Lettera a Babbo Natale…. Libri sotto l’albero!

Come si conviene è tempo di lista regali, di letterine da spedire e noi di Septem abbiamo preparato la nostra personale. Sperando di fare cosa gradita ecco i nostri suggerimenti natalizi per grandi e piccini.

Zampognaro, Gianni Rodari
Se comandasse lo zampognaro
Che scende per il viale,
sai che cosa direbbe
il giorno di Natale? “Voglio che in ogni casa
spunti dal pavimento
un albero fiorito
di stelle d’oro e d’argento”. Se comandasse il passero
Che sulla neve zampetta,
sai che cosa direbbe
con la voce che cinguetta?
“Voglio che i bimbi trovino,
quando il lume sarà acceso
tutti i doni sognati
più uno, per buon peso”. Se comandasse il pastore
Del presepe di cartone
Sai che legge farebbe
Firmandola col lungo bastone? “Voglio che oggi non pianga
nel mondo un solo bambino,
che abbiano lo stesso sorriso
il bianco, il moro, il giallino”. Sapete che cosa vi dico
Io che non comando niente?
Tutte queste belle cose
Accadranno facilmente; se ci diamo la mano
i miracoli si faranno
e il giorno di Natale
durerà tutto l’anno.

A caccia di misteri nell’antico Egitto di Geronimo Stilton 

“Quando Trappola è nei paraggi può succedere di tutto, anche di ritrovarsi catapultati… alla corte di Cleopatra! Per sfuggire ai coccodrilli ci siamo offerti come parrucchieri reali: tra un taglio mal riuscito e una treccia arruffata, abbiamo sventato un furto misterioso e siamo diventati… gli eroi della regina!” Età di lettura: da 7 anni.

 

 

 

 

 

L’architettrice Copertina flessibile –  Melania G. Mazzucco

Giovanni Briccio è un genio plebeo, osteggiato dai letterati e ignorato dalla corte: materassaio, pittore di poca fama, musicista, popolare commediografo, attore e poeta. Bizzarro cane randagio in un’epoca in cui è necessario avere un padrone, Briccio educa la figlia alla pittura, e la lancia nel mondo dell’arte come fanciulla prodigio, imponendole il destino della verginità. Plautilla però, donna e di umili origini, fatica a emergere nell’ambiente degli artisti romani, dominato da Bernini e Pietro da Cortona. L’incontro con Elpidio Benedetti, aspirante scrittore prescelto dal cardinal Barberini come segretario di Mazzarino, finirà per cambiarle la vita. Con la complicità di questo insolito compagno di viaggio, diventerà molto più di ciò che il padre aveva osato immaginare. Melania Mazzucco torna al romanzo storico, alla passione per l’arte e i suoi interpreti. Mentre racconta fasti, intrighi, violenze e miserie della Roma dei papi, e il fervore di un secolo insieme bigotto e libertino, ci regala il ritratto di una straordinaria donna del Seicento, abilissima a non far parlare di sé e a celare audacia e sogni per poter realizzare l’impresa in grado di riscattare una vita intera: la costruzione di una originale villa di delizie sul colle che domina Roma, disegnata, progettata ed eseguita da lei, Plautilla, la prima architettrice della storia moderna.

Il Faraone di Christian Jacq 

Diventato sovrano d’Egitto poco più che adolescente, Thutmose III dimostra subito un ossessivo interesse per gli antichi rituali e i testi religiosi, unito a una pacata indifferenza nei confronti del suo ruolo. L’Egitto intero freme: un sovrano debole, incapace di guidare l’esercito, può significare la rovina; e infatti l’ombra dei nemici si allunga, minacciosa, sul Paese. Ma Thutmose ha ingannato tutti: il suo unico scopo è migliorare le sorti del suo popolo, e solo grazie al suo studio instancabile è diventato uno stratega e un «lettore di uomini» senza rivali. Ben diciassette saranno le campagne militari in cui s’impegnerà per mantenere la pace e il regno, e innumerevoli le sue imprese a gloria dell’Egitto, tra cui la costruzione dei grandiosi templi di Karnak. Ma nonostante le vittorie, Thutmose non sarà un vero «faraone» – termine che designa sempre una coppia, dato che è l’incarnazione di Iside e Osiride – finché non sposerà Satiah, una donna in apparenza fragile, ma con l’animo di un’autentica guerriera…

