Leonardo Da Vinci. 500° 1519-2019. La vita e la morte (terza e ultima parte)

Ritroviamo Leonardo partito da Milano, si ferma inizialmente a Mantova dov’è accolto da Isabella d’Este; la duchessa posa per il disegno preparatorio di un ritratto che chiede a Leonardo per arricchire la sua preziosa collezione d’arte. Il viaggio prosegue poi per Venezia dove il governo della Serenissima necessita di un piano di difesa per una zona, sulle rive dell’Isonzo, esposta all’attacco dei Turchi. Leonardo prevede un sistema che integra fortificazioni, canali, chiuse e allagamenti. Prima di rientrare a Firenze, nel 1501, Leonardo potrebbe essere stato anche a Roma, come attesterebbe un suo appunto: “A Roma. A Tivoli vecchio, casa d’Adriano”. Se poi non si riferisse a un effettivo viaggio, la nota rivelerebbe comunque un nuovo interesse da parte di Leonardo per l’esempio dell’antico: un riferimento essenziale per i suoi studi  di architettura ma anche per la pittura che, proprio a partire dai primi anni del Cinquecento, rivela motivi d’ispirazione tratti dalla statuaria classica.

A Firenze, dopo un’assenza di quasi diciannove anni, Leonardo si stabilisce al convento dell’Annunziata. Qui lo raggiunge Pietro da Novellara a domandare notizie da parte di Isabella D’Este che è impaziente di ottenere una sua opera. Per lei il Novellara non ha notizie confortanti:”Li suoi experimenti mathematici l’anno distracto tanto dal dipingere, che non può patire il pennello”. Su commissine dei frati dell’Annunziata Leonardo è comunque impegnato nella preparazione di un cartone, per la pala dell’altare maggiore, raffigurante Sant’Anna, la Vergine e il Bambino con l’agnello. terminato il lavoro, narra il Vasari, Leonardo lasciò libero accesso al suo studio e per vedere il cartone, oggi perduto, accorsero “gli uomini e le donne, i giovani et i vecchi, come si va alle feste solenni, per veder le maraviglie di Lionardo, che fecero stupire tutto quel popolo”. Dipinse anche la Madonna dei fusi, di cui oggi restano due versioni eseguite da allievi con probabili interventi del maestro. Ma l’anno seguente Leonardo, che ha raggiunto i cinquant’anni, è di nuovo in partenza.

Dal 1502 è infatti al servizio di Cesare Borgia, il figlio di papa Alessandro VI che mirava a riunire sotto il proprio dominio Romagna, Marche, Umbria e Toscana e a costituire così un forte e unico stato nell’Italia centrale. Una personalità poliedrica come quella di Leonardo risultava funzionale alle mire espansionistiche del Borgia, il quale, perseguendo il proprio disegno con lucidità e spietatezza, dette l’esempio a Macchiavelli per il Principe.

Dopo un anno, nel 1503, abbandonato il Borgia alla sua impresa che sarà destinata al fallimento, Leonardo è di nuovo di ritorno a Firenze. Qui, fin dal 1494, i Medici sono stati cacciati ed è stata proclamata la Repubblica.

Dopo la parentesi del riformismo radicale di Girolamo Savonarola, mandato poi al rogo, la città è ora retta dal gonfaloniere Pier Soderini, eletto nel 1502; il segretario della repubblica fiorentina è Niccolò Macchiavelli.

A Firenze Leonardo approfondisce gli studi di geometria e trova nella biblioteca del convento di San Marco trattati e manoscritti che gli saranno utili per le sue ricerche.

Per la Repubblica fiorentina ipotizza la deviazione del fiume Arno, un intervento che avrebbe reso il fiume navigabile da Firenze alla foce e favorito la conquista di Pisa togliendole lo sbocco al mare. Negli stessi anni esegue dissezioni anatomiche all’ospedale di Santa Maria Nuova e sviluppa le ricerche su uno dei tempi che maggiormente lo affascinano: il volo.

Nel 1506 Leonardo ritorna a Milano, dove il governatore francese che regge la città richiede una sua consulenza.Essendo già sotto contratto con la Signoria di Firenze per la Battaglia di Anghiari, nei due anni successivi viaggerà parecchio tra le due città per poi stabilirsi definitivamente a Milano. Lì conclude la seconda versione della Vergine delle rocce. Sul territorio lombardo compie accurati rilievi per la canalizzazione del fiume Adda. Nel 1512 la Lega Santa indetta dal papa contro i Francesi porta alla restaurazione degli Sforza a Milano.

Nel 1513 Leonardo ha sessantun anni e si trasferisce a Roma dove Giuliano de’Medici richiede i suoi servigi. Per conto di Giuliano si dedica a una serie di studi per la bonifica delle paludi e progetta il nuovo porto di Civitavecchia.

In questo periodo Leonardo è completamente assorbito dalla sua visione e si concentra sul tema dello sconvolgimento delle forze della natura. Continua le sue dissezioni anatomiche venendo anche accusato di negromanzia.

Nel 1515 Leonardo realizza un meccanismo sorprendente: l’automa di un leone in grado di muoversi, avanzare, arrestarsi sulle zampe posteriori e infine aprire il petto mostrando al suo interno dei gigli di Francia. Il leone meccanico era stato concepito per celebrare il nuovo re francese Francesco I.

Con la morte di Giuliano de’Medici Leonardo accetta l’invito di Francesco I e si trasferisce in Francia ad Amboise, sede del Palazzo Reale. Lì vicino il re gli offre come residenza il piccolo castello di Clos-Lucè dove Leonardo si stabilisce insieme ad alcuni allievi rimanendovi per quasi tre anni, fino alla morte.

Leonardo muore il 2 maggio 1519, verrà sepolto secondo la sua volontà in una chiesa ad Amboise dal nome significativo:Saint-Florentin.

La chiesa fu gravemente distrutta durante le guerre di religione e poi definitivamente nel 1808. Venne in seguito ritrovata una scritta “LEO.. INC…/…EO…DUS VINC” e i resti di uno scheletro: i suoi resti oggi perduti.

Rimane la leggenda che lo vede spirare tra le braccia di Francesco I.

Tratto da Leonardo Da Vinci. Artista Scienziato Inventore

Sara Valentino

 

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