L’eredità di Gurdjieff – I racconti di Nasreddin a suo nipote di Fabio Guidi

Trama.I racconti di Nasruddin a suo nipote sono i ricordi del nonno dell’autore – romano, classe 1922 – sull’imponente figura di George Ivanovitch Gurdjieff, il celebre filosofo armeno con cui iniziò la sua avventura spirituale a Parigi quando ancora era molto giovane. Successivamente, David Guidi ricevette da un maestro sufi iraniano il soprannome “Nasruddin”, che volle mantenere gelosamente fino alla morte perché sentiva in esso racchiuso lo spirito autentico dell’insegnamento di Gurdjieff, che avrebbe dovuto trasmettere al suo ritorno in patria. Di quale spirito si tratta? A metà tra storia e leggenda Nasreddin è una figura favolistica vissuta durante il XIII secolo in Turchia. Moltissime tradizioni culturali portano i riferimenti a questa figura di maestro carismatico, incarnazione dell’archetipo universale dell’antieroe ricco di ambivalenze. Nel corso dei secoli le centinaia di storielle ed episodi a lui attribuiti hanno invitato i cercatori della verità a riconoscere che le nostre abitudini e le ferme convinzioni spesso servono solo a rassicurarci nella nostra precarietà esistenziale. Così, nella tradizione sufi Nasreddin indica colui che trascende le convenzioni del pensiero e dell’azione. L’uomo saggio che in questo modo cerca di risvegliare le coscienze. Gurdjieff amava citare liberamente il nome e le sentenze del saggio ed ha seguito lo stesso tipo di approccio, creando spesso sconcerto e scandalo nella mentalità borghese occidentale. Nel libro di Fabio Guidi, quindi, i lettori avranno il privilegio di comprendere meglio il pensiero di uno dei mistici e filosofi più noti del Novecento, attraverso le parole di chi lo conobbe personalmente.

Recensione a cura di Claudia Pellegrini

“Nella vita è necessario che l’uomo trovi una persona alla quale egli possa trasmettere tutte le cose imparate che ha accumulato. Quando trova tale ricettacolo, allora può morire”.

Per la prima volta mi sono trovata spiazzata davanti ad un libro. Il titolo recita “racconti”, ma già dalle prime pagine ci si trova davanti ad una lettura impegnativa, seppur interessante, una di quelle che mandano in visibilio gli appassionati di spiritualismo e dottrine ad esso legate, ma lasciano un po’ perplessi tutti gli altri. Abbiamo infatti una raccolta di racconti spirituali in cui l’autore, Fabio Guidi, trasferisce su carta in maniera fedele i ricordi del nonno, David Guidi, che ad un certo punto della sua vita assume il nome simbolico di Nasreddin (un filosofo e saggio sufi del XIII secolo, considerato l’incarnazione dell’antieroe, a lui si attribuirono storielle ed episodi che lo vedevano come cercatore della verità, colui che era in grado di mettere in discussione le convinzioni degli uomini, l’uomo saggio che cerca di risvegliare le coscienze), per conservarlo con grande orgoglio fino alla fine della sua vita. 

Una sorta dunque di eredità composta da annotazioni di ciò che il nonno era solito raccontare di sé stesso, del suo pensiero e della sua vita passata, ma anche di lettere e diari ritrovati rovistando tra vecchie carte in seguito alla sua morte. Ma è soprattutto l’eredità di Georges Ivanovič Gurdjieff, celebre filosofo armeno con cui David/ Nasreddin aveva iniziato la sua avventura spirituale a Parigi, la vera protagonista di questo testo, un’eredità che non è né materiale né tantomeno teorica, ma bensì pratica, che si vuole inserire concretamente nell’esistenza di ogni individuo. 

Chi era Georges Ivanovič Gurdjieff? Facciamo chiarezza. Di lui sappiamo che è stato un filosofo, scrittore, mistico e maestro di danze armene, di origine greco-armena. Il suo insegnamento combina sufismo, scuola mistica dell’Islam, altre tradizioni religiose, esoterismo e filosofia. In questa sede David/Nasreddin spiega a suo nipote che la sua ricerca era votata al risveglio della coscienza così da favorire il superamento degli automatismi psicologici ed esistenziali che condizionano l’essere umano. 

“Gurdjieff organizzò l’intera sua attività come una grande esibizione, un’ostentazione mirata a richiamare l’attenzione e, insieme, colpire allo stomaco, scuotere la coscienza assonnata dell’uomo ordinario”.

