L’ultima luna di Camillo Carrea

Nel romanzo agiscono tanti personaggi ma il vero protagonista è il paese, pervaso da un’aura misteriosa che echeggia di via in via. Sulle sue donne pende una maledizione: esse sono destinate a morire prematuramente nelle notti di luna nuova. Poche hanno un figlio. In un’atmosfera carica di oscuri segreti cresce Alessandro Attilio, il narratore: ha due nomi, il primo usato da quelli del Quarto Gliostro, il secondo dal resto del paese. Ha due nonni che si odiano a morte: Celestino proprietario del bar della Luna Nuova e Bonifacio, apparentemente cinico e miscredente. E tre zii, frutto di uno strano parto plurigemellare. E c’è Zelda, la ragazza dei suoi sogni. Nel paese i pochi giovani vogliono divertirsi, ma gli anziani gridano allo scandalo. Toni vuole fare il ballerino. Virgilio, il pittore. Infinita parla poco e assomiglia al volto di donna dipinta sulla parete del bar della Luna nuova. Lodovico e Adelchi risalgono le scale della storia per capire da dove nasca il mistero che avvolge il paese, tra eretici, alchimisti e streghe. Intanto le donne continuano a morire alla luce della luna nuova accompagnate dal suono di un pianoforte.

Copertina flessibile: 166 pagine
Editore: Lettere Animate (24 settembre 2018)
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8871123859

Recensione a cura di Ignazio Monti

L’ultima luna di Camillo Carrea è un romanzo che ci trasporta in una realtà mistica, oserei dire quasi magica. L’autore ha saputo trasmettere con semplicità, instaurando con il lettore una certa confidenza grazie anche ai personaggi e alla storia che si sviluppa, il Quarto Gliostro, paesino in cui accadono cose bizzarre. Qui si susseguono voci di paese, superstizioni, e maledizioni che incombono sulla popolazione, soprattutto sulle donne. Queste sono per lo più sterili, poche hanno un figlio e molte di esse discendono da streghe, maghi, e al chiaro di luna avvengono morti misteriose.

In questa atmosfera ricca di mistero si intrecciano i passi di personaggi dai caratteri forti e schietti, due nonni che si odiano, Bonifacio e Celestino, zio Virgilio fuggito a New York a far fortuna, Adelchi e Dante inseparabili amici alla ricerca della loro fede, e poi Sibilla, Venceslao, Gennaro che è straniero e di cui la gente parla male, storie di un piccolo paese ma di un epoca in cui il dialogo e il confronto tra le genti era ancora possibile e necessario.

L’autore ripercorre i momenti più felici della sua giovinezza e quelli meno felici della vecchiaia, in uno “ospizio per ricchi”, dove incontra un ragazzo siriano che fa il barbiere a cui lascia la sua eredità. Una storia ricca di mistero, di enigmi ma che ci lascia una grande lezione, l’importanza del dialogo e del bisogno ormai dimenticato di instaurare dei rapporti con chi ci circonda e quello di non smettere mai di sognare, anche se ci crederanno pazzi.

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