La lezione del Maestro – Henry James

Londra di inizio Novecento. Un giovane scrittore in ascesa, Paul Overt, sogna di conoscere il suo idolo letterario, Henry St. George, un astro ormai in declino ma un tempo molto famoso. L’incontro tra i due avviene grazie all’intercessione di un’attraente fanciulla, Miss Fancourt, lettrice accanita di entrambi. Paul si invaghisce subito della bella ragazza, ma esita ad avviare il suo corteggiamento e si confronta con il Maestro, vero esperto nell’ambito della seduzione. Il Maestro mette in guardia Paul dai rischi della vita coniugale e della procreazione: egli sostiene, infatti, che la colpa del proprio declino sia imputabile a queste “distrazioni” che hanno contribuito a far assopire la sua creatività artistica. Per salvaguardare la sua vocazione e la sua promettente carriera, il giovane si convince ad allontanarsi da tutte le dannose distrazioni che hanno ostacolato il suo Maestro, e parte per due anni all’estero. Al suo rientro troverà inaspettate sorprese… La lezione del maestro è uno dei romanzi brevi, sul rapporto tra arte e vita, tra i più riusciti di James. Un vero capolavoro di ambiguità, in cui si mischiano amicizia e rivalità fra colleghi e che lascia il lettore con una domanda, a cui non daremo risposta: ma in fondo a chi possiamo credere veramente? Saggio introduttivo di Fabrizio Coscia.

Goldstein – Volker Kutscher

Berlino, 1931. La crisi economica si aggrava, il conflitto fra nazisti e comunisti diventa sempre più violento e in città infuria una guerra fra bande di criminali rivali, mentre il commissario Gereon Rath, per fare un favore ai colleghi dell’Fbi, deve tenere sott’occhio Abe Goldstein, un gangster americano in città per motivi oscuri. Come se non bastasse, viene coinvolto da Charly, la sua eterna non fidanzata, nelle indagini su un misterioso furto di gioielli al grande magazzino KaDeWe finito male, con uno dei rapinatori che è precipitato dal cornicione. Ritroviamo qui i personaggi degli altri suoi romanzi, delineati con cura, vividezza e intensità, cui si aggiunge il sorgere sempre più violento della caccia agli ebrei, delle bande di nazisti, dell’opposizione ai comunisti e della crisi dell’economia tedesca.

 

 

Il ventriloquo – E. R. Ramzipoor

Belgio, 1943. Helene è orfana. Sopravvive a stento, spacciandosi per un ragazzo e vendendo qualche copia di «Le Soir», un tempo il quotidiano più popolare del Paese, ora ridotto a uno strumento di propaganda nazista. La vita di Helene è destinata a cambiare dopo l’incontro con l’eccentrico Marc Aubrion, che la introduce in un gruppo segreto di dissidenti che pubblicano articoli illegali. Quando i nazisti riescono a risalire agli oppositori, li mettono davanti a una scelta impossibile: trasformare i loro articoli in un’arma contro gli Alleati, piegandosi alla propaganda tedesca, oppure essere uccisi. Con le spalle al muro, Aubrion prende una decisione disperata: fingeranno di obbedire ai nazisti mentre prepareranno un’edizione fasulla di «Le Soir» che prenderà in giro Hitler e Stalin. In questo modo sfideranno apertamente i loro oppressori. Così “i ventriloqui” rischieranno la vita per dimostrare che, nonostante i nazisti abbiano tappato loro la bocca, non potranno mai ridurli al silenzio.

Tarocchi magici e cavallereschi. La vera storia di Rolando – Marcello Simoni

Perso in una biblioteca-labirinto, Marcello Simoni si aggira alla ricerca di un codice raro o di un cimelio appartenente agli albori del medioevo. Uno strano cigolio lo invita ad avanzare tra la polvere e le cose antiche e, alla luce di una candela, si imbatte in un curioso personaggio, seduto su un cavallo a dondolo. E Turpino o, meglio, il suo ectoplasma, autore della “Historia Karoli Magni et Rotholandi”. In un’atmosfera di stupore e sogno, tra i due prende avvio un dialogo surreale nel tentativo di ricostruire la “verità” sulla figura di Rolando (Orlando), tra storia, mito e letteratura. Altre ombre si paleseranno, tra cui Italo Calvino, lo storico carolingio Eginardo, Turoldo (l’autore della “Chanson de Roland”), e ognuna dirà la propria tra scherzi ed erudizione. Undici capitoli che si aprono con le figure presenti sullo scudo di Turpino: Carlo Magno, la città di Pamplona, il cavallo Vegliantino, Rolando, il gigante Ferraù, Angelica e altri. Personaggi chiave della storia di Rolando, protagonisti di vicende che nei secoli, attraverso una tradizione filtrata da Turpino a Tasso, attraverso Ariosto, Boiardo e Pulci, si sono cristallizzati in figure simili agli arcani di un mazzo di tarocchi: il re, il cavaliere, il mago, la dama, il moro, il gigante, il traditore. E da semplici carte da gioco, Simoni le trasforma in uno zodiaco immaginifico che ancora oggi alimenta la fantasia dei suoi lettori.