Ma il “maestro” era anche un abile ipnotista, nonché un guaritore. Possedeva un animo artistico che riversava nella musica, nelle danze, nella cucina e nelle abilità pratiche come il lavoro artigianale, al quale dava un’importanza fondamentale per lo sviluppo interiore di ogni individuo. 

“La vera arte non è un fine, ma un mezzo per raggiungere determinati scopi, cioè la trasmissione della Conoscenza”.

Non dava alcuna importanza alle distinzioni sociali, radunava intorno a sé chiunque fosse interessato a recepire il suo insegnamento, e soprattutto era alla costante ricerca di qualcuno che continuasse la sua opera di risveglio delle coscienze. Cos’era dunque, in sintesi, questo suo insegnamento? In quale dottrina lo si può inquadrare? Sufismo islamico o cristianesimo esoterico?

“Né l’uno né l’altro … Per la semplice ragione che la Grande conoscenza è una, e viene trasmessa di generazione in generazione, di popolo in popolo, in base alla necessità del momento, sempre camuffata dai più diversi gusci esterni. Cristianesimo e Sufismo sono gusci esterni. Sta al cercatore della Verità penetrare al loro interno, per estrarre la linfa vitale”.

La Verità, sempre secondo Gurdjieff, era una sola, ma non avrebbe avuto forma alcuna, per questo motivo poteva essere espressa in modi infiniti.

“La Verità non è né asiatica né europea, né sufi né cristiana, non è una dottrina ma una pratica”. 

Ciò che mi ha colpito particolarmente nell’esposizione da parte dell’autore di queste dottrine, che non sono esattamente alla portata di tutti, come ho già specificato, e non sono neanche così facilmente assimilabili, è sicuramente la cosiddetta “scienza dell’idiozia di Gurdjieff”, sulla quale si fondavano i famosi “brindisi agli idioti” che avvenivano regolarmente nella sua casa. 

Il termine “Idiota” è da intendersi nel senso (greco originario) di essere egocentrico che limita la sua attenzione solamente a sé stesso, e di conseguenza si disinteressa di tutto ciò che è pubblico. Secondo Gurdjieff esisterebbero ben diciotto tipi di idioti che lui raduna in una scala spirituale che parte dall’Idiota ordinario, ovvero un uomo insignificante che non si distingue per nessun tipo di caratteristica o abilità, fino ad arrivare all’Idiota esponenziale, ovvero il santo, colui che giunge fino al totale sacrificio di sé al fine di realizzare la propria missione spirituale. I diversi gradi di Idioti sono direttamente legati a degli ostacoli particolari che gli individui devono superare qualora vogliano giungere alla liberazione dalle diverse forme di egoismo e di egotismo.

Insomma, l’uomo deve compiere un’evoluzione di sé per potersi elevare spiritualmente, liberarsi dalle catene che lo legano a quello che è il sonno della coscienza, ed essere in grado dunque di evolvere e di tramandare anche questo tipo di insegnamento prima della morte del corpo:

“L’uomo deve morire quando è ancora in vita, ma per far questo deve prima svegliarsi, uscire dallo stato di ipnosi, comprendere la sua nullità. Solo allora può iniziare a morire, lasciandosi alle spalle tutte le sue identificazioni egoiche. In questo modo il piccolo falso io, morto, può rinascere come il vero permanente Io, l’Essenza. Il bruco è diventato una farfalla. Pertanto è una vera disgrazia se si muore, nel senso ordinario del termine, prima di essere nati spiritualmente”.

In conclusione siamo al cospetto di una lettura che mette in discussione quello che è il pensiero filosofico prettamente occidentale, ci avvicina ad un sapere poco noto spiegato in maniera accessibile anche a chi ha poca familiarità con il linguaggio filosofico. Scorrendo queste pagine ci rendiamo conto che noi uomini, esseri umani, siamo immersi in uno stato di sonno profondo per tutta la nostra esistenza, in balia degli eventi che accadono intorno a noi. Crediamo di fare o di decidere, ma in realtà non facciamo e non decidiamo nulla: tutto accade e tutto è sottoposto a determinate leggi universali appartenenti al cosmo. Sfruttiamo solo una piccolissima parte delle nostre potenzialità, e solamente se ce ne rendiamo conto, possiamo iniziare il nostro cammino verso l’evoluzione.

  • Editore ‏ : ‎ Edizioni Mediterranee (22 luglio 2021)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 292 pagine
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