LUCREZIA di Rita Angelelli

La vita privata di Lucrezia Ferri, imprenditrice di successo, subisce un brusco scossone quando il marito la abbandona. Quando l’uomo le fa delle richieste esorbitanti per separasi da lei, Lucrezia si reca da un avvocato di Ancona per definire i passi da fare. Sofferente per la fine del suo grande amore, sopraffatta dalla rabbia e con il proposito di tenersi da quel momento in avanti alla larga dagli uomini, si ritrova, invece, a provare un’istintiva attrazione nei confronti del professionista. Incuriosita dai miti e dalle leggende del Conero, che ha scoperto in un libro acquistato su una bancarella, Lucrezia parte alla scoperta di quei luoghi, cacciandosi in mille guai provocati dalla sua impulsività. Ogni volta Lucrezia si rivolge all’avvocato perché la aiuti a sistemare le sue faccende, e presto si rende conto che questi è a sua volta attratto da lei. Non si accorge, però, di essere seguita da un individuo che porta avanti nei suoi confronti un progetto maligno e, nel momento in cui capisce di potersi abbandonare a un sentimento capace di ridarle la serenità, si ritrova a combattere contro un male al di là di qualsiasi immaginazione.

Copertina rigida: 328 pagine
Editore: Le Mezzelane Casa Editrice (14 dicembre 2019)
Collana: Ossessioni
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8833283887
ISBN-13: 978-8833283883

Recensione a cura di Sara Loiacono
Lucrezia è una donna forte, tenace, e nonostante la vita non sia stata molto clemente dal lato affettivo, la madre morta giovane e il marito che sparisce lasciando un biglietto, è riuscita con grande successo ad affermarsi in ambito lavorativo. Il cattivo rapporto che Lucrezia ha con il suo corpo mi ha colpita molto perchè sono riuscita alla perfezione ad immedesimarmi nelle sue paranoie e nei suoi cattivi pensieri. Inizialmente la storia si presenta come un romanzo dove romanticismo ed erotismo sono gli ingredienti principali, ben presto però iniziamo a sentire una nota d’ansia nei confronti di alcune persone che ruotano attorno al personaggio di Lucrezia.

«Ci posso provare», disse Zito, «ma temo che si veda poco, siamo distanti. Pensi che sia qualcuno che ce l’ha con te, Lucrezia? È la seconda volta che lo vedo e, combinazione, sempre quando ci sei tu.» «Ecco! Non credo sia una combinazione. Senti, noi scendiamo. Tu continua a fare foto, anche mentre gli passiamo accanto, così da riprendere le sue reazioni. Mandamele sul cellulare.» Poi si rivolse a Giacomo: «Hai qualche amico in questura a cui possiamo mostrarle? È più di una volta che mi trovo quel tizio davanti, si è fatto vedere anche alla locanda.»

Romanzo scritto bene, con capitoli corti ma ben strutturati proprio come piace a me. Una nota di merito va alle accurate descrizioni, sia quelle dei luoghi, che vi confesso mi hanno spinta a cercare su Booking degli alloggi nella zona del Conero per le prossime vacanze, che quelle delle persone e le loro sensazioni. In particolar modo nella seconda metà, quando incontriamo il vero villain della storia, l’angoscia provata dalla nostra protagonista ti colpisce davvero nel profondo.

“Nonostante l’ora tarda, la notte fu ancora lunga. Si rannicchiò su se stessa, si coprì con le lenzuola e il buio la avvolse; le sembrò di soffocare, così si mise a sedere sul letto, il respiro affannoso. Poi si distese di nuovo. E il ciclo ricominciò: rannicchiarsi, coprirsi, provare senso di soffocamento, saltare a sedere, respirare… Era per Lucrezia quel tipo di notte in cui sentiva di non avere scampo, in cui rincorreva il caos della sua mente, ridotta a un infernale parco giochi. Una di quelle notti in cui si sentiva piccola, inferiore, inadeguata e che non avrebbe mai più voluto trascorrere. Invece era successo di nuovo.”

Malgrado le romanticherie letterarie in questo momento non siano tra le mie preferite ho trovato il risvolto noir davvero coinvolgente e ho terminato la lettura in poco tempo.

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