L’Isola dei fucili Amitav Ghosh

Commerciante di libri rari e oggetti d’antiquariato, Deen Datta vive e lavora a Brooklyn, ma è nato nel Bengala, terra di marinai e pescatori. Non c’è stato perciò tempo della sua infanzia in cui le leggende fiorite nelle mutevoli piane fangose del suo paese, affascinanti storie di mercanti che scappano al di là del mare per sfuggire a dee terribili e vendicatrici, non siano state parte del suo mondo fantastico.
In uno dei suoi ritorni a Calcutta, o Kolkata come viene detta oggi, Deen ha la ventura di incontrare Kanai Dutt, un lontano parente ciarliero e vanesio che, per sfidarlo sul terreno delle sue conoscenze del folklore bengali, gli narra la storia di Bonduki Sadagar, che nella lingua bengali o bangla significa «mercante di fucili».
Bonduki Sadagar era, gli dice, un ricco mercante che aveva fatto infuriare Manasa Devi, la dea dei serpenti e di ogni altra creatura velenosa, rifiutando di diventare suo devoto. Tormentato dai serpenti e perseguitato da alluvioni, carestie, burrasche e altre calamità, era fuggito, trovando riparo al di là del mare in una terra chiamata Bonduk-dwip, «Isola dei fucili». Braccato, infine, di nuovo da Manasa Devi, per placare la sua ira, era stato costretto a far erigere un dhaam, un tempio in suo onore nelle Sundarban, nelle foreste di mangrovie infestate da tigri e serpenti.
La leggenda del mercante dei fucili resterebbe tale per Deen, una semplice storia, cioè, da custodire nell’armadio dei ricordi d’infanzia, se il vanesio Kanai non aggiungesse che sua zia Nilima Bose ha visto il tempio e sarebbe ben lieta se Deen l’andasse a trovare.
Comincia così, per il commerciante di libri rari di Brooklyn, uno straordinario viaggio sulle tracce di Bonduki Sadagar che dalle Sundarban, la frontiera dove il commercio e la natura selvaggia si guardano negli occhi, il punto esatto in cui viene combattuta la guerra tra profitto e Natura, lo porterà dall’India a Los Angeles, fino a Venezia.
Un viaggio mirabolante, che attraverserà secoli e terre, e in cui antiche leggende e miti acquistano un nuovo significato in un mondo come il nostro, dove la guerra tra profitto e Natura sembra ormai non lasciare più vie di scampo al di là dei mari.

Pompei. Il tempo ritrovato  Massimo Osanna

LE NUOVE SCOPERTE
Dal direttore del Parco Archeologico di Pompei
È l’alba del novembre 2010. Poco prima che aprano i cancelli ed entrino i visitatori, a Pompei collassa uno degli edifici più celebri, la Schola Armaturarum. La notizia fa il giro del mondo, i giornali italiani e internazionali denunciano a gran voce lo stato di incuria in cui versa il fiore all’occhiello del patrimonio archeologico del nostro Paese. Sono passati quasi dieci anni da allora. Anni intensi e di duro lavoro, che hanno permesso, grazie soprattutto all’avvio del Grande Progetto Pompei, di mettere in sicurezza la maggior parte delle rovine, di riprendere le indagini e gli interventi di scavo, di valorizzare al meglio quello che Chateaubriand definiva “il più meraviglioso museo della Terra”. Massimo Osanna, oggi al secondo mandato da direttore generale del Parco Archeologico, è – insieme a una nutrita squadra di collaboratori – uno dei protagonisti della “resurrezione”, ed è lui a guidarci in queste pagine tra le nuove scoperte realizzate negli ultimi anni. Affreschi, come la celebre immagine di Leda e il cigno rinvenuta nel 2018; splendidi mosaici come nella Casa di Orione, ricchissime domus rimaste sepolte fino a oggi, e ancora pitture, graffiti, architetture che vengono qui presentati per la prima volta in forma estesa al grande pubblico. Al contempo, Osanna ci restituisce “il presente di duemila anni fa”, illustrando con registro divulgativo ma approccio scientifico dove e come vivevano gli uomini e le donne travolti dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., cittadini di una città che non è mai morta davvero. Una biografia dei pompeiani che passa anche per gli oggetti (monete, gioielli, vasi, amuleti) e per le abitudini (dai ludus con i gladiatori e le bestie alla dieta), fino al momento fatale in cui il vulcano irrompe e immobilizza il fluire della vita. Un libro non solo per specialisti, corredato da immagini inedite, capace di farci “ritrovare” il tempo di Pompei, un eterno quotidiano – per molti versi così simile al nostro – conservato nei secoli sotto una spessa coltre di ceneri e lapilli.

