Le ricamatrici della regina di Jennifer Robson

 

Mentre osserva affascinata i deliziosi fiori ricamati a mano che la nonna le ha lasciato in eredità, Heather Mackenzie si rende conto che sono identici a quelli dello straordinario abito che la regina Elisabetta II aveva indossato quasi settant’anni prima, il giorno in cui, ancora principessa, era andata in sposa a Filippo Mountbatten. Le sono arrivati in una vecchia scatola che contiene anche una fotografia di nonna Ann insieme a Miriam Dassin, una famosa artista sopravvissuta all’Olocausto. Ma che legame c’è tra le due donne? Come mai si conoscevano? E da dove arrivano quei preziosi ricami? Incuriosita, Heather parte per Londra decisa a far luce sui segreti che circondano il passato della nonna. Quella che a poco a poco emerge dalle pieghe del tempo è la storia di due giovani ricamatrici che lavorano insieme presso la celebre casa di moda di Norman Hartnell a Mayfair. Ann è una ragazza inglese della classe operaia, Miriam, un’immigrata francese sfuggita ai nazisti e appena arrivata da Parigi. E proprio a loro, che sono diventate prima coinquiline e poi amiche, viene offerta un’opportunità a dir poco straordinaria: realizzare lo squisito e complicatissimo ricamo che ornerà l’abito da sposa della futura regina d’Inghilterra. Lo stesso ricamo che, dopo aver attraversato il tempo e l’oceano, sta per condurre Heather incontro al proprio destino.

Copertina rigida: 413 pagine
Editore: HarperCollins Italia (26 settembre 2019)
Lingua: Italiano

Recensione a cura di Antonia Ercoli

Un fruscìo di seta pregiata, mani operose che con precisione infilano una perlina dietro l’altra con l’emozione e la consapevolezza che quello che sta prendendo vita tra quelle file di telai è un’opera d’arte che rimarrà nella storia. È così che immagino l’atelier di Sir Norman Hartnell, lo stilista che nel 1947 ebbe il privilegio di confezionare l’abito da sposa dell’allora Principessa Elisabetta d’Inghilterra: un evento di grandissima importanza per una nazione duramente provata dalla guerra appena finita, un simbolo di speranza e di rinascita.
Questo romanzo si articola su due piani temporali: Heather è una giovane giornalista canadese che sta vivendo una crisi sul piano lavorativo a cui si aggiunge il lutto per la morte della nonna Ann. Heather era legatissima all’anziana donna, emigrata in Canada dall’Inghilterra alla fine degli anni ’40, ma aprendo una scatola che riporta il suo nome, ultimo lascito dell’amata nonna, capisce che forse non conosceva la sua storia così a fondo. Un ricamo pregiatissimo e a lei sconosciuto ed una foto di un gruppo di donne di fronte a telai da ricamo rappresentano il richiamo di una storia che deve essere riportata alla luce. Heather così parte per l’Inghilterra per ritrovare le sue radici e far luce sul passato di sua nonna, partendo proprio da quel ricamo e dal luogo in cui è stato realizzato: l’atelier Hartnell. In un ponte tra passato e presente si intrecciano le vicende di Ann e Miriam, le delle migliori ricamatrici dell’atelier, e della nipote di Ann, Heather.
L’immediato dopoguerra è segnato dall’incertezza economica, i ricordi sono ancora vividi nella mente delle persone, c’è chi si trova costretto a ripartire da zero, come Miriam Dassin, giovane ebrea francese che vuole ricostruire la sua vita lontano dai luoghi che hanno visto la distruzione della sua famiglia. Per questo si reca a Londra e, con in mano le referenze scritte da un gigante della moda francese come Dior, inizia a lavorare presso l’atelier di Hartnell, fianco a fianco con Ann, con cui stringerà un legame strettissimo.
In questa storia c’è tutto: l’amicizia di due donne, che è quella che dà la forza di ricominciare a vivere e di riscoprire le proprie radici con fierezza; c’è l’amore, la speranza di rifiorire in un periodo così difficile, ma c’è anche il tradimento, l’infrangersi delle speranze, lo scontro con la dura realtà della vita. E sullo sfondo abbiamo la realizzazione di questo magnifico abito, che fa sognare non solo le ragazze che ogni giorno si siedono al telaio per realizzarlo, ma un’intera nazione, che guarda al matrimonio reale come ad una rinascita per Inghilterra, dopo i terribili anni segnati dalla guerra.
Sicuramente la parte ambientata nel passato è molto più interessante di quella ambientata ai giorni nostri, che ho trovato forse un po’ debole, anche se è molto interessante il contatto che si crea tra il passato ed il presente, quando finalmente si riannodano i fili delle vicende.
Devo ammettere che questo libro mi è saltato all’occhio per prima cosa per il titolo. Il ricamo e la famiglia reale inglese sono due cose che mi appassionano, per cui un libro che le racchiudeva entrambe non potevo di certo farmelo sfuggire. Devo dire che le descrizioni della lavorazione del riamo sono veramente fantastiche, le ricamatrici che hanno partecipato a questo lavoro avevano una maestria unica, e ciò si può ancora notare ammirando le immagini dell’abito nuziale, che è stato esposto (insieme a molti altri abiti della famiglia reale) a Buckingham Palace tra il luglio e l’ottobre 2016. Insomma un libro imperdibile per chi ama l’arte del ricamo, ma anche per chi vuole ripercorrere un periodo storico forse poco conosciuto, quello in cui la gente comune ha dovuto ritrovare la forza di rialzarsi dopo la guerra e finalmente ricominciare a vivere.

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