Maghi e Alchimisti ai tempi dei Dogi di Lara Pavanetto

Recensione a cura di Sara Valentino

Una lettura consigliata perchè molto interessante, densa di curiosità e analizza personaggi poco noti ma che meritano di essere degnamenti ricordati.

L’Alchimia… chi erano gli alchimisti, cosa cercavano, come furono trattati, cosa scoprirono? Una miriade di domande per un argomento complesso tanto quanto affascinante.

Lara Pavanetto dopo uno studio approfondito, trovate nelle ultime pagine del saggio la ricca bibliografia da cui ha attinto, ci svela alcune storie, ci racconta alcuni personaggi con un filo conduttore: la Serenissima.

Ho scelto di estrapolare alcuni capitoli, quelli che più mi hanno colpito, ma consiglio la lettura del saggio “Maghi e alchimisti ai tempi dei dogi” a tutti coloro sono interessati all’argomento e ai misteri storici.

In copertina, a farci da apripista, l’Uruboro, antico simbolo che rappresenta un serpente drago che si morde la coda. In modo particola l’illustrazione appare in un trattato alchemico greco del 1478.

Conosciamo Aldo Manuzio, primo tra gli editori, inventò a Venezia il libro moderno. Pensate che dai suoi torchi veneziani uscì l’Hypnerotomachia Poliphili (Combattimento amoroso di Polifilo in sogno), un romanzo misteriosofico, oscuro, un’opera pagana attribuita a Francesco Colonna un misterioso frate domenicano di Treviso. L’edizione conservata in Vaticano è ancora censurata.

Di Francesco Colonna, si conosce pochissimo, ma si sa che nacque intorno al 1434 a Venezia. Sarà predicatore a san Marco nel 1493, priore della Scuola di san Marco nel 1496 e riceverà alla fine del 1500 il permesso di vivere fuori dal convento, non si è però a conoscenza di quanto tempo vi restò. Nel 1516 viene accusato di immoralità. Il suo primo libro è un viaggio allegorico, il secondo una storia d’amore.

“Il suo è un viaggio dell’anima intrapreso in lotta con Amore per raggiungere la vera sapienza, un pellegrinaggio onirico fatto di trabocchetti e di prodigi, meraviglie e incubi, rovine classiche e giardini di delizie” “Liberato dunque dalle scorie dell’animalità e capace di usare le virtù, Polifilo capisce che il piacere fa parte della contemplazione”

Il saggio di cui stiamo parlando è suddiviso in capitoli brevi che permettono al lettore di passare da una storia alla successiva assimilandone man mano i contenuti. Le pagine sono corredate di una ricca serie di immagini iconografiche.

Tutti i personaggi di cui si parla sono ben inquadrati nel momento storico in cui vissero, dando a chi legge la possibilità di comprendere la situazione in cui essi si mossero e le difficoltà che potevano dover affrontare.

Ovviamente si parla dell’Accademia di Marsilio Ficino, del Corpus Hermeticum e del mitico Ermete Trismegisto identificato con Thot, fondatore della religione egizia.

“L’alchimia fu indubbiamente la più grande passione dei secoli sedicesimo e diciassettesimo. E molti scienziati e alchimisti cercarono protezione e lavoro nelle più importanti corti europee”

Ancora mi preme parlare di un antico pozzo, ne ignoravo l’esistenza, che raggiungerebbe il centro della terra, si trova a Camalò nel trevigiano. L’autrice ne parla approfonditamente facendo ben riferimento al significato originario di “mondo”. In alcuni giorni dell’anno si apriva il pozzo in quanto era possibile mettere in comunicazione, attraverso di esso, il mondo dei vivi con quello dei morti.

Il libro segue le tracce di maghi, alchimisti ed esoteristi della Serenissima. Attraverso i documenti d’Archivio approfondisce fatti e leggende di personaggi e luoghi passati alla Storia. Il mago e alchimista Pietro d’Abano condannato più volte dall’Inquisizione e le cui spoglie furono forse bruciate sul rogo dopo la morte. Il frate domenicano Francesco Colonna autore del libro più bello ed enigmatico del Rinascimento italiano: l’Hypnerotomachia Poliphili. L’umanista Giovanni Aurelio Augurelli autore del primo poema alchemico in latino, e il misterioso frate Francesco Giorgi convinto di avere individuato nel numero lo strumento attraverso cui è stato creato l’universo. Figure stravaganti come il ciarlatano alchimista Marco Bragadin che promise di colmare d’oro i forzieri della Repubblica, o Leonardo Fioravanti un medico che esercitava la magia del sangue. La villa veneta concepita come un laboratorio alchemico, e il Fregio di casa Marta-Pellizzari di Castelfranco Veneto attribuito a Giorgione, con i suoi precisi significati magici, esoterici e astrologici. Lo strano caso del villaggio trevigiano di Camalò e del suo pozzo considerato il “centro del mondo”. I racconti di Marin Sanudo sulla caccia alle streghe della Val Camonica dominio della Repubblica, le streghe condannate dal Sant’Ufficio di Udine e quelle condannate dal Santo Ufficio di Venezia.

  • Editore : De Bastiani (4 agosto 2020)
  • Copertina flessibile : 128 pagine
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