a che fare con i codici segreti di un mondo disumano. Un’indagine che lo costringe alla logica, a un procedere sistematico, a decifrare messaggi e indizi provenienti da ambienti sotterra-nei. E a collaborare strettamente con i colleghi e i sottoposti, dei quali conosce sempre più da vicino le vite private: gli amori spericolati di Antonio, il naufragio di Italo, le recenti sistemazioni senti-mentali di Casella e di Deruta, persino l’inattesa sensibilità di D’Intino, le fissazioni in fondo comiche dei due del laboratorio. Lo circondano gli echi del passato di cui il fantasma di Marina, la moglie uccisa, è il palpitante commento. Si accorge sempre più di essere inadeguato ad altri amori. È come se la solitudine stesse diventando l’esigente compagna di cui non si può fare a meno. Questa è l’indagine forse più crudele di Rocco Schiavone.

  • Editore ‏ : ‎ Sellerio Editore Palermo (13 gennaio 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 416 pagine

Recensione a cura di Sara Valentino

Sta per arrivare la nuova stagione della serie TV dedicata al vicequestore Schiavone nato dalla mente di Antonio Manzini. Io dovevo assolutamente leggere il giallo prima di vederlo in televisione perchè i libri sono sicuramente qualcosa di più e di conseguenza ve li suggerisco.

“E’ così in fondo, pensava Rocco. I binari dell’esistenzasi incontrano e si dividono senza lasciare neanche una traccia del loro coincidere”

In questa nuova avventura, che per ovvie ragioni vi racconterò molto velatamente, il nostro Schiavone è alle prese con un caso davvero tosto, vengono coinvolti i sentimenti e le emozioni di tutti coloro che fanno parte della squadra. Nei boschi vengono rinvenute le ossa di un cadavere e appartengono a un bambino. Capiamo bene che le indagini iniziano a essere intessute un po’ alla cieca perchè inizialmente non si conosce nemmeno il nome di quel ritrovamento. Intricata diviene la questione, un baratro nero si apre nel web, un mondo orrendo che non possiamo e vogliamo essere consapevoli che esiste. Un mondo fatto di nickname dietro cui si nascondono uomini all’apparenza normali, forse padri, forse parenti, forse politici e magari anche religiosi, è il mondo della pedopornografia. Di questo bambino si ricostruiscono gli ultimi momenti, da brividi pensare a cosa abbia visto prima di morire… Tutta la squadra è impegnata affinchè il mostro o i mostri vengano almeno assicurati alla giustizia.

Di pari passo continuano le vicende private di tutti i protagonisti. Schiavone combatte contro i suoi demoni, il ricordo di Marina è indelebile ovviamente, il suo spirito non lo abbandona mai.

“… e rocco immaginava che, se avesse guardato bene, dietro i bordi, avrebbe trovato ancora il viso di sua moglie, convinto che la vita negli specchi continua una volta abbandonata quella terrena”

Il dolore è capace di chiudere i cuori e l’ultima prova che ha dovuto sopportare lo ha sfiorato molto da vicino. Però a mio parere il suo cuore è un blocco di ghiaccio solo apparentemente, il suo essere burbero e scontroso è una maschera di protezione. E’ sempre pronto a esserci per chi ha bisogno, anche per chi ha intrapreso una strada sbagliata. Lo vedo più aperto da un certo punto di vista o forse lo è sempre stato ma non l’ha dato a vedere.

“Chissà, si domandò, ognuno si difende dalle botte della vita come può, magari costruendosi un universo parallelo a propria immagine e per la propria sicurezza, evitando le domande senza risposta e la paura della morte e della solitudine”

Di certo Manzini ha creato un grande personaggio e non ridete se vi dico che la mia suoneria del cellulare è la stessa di quella di Rocco. E’ un personaggio che ti entra dentro perchè incarna ciò che siamo o che vorremmo essere ma che non riusciamo ad esternare perchè succubi delle convenzioni. Lui di queste si fa un baffo.

Un libro letto in pochissimo, ci ho fatto notte per finirlo e già mi sento orfana. Aspetto il prossimo!

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