Madame Clicquot. Lo champagne sono io – Adriana Assini

Sul finire del Settecento, in una delle famiglie più agiate di Reims, nella ridente Champagne, tra i dettami di una Rivoluzione che in provincia non ha alzato troppo i toni, Barbe-Nicole Ponsardin cresce sotto l’influenza di un padre liberale e colto. In seguito, mentre sullo scenario politico si fa largo un personaggio controverso come Bonaparte, mademoiselle Ponsardin, che non sa distinguere un Pinot nero da uno Chardonnay, s’innamora di un giovane produttore di vino, François Clicquot, e lo sposa. Una storia la sua che sembra destinata a confondersi con quella di tante donne del suo stesso ceto, divise tra la cura della prole e le frequentazioni dei salotti alla moda. Ma una sorte malefica la mette con le spalle al muro, facendola ritrovare molto presto vedova e con una piccola Maison di champagne da gestire. Sollecitata a chiudere bottega, tanto più che la legge vieta al gentil sesso di lavorare, firmare contratti, Barbe-Nicole lascia tutti di stucco aggirando i divieti e mostrando al mondo il suo vero volto: all’insegna del motto “voglio una sola qualità, la primissima”, decide di mettersi lei a capo dell’impresa. Nessuno scommetterebbe un franco sulla sua riuscita, e invece…

  • Editore ‏ : ‎ Scrittura & Scritture (24 marzo 2023)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 232 pagine

Recensione a cura di Sara Valentino

Iniziamo con un brindisi, nel mentre osserviamo un perlage raffinato e assaporiamo un nettare dal sapore delicato ma persistente: un buon Veuve Clicquot.

Come me, immagino anche molti di voi abbiano visto le bottiglie di questo pregiato Champagne e magari nelle tavole di Natale ha fatto visita alle vostre case e deliziato molti palati.

Ma la sua storia la conoscete? Io, in onestà, non me ne sono mai interessata e non ne sapevo nulla. Se osservate la gabbietta ferma tappo della bottiglia potrete senz’altro notare un ritratto di donna: è colei che portò avanti, da sola contro un mondo maschilista, la produzione dello champagne dopo la morte del marito.

Barbe-Nicole Ponsardin, nasce a Reims nel 1777, sposerà il produttore di vini François Clicquot dal quale avrà anche una figlia; purtroppo però nel 1805, in maniera del tutto prematura, e anche con qualche dubbio sulle reali cause che causarono la sua morte, il marito passerà a miglior vita.

La donna non si perde d’animo, per questo credo di pensarla come molti lettori nel dire che le sue gesta, il suo fare, la sua Storia e naturalmente l’eredità che ha lasciato, siano un esempio da ricalcare. Troppe volte nel corso della vita capita di cadere, inciampare o precipitare in situazioni disastrose e in maniera del tutto improvvisa. E quante di queste volte siamo presi dallo sconforto e ci rinchiudiamo nelle segrete dell’anima a leccarci le ferite, cullarci e commiserarci nella tristezza?

Madame Clicquot si impegna con diligenza, impara, assimila, sperimenta e rischia anche, ma in un tempo dove per le donne non c’era spazio per il mondo degli affari lei emerge. Nuove tecniche di produzione e conservazione, nuovi porti lontani dove esportare il suo prodotto, così crea un grande impero.

Il contesto storico è quello successivo alla Rivoluzione Francese con l’avvento dell’imperialista Napoleone Bonaparte. Da tenere in grande considerazione per gli eventi che seguirono come il Bonaparte avesse istituito un blocco continentale sui commerci. E se durante gli anni del terrore le donne parteciparono attivamente alla rivolta, il loro femminismo, la richiesta di uguaglianza sociale in qualche modo attraverso la lotta emerse, ecco che pochi anni più tardi tornarono a essere, con il codice Napoleonico, nuovamente passi indietro. Ancora più è da sottolineare la verve e l’audacia della Ponsardin che hanno portato alle stelle la nota casa di champagne.

Adriana Assini ancora una volta mi cattura con il suo romanzo, raccontando la storia di donna straordinaria e che non conoscevo. Il suo romanzo è, come sempre accade nei suoi scritti, la testimonianza di come la conoscenza e lo stile possano dare forma a un prodotto “millesimato”, parlando in termini di vini. Le bollicine sono le sue frasi poetiche, l’aroma le riflessioni profonde che ci permette durante il tempo che la lettura ci concede di unirci a lei. Perchè l’incontro tra lo scrittore e il lettore è in quella frazione di tempo che intercorre da quando si legge a quando si collegano le parole tra cuore e mente.

“Loro non sanno mai se avranno il vento a favore oppure contro, nè quanto saranno alte le onde. Ciononostante non rinunciano a prendere il largo.”

Grazie a Madame Clicquot sappiamo che è possibile lasciare da parte le paure, cavalcare e andare incontro al nostro destino tenendo stretti i sogni. Vele spiegate anche contro i detrattori e Moët …& Chandon…, (nome che vi suona vero?) fu uno dei più agguerriti.

“Nella mia vita, ho avuto tre maestre: la strada, la solitudine, la lettura. E va tutta a loro la mia gratitudine per essere ciò che sono”

Mai, nella nostra vita bistrattarne i doni, ciò che ci pare una condanna è sempre messaggera di opportunità.

Ve ne vorrei raccontare ancora e ancora su questa donna ma meglio leggerlo dalle parole dell’autrice. Mi congedo però con il ricordo di una donna che fu molto, ma più di tutto umana e onesta. Solidale con altre che avrebbero potuto essere concorrenti o comunque avrebbe potuto lasciarle in balia degli eventi piuttosto che regalare preziosi suggerimenti; tutto ciò la eleva oltre l’ordinario.

“Dovrete imparare a dominare il dolore se non volete che il dolore domini voi”

Grazie Grande Dame!

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2 Risposte a “Madame Clicquot. Lo champagne sono io – Adriana Assini”

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