L’importanza di chiamarsi Bloody Mary – Patrizia Torsini

“L’importanza di chiamarsi Bloody Mary” conclude una semitrilogia mai programmata, ma cresciuta nel tempo intersecandosi in un groviglio di vite, di storie, di luoghi, di sentimenti e di morale.
In tutto questo sembra quasi che la struttura del thriller sia solo un mezzo, un modo per raccontare situazioni e gravità che mi stanno a cuore.
Anche quest’ultimo libro ha una leggera vena ecologista, ma il pezzo forte dell’intreccio è l’alternanza del passato col presente. Anche quando questo collegamento è artificiale. Ed è facile, quindi, scambiare il vero col falso ed avere grossi dubbi sulla propria salute mentale. E’ quello che teme uno dei protagonisti fino al punto di ritrovarsi invischiato in una strana situazione.
E’ possibile, ai giorni nostri, innamorarsi di un fantasma?
Grosso quesito in cui l’evanescente Mary Shelley, ritratta in copertina, rimane invischiata e regna sovrana fino alla fine. Ma lei non sarà il solo personaggio storico femminile della storia a raggelare la mente ed il cuore di chi lotta per sopravvivere occultando il passato.
Le ambientazioni vanno dalla Versilia, le Apuane, la Lucchesia, Prato e Firenze. In una andata e ritorno che mi è congeniale e mi permette di crogiolarmi nella descrizione di panorami intensi che questa terra ci offre ad ogni cambio di direzione.
QUARTA:
Quando la vita ti coglie di sorpresa, con strani eventi che sembrano inspiegabili, ti fai una domanda:
“Sto sognando o sto diventando pazzo?”
Questo è quello che si chiede uno dei protagonisti del libro, quando una domenica d’inverno non può credere ai propri occhi davanti al mare della Versilia visto da una vetta delle Apuane.
Seguiranno altre stranezze, alcune spontanee, altre costruite. Ma, nel terzo millennio dove imperano tecnologia e apparenza, rimane impossibile credere che ci si possa innamorare di un fantasma.
Nella vita reale, intanto, si susseguono le dipartite di quattro vecchietti, uno dietro all’altro, apparentemente morti di paura.
E se tutto ciò non bastasse riaffiorano dal passato lembi di ricordi scomodi sollecitati dagli spettri di due personaggi storici femminili.
La notte è dura da passare quando si ha un peso sulla coscienza e qualche scheletro nell’armadio…
I precedenti lavori  sono
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