L’uomo del vicerè  di Silvana La Spina

Ci sono indagini e indagini. Alcune obbediscono alla logica e al distacco. Altre sono figlie di un grumo di peccati, attraversano il dolore, rendono inspiegabili le cose del mondo. Siamo nel 1783, in una Palermo rancorosa e fetida. La nobiltà è in lotta contro il nuovo Vicerè: l’illuminista e intellettuale marchese Caracciolo. Ma mentre accade questo vengono ritrovati i cadaveri di alcune bambine: martirizzate, torturate, uccise e poi abbandonate per strada. Atrocità macabre che sembrano arrivare da un mondo buio e feroce. Così il Vicerè manda a chiamare Maurizio di Belmonte, un nobile fuggito da Palermo e da lui incontrato a Londra. Maurizio torna di malavoglia a Palermo. Alle sue spalle c’è uno scandalo familiare e soprattutto il lungo amore con Viola Inzerillo, ora sposata con un francese. Le sue indagini si rivelano subito difficili: la società palermitana gli sbarra la strada, si mette di traverso e persino il Vicerè viene visto come il diavolo che porta il male. Ma presto con l’aiuto dell’avvocato illuminista Francesco Di Blasi qualcosa si muove. Le bambine uccise portano strane medagliette e tutte andavano a «parlare con i morti» da un barone seguace di Cagliostro. E le torture dicono una cosa chiara: sono assai simili a quelle dei monaci dell’Inquisizione. Ma chi applica ancora quelle torture alle povere disgraziate? Anche Sofia Schulz, «la pittora dei morti» come la chiamano in città, dà una mano alle indagini, non solo per umanità, ma anche per una passione improvvisa per il giovane barone di Belmonte. Ma per risolvere questo caso non basteranno i libri e la limpida ragione del Vicerè Caracciolo. Neppure l’arguzia e il fascino di Maurizio Belmonte. Si tratterà di affondare le mani nel male. In un male che una città intera si porta sulle spalle come fosse un antico supplizio.Editore ‏ : ‎ Neri Pozza (25 novembre 2021)

Lingua ‏ : ‎ Italiano

Copertina flessibile ‏ : ‎ 304 pagine

Recensione a cura di Sara Valentino

L’uomo si avvicinò per guardarla da vicino. aveva una maschera di cuoio sul volto ed era nudo fino alla cintola. Alla ragazzina sembrò il diavolo, e in un certo senso lo era”

Palermo, 1783. La città si sveglia con il terribile ritrovamento di un’ennesima ragazzina morta, brutalmente uccisa dopo aver subito le peggiori umiliazioni corporali figlie di quella ben nota Inquisizione che nei secoli ha fatto tremare e ben parlare di sè.

La città è governata dal vicerè Caracciolo, al secolo Domenico Caracciolo nato in Spagna ed educato a Napoli. I suoi incarichi lo portarono in Inghilterra e poi in Francia per un incarico parigino che gli fece conoscere le correnti illuministe. Nel suo incarico di Vicerè mise in campo le sue idee, figlie dell’illuminismo di una riforma in favore del rinnovamento del regno.

Mentre i sospiri, le suppliche di una nuova preda, un’altra giovanissima nelle grinfie del sadico mostro, i suoi forse ultimi gemiti giungono a noi lettori, il Vicerè incarica il suo uomo di fiducia di seguire le indagini e svolgere l’intricata matassa.

Il barone Maurizio Belmonte, conosciuto e “salvato” dalla vita randagia in cui era incuneato, torna dunque a Palermo, sua città d’origine, con un compito difficile.

Mentre le torture continuano ad essere perpetrate e ci pare che nessuno potrà mai fermarle, l’uomo del Vicerè dovrà fare i conti con il suo passato, quello di una famiglia dal karma piuttosto pesante che ha fatto troppo parlare di sè con uno scandalo che ha rovinosamente distrutto il futuro dei giovani Belmonte, futuro anche sentimentale. Sarà nel corso delle indagini, attraverso interrogatori, false piste, antichi rancori, che Belmonte proverà a capire cosa fare del suo futuro. Al momento sa solo che ha un compito, che deve molto al vicerè ma che il destino delle ragazzine è nelle sue mani.

Tra i personaggi è importante una figura, Sofia Schulz, «la pittora dei morti», già perchè l’autrice è bravissima a ricostruirci lo spaccato della Sicilia del tempo, gli usi e i costumi risaltano ai nostri occhi con il loro fascino mirabolante, le incursioni narrative in dialetto e i modi di dire tipici sono l’ingrediente aggiuntivo che personalmente ho apprezzato parecchio, dona sempre quella caratteristica che ci fa rivivere le scene in maniera reale. Sofia fa questo mestiere, non sicuramente ambito, diremmo noi, ma le permette di vivere in maniera dignitosa e provvedere anche alla madre.

Da evidenziare la possibilità di un viaggio a Palermo e nei suoi dintorni, luoghi che ho avuto poi il piacere di ricercare in rete per approfondire. Alcuni, come le catacombe dei cappuccini, li conoscevo già ma la visita che ci regala l’autrice mentre seguiamo i vari personaggi è davvero interessante e le descrizioni curate nei dettagli.

La nobiltà del tempo viene anch’essa descritta, come anche la paura che ormai serpeggia, paura di nuovi rapimenti, paura dell’efferatezza dei crimini, terrore per il pensiero che il mostro, o i mostri, possa essere molto più vicino di ciò che si pensa. Ecco lo scontro tra il vicerè con il desiderio di rinnovamento, e i nobili ancorati alle vecchie tradizioni. Caracciolo voleva liberare il popolo dal sopruso dei nobili, voleva che questi pagassero le tasse come tutti, che obbedissero alla legge. Non solo nobiltà, viene evidenziata anche la popolazione dei reietti, coloro che non hanno nulla, nemmeno un tetto, quelli che hanno il solo scopo nella vita, di provare a sopravvivere.

C’era un freddo inusitato quella sera a Palermo e il pastrano non era molto pesante. O forse era un freddo interno, che gli aveva colpito l’anima da quando aveva saputo di quella storia“.

Mai come oggi ci domandiamo, dinanzi ai soprusi, quale Dio esiste, esiste veramente un Dio? Perchè, cosa spinge gli uomini a fare certe cose?

Una corsa contro il tempo mi ha condotto alla fine, sono rimasta letteralmente affascinata da Maurizio Belmonte e dai suoi occhi scuri, lo sguardo profondo di chi ha conosciuto tanto male, pieni di grande umanità.

Nessuno deve approfittare di un altro perchè è più debole o semplicemente più povero”

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