L’uomo che parlava alle pietre di Elide Ceragioli

Ola e Uta sono una giovane coppia che, con la nascita di Pua, diventa una famiglia di migliaia di anni fa. Le condizioni di vita dell’epoca (età della pietra), le difficoltà di rapporto tra gruppi etnici diversi, le avversità ambientali, accentuate da una catastrofe naturale, sono lo scenario in cui vivono ed agiscono. Nel loro viaggio alla ricerca di un gruppo che li accolga i componenti della famigliola, attraverso chi incontrano e il ricordo di chi hanno conosciuto nel passato, fanno conoscere una schiera di personaggi diversi e complementari, in una coinvolgente rievocazione del vivere primordiale. Il viaggio della famiglia di Pua, il bambino che sa parlare alle pietre, diventa un percorso alla scoperta dell’amore e dell’amicizia, delle relazioni familiari e sociali, dove non mancano le avversità naturali né quelle causate dalla malvagità dell’uomo, dove sofferenza e morte sono spesso presenti, anche in modo crudo e violento, ma dove al centro resta il valore della persona che si realizza e trionfa non nella sterile ricerca di affermazione o prevaricazione, né nella solitudine o nell’isolamento, ma nell’anelito di incontro e nella scoperta delle relazioni familiari e sociali.

Recensione a cura di Ignazio Monti

Ne “L’uomo che parlava alle pietre” Elide Ceragioli ci trasporta in un mondo antico, consegnando una visione verosimile sulla vita familiare arcaica dei nostri avi, tempi remoti in cui affondano le nostre radici.
Uno squarcio sulla linea del tempo, risultato della notevole e già riconosciuta fantasia dell’autrice, ma da cui si evince competenza e conoscenza e che ci trasmette un senso diverso, più alto, della “famiglia”, inteso come un gruppo di persone che lotta per il proprio bene, sopravvivere certo, un obiettivo primario, ma frutto di condivisione di idee e principi nobili, valori primordiali che fanno parte del retaggio di ognuno di noi.
La descrizione dei luoghi e dei personaggi rivelano in modo chiaro l’essenza del proprio essere, l’esistenza legata allo spazio che ci circonda, la materia che si trasforma e l’energia che deriva dall’incessante incontro tra il tempo e lo spazio; una società arcaica, meno evoluta certo, ma che insegna che in fatto di coraggio e di legami abbiamo molto da cui imparare.
Una famiglia alla ricerca di un gruppo dove crescere, in cui trovare riparo, forza, è questo lo spunto con cui la nostra autrice ci accompagna alla scoperta dei sentimenti più nobili l’amore e l’amicizia, la lealtà e il coraggio, ma che non nasconde la diversità, ne le avversità, la morte, l’orrore della malvagità di alcuni uomini, e che però ci regala la bellezza dell’insieme, il bene e il male, in mezzo alle scelte che facciamo e che ci trasformano nelle persone che siamo.
La lotta incessante tra bene e male, la vita e la morte, la complessità delle nostre scelte, una bella manciata di superstizioni, e la consapevolezza che non c è futuro se non conosciamo il nostro passato.
L’unica vittoria, l’unica speranza consiste ed esiste nella condivisione con chi ci vuole bene.

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