Legenda Aurea di Jacopo da Varazze e la Leggenda della Vera Croce

a cura di Sara Valentino

Durante una mia recente lettura mi sono fermata a riscoprire quello che viene definito una dei maggiori bestseller medievali. La Legenda Aurea.

La Legenda Aurea  è una raccolta di biografie agiografiche di origine medievale composta in latino da Jacopo da Varazze. Jacopo fu un frate domenicano e vescovo di Genova. La compilazione dell’opera iniziò indicativamente nell’anno 1260 per terminare nel 1298, anno della morte del da Varazze.

L’autore raccoglie in un santorale organizzato secondo l’anno liturgico la vita agiografica dei santi privilegiando quelli più antichi.

E’ un’opera che consta di centocinquanta vite di santi e ancora oggi costituisce un riferimento imprescindibile  per interpretare la simbologia e l’iconografia inserite in opere pittoriche di contenuto religioso. Fino al XVII secolo ebbe un’ampia diffusione, sopravvivono circa 1400 codici manoscritti dell’opera, a testimonianza della sua enorme diffusione nel Medioevo, inferiore solo alla Bibbia.

Al suo interno, tradotto poi in volgare, troviamo anche una trentina di capitoli dedicati alle feste liturgiche e alcune storie legate alla Leggenda della Vera Croce a inframmezzare le biografie.

Nel secolo successivo al 1500 l’intero genere dei leggendari medievali fu screditato e con essi anche la Legenda Aurea venne dimenticata.
Tantissimi artisti nelle loro opere d’arte si ispirarono alla Legenda Aurea. Uno fra tutti: Giotto nella cappella degli Scrovegni, senza dimenticare Piero della Francesca nella Basilica di San Francesco ad Arezzo.

La Leggenda della Vera Croce

Questa meravigliosa leggenda racconta la storia del legno sul quale venne crocifisso Cristo, spesso tramandata in letteratura e rappresentata in opere d’arte.
Per conoscere le origini della leggenda dobbiamo incontrare Adamo che, prossimo a morire, mandò il figlio Set in Paradiso per ottenere l’olio della misericordia per permettergli una morte serena.  Secondo una versione fu l’Arcangelo Michele a donargli un ramoscello dell’albero della vita per collocarlo nella bocca di Adamo al momento della sua sepoltura. Il ramo crebbe e l’albero venne ritrovato da re Salomone che, durante la costruzione del Tempio di Gerusalemme, ne ordinò l’abbattimento per poi utilizzarne il legno. Gli operai non riuscirono però ad utilizzarlo perché pareva sempre o troppo lungo così decisero di gettarlo su un fiume e trasformarlo in passerella. La regina di Saba, trovandosi a passare per quel ponte, riconobbe il legno e ne fece una profezia sul  futuro utilizzo della tavola. Salomone, una volta che ne fu messo al corrente, decise di farlo sotterrare.

Alla condanna di Cristo il vecchio pezzo di legno venne ritrovato e utilizzato per la costruzione della Croce. Da questo punto in avanti la leggenda diventa STORIA.

Nel 312 l’imperatore Costantino ha una visione che porrà fine, anche, alle persecuzioni dei cristiani: L’imperatore decide allora di utilizzare la croce come insegna e il suo esercito vinse la battaglia di Ponte Milvio. Successivamente decise di inviare la madre a Gerusalemme a cercare la Croce della Crocifissione. Elena, sua madre, attraverso uno scaltro e tremendo stratagemma convince a farsi rivelare il luogo ove si trova la Croce del Cristo. Sant’Elena con un tocco ne resuscitò il legno che divise in più parti lasciando la più lunga a Gerusalemme

fonti: wikipedia – https://www.vaticano.com/legenda-aurea/

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