L’ultimo segreto di Botticelli di Lisa Laffi

1482. Botticelli sta terminando la Primavera, un dipinto che sarà celebrato come una vetta assoluta dell’arte. Ma anche un enigma, forse impossibile da sciogliere. È una metafora dell’amore platonico? O il suggello di un patto segreto, sottoscritto da Caterina Sforza, che mira a unire Milano, Roma e Firenze sotto un’unica bandiera, per liberare l’Italia? 1526. La giovane Luce, esperta di erbe e ricette curative, viene trascinata al cospetto della marchesa Bianca Riario Sforza, la potente figlia di Caterina. La ragazza è convinta che Bianca la voglia denunciare all’Inquisizione per la sua attività di guaritrice, ma la marchesa, appassionata alchimista, la prende sotto la sua protezione. L’abilità di Luce è tale che, quando il fratello di Bianca, Giovanni dalle Bande Nere, viene ferito in battaglia, la marchesa chiede proprio a lei di curarlo. Ma Bianca non può prevedere la passione che nasce tra la giovane donna e il celebre condottiero. Un sentimento che rischia di stravolgere i suoi veri piani, infinitamente più diabolici di quelli che Luce ha immaginato. Bianca fa allora in modo che il fratello parta per la battaglia decisiva, e manda Luce a Mantova, con la scusa di proteggerla. Sarà lì che Luce apprenderà il reale significato della Primavera. E dovrà comunicarlo a Giovanni, prima che sia troppo tardi…

Copertina rigida: 352 pagine
Editore: TRE60 (30 maggio 2019)
Collana: Narrativa TRE60

Recensione a cura di Sara Valentino 

La primavera di Botticelli, celebre dipinto a tempera realizzato tra il 1478 e il 1482 per la villa medicea di Castello, è un capolavoro del Rinascimento italiano.

Ma qual è il suo significato? Cela un misterioso enigma che ancora oggi non è stato svelato. Un dipinto che può avere sicuramente una lettura mitologica e una filosofica legata al neoplatonismo e alle dottrine tipiche dell’accademia neoplatonica di Marsilio Ficino.

Proprio attorno a questo dipinto, nell’anno del signore 1526, si svolgono le vicende di cui Lisa Laffi ci narra nel suo romanzo.

L’autrice, con sapienza, mescola verità storica e finzione raccontando la storia di Luce. Giovane rimasta orfana, esperta di erbe, come la madre, trova asilo presso Bianca Riario Sforza, figlia della grande “tigre di Romagna”: Caterina Sforza.

Luce incontrerà, per un caso fortuito, dovendogli curare una brutta ferita, il temutissimo Giovanni delle Bande Nere. Di lui Giovanni Salviati dice: ” Faceva più danno alli inimici lui solo che tutto lo exexercito”. Figlio di Giovanni de’Medici fu l’ultimo capitano delle compagnie di ventura rispettato e temuto dal suo esercito di mercenari.

La sorellastra, Bianca, si trovava, ormai vedova, a dover combattere una battaglia per i diritti su San Secondo contro Bernardo de’Rossi, vescovo di Treviso. Giovanni, in quella che passò alla storia come battaglia di San Secondo, restituì le terre alla sorella.

Bianca però continuerà a tessere la sua trama, seguendo proprio il disegno della “Primavera”.

Tra Luce e Giovanni si viene a creare un’intesa senza paragoni e il loro amore tra “luci” e “ombre” attraversa le pagine di questo romanzo. Romanzo che mette in evidenza gli usi e costumi dell’epoca e conduce il lettore a camminare nel 1500 attraverso le descrizioni meticolose che ne fa l’autrice.

Luce verrà allontanata dal palazzo e data in sposa a un moribondo, ma nulla è come sembra perché tutti i nodi verranno presto al pettine. Non puoi spegnere una luce che vuole sorgere. Luce è il ritratto dell’amore, di quell’amore  che può illuminare le giornate e le notti, anche quelle di un capitano di ventura senza scrupoli.

“Ogni giorno, ogni settimana, ogni mese che passava si accorgeva che mentre l’animo della ragazza era più semplice da leggere, il suo era più complesso e vi conviveva una parte luminosa e una oscura”

E’ un po’ come se l’autrice avesse trovato, con questo testo, il modo per portare al mondo un messaggio di speranza.

“Il mondo di Giovanni si stava lentamente sfaldando ma non c’era modo migliore per cadere nell’oblio che tra le braccia di Luce”

E il dipinto? Quale sarà stato il vero significato? A volte è semplicemente l’angolazione a far differire ciò che vediamo. 

“Preferisci una breve vita piena d’imprese per le quali tutte le generazioni a venire ti ricorderanno o una lunga esistenza senza gloria, attorniato dall’affetto dei tuoi cari?”

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