L’ultimo inverno di Rasputin  Dmitrij Miropol’skij

Nel gelido inverno russo del 1916, l’inconcludente ricerca di un uomo scomparso ha una macabra svolta quando le acque ghiacciate di un fiume ne restituiscono il cadavere deturpato. La polizia non ha dubbi: si tratta di Grigorij Rasputin. La condanna a morte del contadino, colpevole di una deleteria influenza politica e morale sullo zar e la moglie, era già stata idealmente decretata nelle piazze e nei salotti di Pietroburgo, ma la mano del boia che ha eseguito la sentenza è ignota. Inizia così, con il ritrovamento del corpo assassinato di Rasputin, un viaggio nel passato di questo enigmatico personaggio, che come un filo lega le persone, i luoghi e gli eventi che hanno cambiato per sempre le sorti della storia europea a partire dallo scoppio del primo conflitto mondiale. A essere in fermento non è solo il mondo militare, anche quello della cultura viene travolto dalla corrente futurista, in cui emerge l’estro poetico di un giovane Majakovskij, che con lo scorrere della narrazione mostra un’inarrestabile quanto compromettente passione per le donne. E mentre in ogni angolo d’Europa spie insospettabili e nobili esaltati congiurano nell’ombra, una delle dinastie più affascinanti e sfortunate, quella dei Romanov, mostra il proprio lato più intimo e umano, prima di cadere vittima dello spietato massacro che metterà fine al regno degli zar. In quest’opera in bilico tra ricostruzione storica e spy story, Miropol’skij dipana l’intricato viluppo dei complotti orditi e subiti da personaggi intenti a tramare fra luride bettole ed eleganti palazzi e ci trascina in una delle cospirazioni più controverse e inquietanti di tutti i tempi, quella che decretò l’uccisione del “diavolo santo”, Grigorij Rasputin.

Nella spira del drago. I visconti di Milano. 3. Valeriana Maspero

Continua la saga dei Visconti, la famiglia che nel Trecento fece grande Milano e condizionò la storia del nord Italia e non solo. Dopo le vicende del vescovo Ottone e di Matteo Magno (“La dinastia del drago”) e quelle di Galeazzo I e di suo figlio Azzone (“Sangue di drago”), in questo terzo volume l’accurata ricostruzione storica e l’immaginazione letteraria restituiscono alla vita i casi pubblici e privati del battagliero Luchino e del vescovo Giovanni: il quinto e il sesto dei signori della città di quei tempi, che il Giovio nella sua opera chiamò i dodici Visconti, elogiandoli come i Cesari dell’antica Roma.

 

 

 

 

La strega e il capitano Leonardo Sciascia

Nel febbraio del 1617, a Milano, Caterina Medici, serva «carnosa ma di ciera diabolica», viene condannata al rogo. In apparenza, uno dei tanti casi di stregoneria depositati nei nostri archivi. Ma la scrupolosa, o meglio accanita, ricostruzione che all’atroce caso dedica Sciascia in questo libro del 1986 ci mostra che non è così, giacché tutta la vicenda nasconde tra le pieghe interrogativi e zone d’ombra. Nello sbrogliare l’esasperante «pasticciaccio» con le cadenze e il montaggio di un thriller – consegnandoci una inconfondibile, magistrale miniatura microstorica -, ancora una volta Sciascia scrosta dalla Storia una delle innumerevoli maschere del potere, sino a svelarne il volto ripugnante e primigenio. E ancora una volta riesce ad assimilarsi sapientemente allo stile dei documenti, affidando la luce del giudizio al contrappunto mentale dei lettori.

 

 

 

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